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Pensioni: 67 anni e 6 mesi dal 2029, bonus a chi resta, rivolta scuola

- di: Bruno Legni
 
Pensioni: 67 anni e 6 mesi dal 2029, bonus a chi resta, rivolta scuola
Pensioni 2029: 67 anni e 6 mesi, bonus Maroni e scuola in rivolta
Gli insegnanti allarmati: l’età sale, l’assegno si affievolisce. I maestri dell’infanzia sperano nel privilegio, i sindacati rispondono con determinazione.

Un balzo dell’età: perché si va in pensione più tardi

Dal 2029 – salvo interventi legislativi – l’età pensionabile di vecchiaia salirà a 67 anni e 6 mesi, per effetto del meccanismo automatico legato all’aumento dell’aspettativa di vita certificata. Questo adeguamento segue l’iter biennale già indicato nel 2027, quando era stato fissato a 67 anni e 3 mesi.

L’assegno si assottiglia

Non solo più tardi, ma anche meno: un mix tra contribuzione più lunga e coefficienti di trasformazione meno favorevoli allunga la vita lavorativa e riduce l’assegno netto. Inoltre, l’ipotesi di bloccare l’aumento previsto per il 2027 comporterebbe, in contropartita, un possibile calo dell’assegno fino al 9%.

Bonus per rimanere: incentivo o costrizione?

La Legge di Bilancio 2025, in vigore dal 1° gennaio 2025, ha introdotto una novità significativa: chi raggiunge i requisiti per la pensione anticipata può restare in servizio fino a 70 anni con il riconoscimento di un bonus che esenta dall’IRPEF i contributi a carico del lavoratore: un vantaggio immediato, che può però tradursi in un assegno pensionistico futuro più basso.

Maestri dell’infanzia: un privilegio invidiato

Per il personale scolastico arriva il riconoscimento del lavoro dei maestri dell’infanzia come attività gravosa. Ciò consente l’accesso all’APE sociale a 63 anni e 5 mesi con almeno 36 anni di contributi, un’opportunità oggi riservata ai soli docenti dell’infanzia. I maestri della primaria, invece, ne sono stati esclusi nelle ultime norme.

Sindacati in allarme: no all’aumento generalizzato

I sindacati reagiscono con durezza alle novità. Manuela Calza (Flc-Cgil) ha definito il progressivo innalzamento dei requisiti una forma di “accanimento” nei confronti dei docenti. Per la dirigente sindacale, l’uscita anticipata andrebbe estesa oltre l’infanzia, per limitare gli effetti di burnout e tutelare il benessere lavorativo.

Proiezioni future: fino a 70 anni?

Se il trend demografico proseguirà, le simulazioni indicano che entro il 2034 l’età di vecchiaia potrebbe salire a 68 anni, avvicinarsi a 69 anni verso il 2040 e, nei decenni successivi, toccare la soglia dei 70 anni.

Contesto demografico: l’Italia invecchia

L’Italia vive una crisi demografica: meno nascite, più anziani e una platea di lavoratori attivi in contrazione. La sostenibilità del sistema pensionistico diventa una priorità, con ricadute su scuola, sanità e finanza pubblica.

Tra speranza e sospetto

La strada verso il 2029 è fatta di contraddizioni: si promettono incentivi a chi resiste, mentre l’età sale e l’assegno si assottiglia. I maestri dell’infanzia guardano a un modello anticipato che potrebbe essere esteso, mentre le sigle sindacali chiedono regole su misura per chi insegna, tassello cruciale di uno Stato che intende investire sul futuro e tutelare chi lo forma.

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