Pelazzi (Argenta SOA): "Costruzioni, i dati Istat in aprile evidenziano una caduta. Servono interventi di Governo e Parlamento"

- di: Daniele Minuti
 
Giovanni Pelazzi, Presidente di Argenta SOA, ha analizzato i dati Istat relativi alla produzione nelle costruzioni rilasciati oggi: l'analisi dell'Istituto mostra un calo rilevante per il mese di aprile, di 3,8 punti percentuali, il più ampio dal dicembre del 2020.

Pelazzi (Argenta SOA): "Costruzioni, i dati Istat in aprile evidenziano una caduta"

"Il dato di aprile" - spiega Pelazzi - "conferma i segnali anticipatori emersi nei mesi scorsi e dovuti in parte al cambiamento delle condizioni di contesto causato dalle incertezze normative e regolamentari sugli incentivi e, soprattutto, all’aumento dei tassi di interesse che ha portato ad un balzo del costo dei mutui per l’acquisto di abitazioni e per i prestiti al consumo. Su questi temi servono interventi del Governo e del Parlamento. Queste condizioni, come abbiamo ampiamente preannunciato nei mesi scorsi, non potevano non portare ad un freno nella dinamica dell’attività, che speriamo sia temporaneo. La spinta potrebbe arrivare solo dalla realizzazione dei lavori del PNRR sulla cui piena realizzazione, stando ad alcune dichiarazioni, aleggia molta incertezza".

A conferma dei risultati dello studio Istat, ci sono quelli del sondaggio trimestrale del Centro Studi di Argenta SOA su un campione di circa 2200 imprese della filiera: il 35% vedono i problemi di liquidità e costo elevato del credito come freni per limitarne l'operatività, mentre il 30% lamenta la carenza di personale qualificato, il 20% ha ridotto margini e circolante per via degli effetti ritardati dell'aumento del costo energetico, mentre il 10% e il 5% rispettivamente lo hanno fatto per l'aumento dei costi delle materie prime e per la scarsità dei materiali.

Pelazzi ha commentato: 
"Avevamo già acceso un anno fa i riflettori sui rischi per le imprese e la filiera delle costruzioni dovuti all’aumento del costo del credito. Servono interventi a supporto dei bilanci delle aziende e delle famiglie i cui costi dei mutui sono quasi quintuplicati nell’ultimo anno. Assistiamo ad un calo progressivo di interventi di nuove costruzioni. Soprattutto abitazioni per il cosiddetto "ceto medio". Anche il settore delle costruzioni soffre la carenza di personale qualificato: l’aumento della domanda di lavoro - dovuta sia agli incentivi sia all’implementazione delle misure del PNRR - unita al pensionamento dei cosiddetti "baby boomers" sta mettendo in difficoltà il settore edile che, tra l’altro, attrae di meno i giovani".
L'analisi sul sentiment chiarisce come il 21% delle imprese vede un miglioramento della situazione per il 2023, il 36% è convinto che la situazione peggiorerà (43% stabile).

"A condizionare l’opinione delle imprese" - spiega Pelazzi - "anche le scelte e i cambiamenti normativi dei governi sul cosiddetto Superbonus del 110 per cento. Solo per il 31 per cento delle imprese il  giudizio sulla decisione  del Governo di bloccare il Bonus del 110 per cento è positivo; è negativo per il 66 per cento mentre solo il 3 per cento non esprime una valutazione. Un dato emblematico è che solo il 17 per cento delle imprese intervistate valuta con interesse lavori da realizzare a privati che beneficiano dei  bonus edilizi, rispetto ad un 83 per cento che ne dà un giudizio negativo. Per il 58 per cento delle aziende i ritardi dei pagamenti e i crediti incagliati stanno rallentando i piani di crescita rispetto ad un 42 per cento che crede il contrario. Il susseguirsi di incertezze e di speranze che ha animato il dibattito nei primi mesi dell'anno intorno alla questione del Superbonus e della cessione dei crediti evidentemente ha spaventato le famiglie e frenato la domanda, anche a causa del forte aumento del costo del credito per l'acquisto di abitazioni e per finanziare i lavori edili.
Si potrebbe trattare di una pausa temporanea, visto che le valutazioni degli imprenditori del settore sugli ordini e sui piani di produzione sono in miglioramento per il trimestre primaverile. Tuttavia, bisogna anche tenere conto che sul "nuovo" le difficoltà sono destinate a rimanere almeno per il resto dell'anno, ovvero fino a quando il costo del credito per le famiglie e le imprese non scenderà. Tenuto conto delle prospettive di crescita dei tassi BCE anche nei prossimi mesi, difficilmente il mercato potrà ripartire in maniera vivace prima di uno o forse anche due anni".

In ultimo, il Presidente ha parlato delle opportunità derivanti dal PNRR: "Per le imprese l’attuazione del PNRR presenta molte criticità all’orizzonte e i rischi che si perda un’occasione straordinaria sono elevati: il 61 per cento delle imprese dichiara infatti che non ci sono le condizioni per poter realizzare i lavori infrastrutturali e di costruzioni previsti mentre solo il 39 per cento si dichiara  ottimista.  Ad accendere i riflettori su queste criticità del PNRR- continua Pelazzi- é un campione significativo di aziende, composto da una maggioranza ( il 67 per cento) che ha partecipato a gare pubbliche negli ultimi mesi. Ci troviamo di fronte ad una grande occasione per l’Italia che rischiamo di non sfruttare adeguatamente e che sta mostrando alcune criticità sistematiche che rallentano la realizzazione di opere pubbliche e impattano anche sulla crescita economica  del Paese. Criticità che però gli italiani sanno affrontare dando il meglio di sé come avvenuto con Expo.
Non è tutto negativo, però: per il 63 per cento delle imprese intervistate il nuovo Codice degli Appalti può rendere più veloce la realizzazione delle opere rispetto ad un 37 per cento che pensa il contrario".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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