Le inascoltate lezioni di Papa Francesco

- di: Diego Minuti
 
L'intervista di papa Francesco a Fabio Fazio - andata in onda ieri sera su Raitre - è stato un importante momento non solo di giornalismo, confermando che il pontefice non ama troppo che le sue parole siano filtrate, preferendo raggiungere immediatamente i suoi interlocutori, siano capi di Stato o semplici fedeli o comunque persone normali.
Le affermazioni di Francesco forse non sono suonate nuove, ma hanno sottolineato, anche se non ce n'era bisogno, che il suo approccio verso quanto accade in questi tormentati tempi è intriso di un totale amore verso il prossimo, soprattutto quello sofferente che è abbandonato a sé stesso.

Papa Francesco ha concesso una storica intervista a Fabio Fazio

Soprattutto verso i bambini, che pagano colpe che non solo loro e di cui ci accorgiamo solo quando una fotografia o un video ne restituisce, per immagini, una immensa sofferenza.
Forse l'intervista di Fazio ha lasciato intoccati alcuni argomenti che scuotono la Chiesa (a partire dagli abusi sui minori e dalla connivenza di molti prelati che non hanno avuto il coraggio di denunziare e del progressivo inaridimento numerico del popolo cattolico).
Ma in ogni caso è un documento prezioso per capire come ancora papa Francesco non si sia affatto assuefatto ad un pensiero che per troppo tempo ha caratterizzato la Curia romana, condizionando i papi. Una Chiesa che oggi Francesco cerca di riformare, ma che troppo spesso è apparsa essere rimasta arroccata in una perenne difesa dell'esistente, quasi che non importi più di tanto quanto accade al di là delle mura Leonine.
Le parole dette da Francesco, anche se pronunciate spesso con un filo di voce, sono state forti, potenti, sferzando chi regge le sorti del mondo e che ha la sua priorità nell'accaparrarsi sempre più ampie fette di potere, anche a costo di scatenare guerre e conflitti, che ha definito un ''controsenso della Creazione''.

Una lezione di coerenza che ha ribadito dicendo come non appartenga al cattolico (ma anche a chi non è cattolico) il girarsi davanti al dolore degli altri e lo ha ripetuto facendo ricorso ad un concetto che ama pronunciare: è lecito guardare il prossimo dall'alto in basso, ma solo per aiutarlo a rialzarsi.
Talvolta Fabio Fazio (che ha letto le domande, tanto che i momenti più ''normali'' sono stati quando ha commentato a braccio le parole del Pontefice) è caduto nella affettata ritualità delle interviste con giganti contemporanei, quale è il papa e, anche quando ha cercato di parlare con il Francesco ''uomo'' e non ''papa'', lo ha fatto in punta di piedi e soprattutto toccando argomenti che non potevano fare deragliare l'intervista da binari evidentemente concordati. Nel tritacarne della comunicazione l'intervista di papa Bergoglio rischia di essere presto messa da parte, sopravanzata da altri argomenti di pura cronaca. E sarebbe un male perché le parole di Francesco devono essere d'insegnamento per tutti, sia per i credenti, sia per i laici, sia per coloro che pregano un altro Dio.

I principi della tolleranza, dell'accoglienza, del rispetto, della solidarietà dovrebbero essere patrimonio comune e invece non lo sono, affogati nel mare dell'indifferenza e della speculazione. Forse mai come oggi il papa non ha armate e quindi non ha chi è disposto a sostenere le sue parole. Ma le cose che ha detto non devono essere fatte cadere nel vuoto soprattutto da chi, quotidianamente, parla del bene comune, ma poco fa per conseguirlo.
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