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Pacchi in crescita, lettere in caduta: la rivoluzione dei servizi postali secondo Agcom

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Pacchi in crescita, lettere in caduta: la rivoluzione dei servizi postali secondo Agcom

Il 2024 segna una svolta nei servizi postali italiani: per la prima volta, il numero di invii di pacchi ha superato sensibilmente quello della corrispondenza, confermando un trend iniziato da anni e oggi sempre più netto. Secondo i dati presentati dal presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella nella Relazione annuale al Parlamento, nel corso dell’anno sono stati effettuati complessivamente circa 3,1 miliardi di invii postali. Tuttavia, il totale è in calo dell’1,5% rispetto al 2023, un dato attribuibile al crollo della corrispondenza, che registra un -6,2% in un solo anno e un drammatico -18% sul 2020.

Pacchi in crescita, lettere in caduta: la rivoluzione dei servizi postali secondo Agcom

A trainare il settore è invece il comparto dei pacchi, che ha fatto registrare una crescita del 7,3% rispetto al 2023, raggiungendo quota 1,17 miliardi di invii. Una dinamica in linea con l’espansione dell’e-commerce e la trasformazione delle abitudini di acquisto dei consumatori, sempre più orientati verso piattaforme digitali e consegne rapide a domicilio. Rispetto al 2020, la crescita degli invii di pacchi è stata del 34,6%, un dato che certifica un mutamento strutturale del mercato, destinato a consolidarsi nei prossimi anni.

Ricavi in aumento grazie al comparto pacchi
Il boom dei pacchi ha avuto un impatto positivo anche sui ricavi complessivi del settore postale, che nel 2024 hanno toccato gli 8,59 miliardi di euro, con un incremento dell’1,9% rispetto all’anno precedente. L’aumento, pari a circa 163 milioni di euro, è legato in larga parte proprio ai maggiori introiti generati dai servizi di consegna dei pacchi, ormai diventati il motore economico del comparto. Questo segmento, un tempo considerato accessorio rispetto al cuore tradizionale della posta, ha assunto un ruolo dominante sia in termini di volume che di redditività.

Il declino del servizio universale
Al contrario, continua a ridursi il peso della corrispondenza tradizionale, in particolare quella rientrante nel cosiddetto Servizio universale, che garantisce la consegna della posta anche nelle zone meno remunerative o difficilmente raggiungibili. In termini di volumi, nel 2024 questo servizio rappresenta solo il 30,4% degli invii totali, mentre sul piano dei ricavi pesa ancora per il 53%. Un dato che evidenzia la difficoltà di sostenere economicamente una funzione pubblica in progressivo disuso, ma ancora essenziale in molte aree del Paese, soprattutto rurali e montane.

Sfida al futuro per la regolazione postale

Le trasformazioni in atto pongono nuove sfide regolatorie, su cui Agcom richiama l’attenzione delle istituzioni. Mentre i pacchi spingono verso l’innovazione, la contrazione della corrispondenza obbliga a ripensare la struttura del servizio universale, la sua copertura economica e la sua rilevanza in un contesto di digitalizzazione spinta. La Relazione di Lasorella sottolinea la necessità di un aggiornamento normativo che accompagni il cambiamento, garantendo efficienza, inclusione territoriale e sostenibilità finanziaria. La transizione dal mondo delle lettere a quello dei pacchi, insomma, non è solo una questione logistica, ma anche politica e culturale.

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