L'Ocse, fiduciosa sulla ripresa, rivede al rialzo le previsioni

- di: Jean Aroche
 
Il PIL globale aumenterà del 5,8% nel 2021, mentre le previsioni per il prossimo anno fissano al crescita al 4,4%. Sono questi i dati contenuti nell'ultimo rapporto dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, secondo cui la ripresa, più robusta rispetto alle previsioni precedenti, è comunque tutt'altro che omogenea.
Se la Cina ha riguadagnato il suo livello di attività tornando a quello che precedente alla pandemia dopo soli sei mesi, l'Argentina - per tornare alla precedente crescita - dovrà aspettare molto di più, almeno cinque anni.

Stando alle elaborazioni dell'Organizzazione, la maggior parte delle economie avanzate dovrebbe riconquistare il proprio livello di PIL precedente alla crisi pandemica entro la fine del 2022.
Ma, rileva l'Ocse, la crisi ha acuito le diseguaglianze tra i dipendenti. Tale considerazione si basa sul fatto che la quota di posti di lavoro qualificati è aumentata, a scapito degli altri, in quasi tutti i 38 Paesi che aderiscono all'Ocse. Secondo gli analisti dell'Organizzazione, un'altra caratteristica dell'attuale transizione è determinata dallo squilibrio tra domanda e offerta, che aumenta la volatilità dei prezzi.

Come si legge nel rapporto, grazie a una forte ripresa della domanda, le esportazioni di beni sono aumentate di anno in anno in almeno la metà dei Paesi Ocse nel primo trimestre, mentre i servizi sono rimasti indietro. Tuttavia, le capacità produttive non tengono il passo con l'aumento della domanda, causando un aumento dei prezzi. L'inflazione dovrebbe aumentare del 2,5% nel 2021, secondo le stime dell'istituzione internazionale, prima di scendere gradualmente, una volta che le condizioni di mercato torneranno alla normalità.
L'Ocse, nel suo rapporto, si è anche soffermata su come i Paesi abbiano affrontato la crisi, determinando le condizioni per un recupero delle performance precedenti alla pandemia. Per l'Ocse, la straordinarietà della ripresa economica, sotto tutti i punti di vista, è innanzitutto conseguenza dell'eccezionale sostegno degli Stati, grazie al quale si sono preservate la struttura economica e quella sociale.

Secondo l'organizzazione, oltre all'aiuto dei governi ed alla politica collaborativa delle banche centrali, la ripresa dipende dall'efficacia delle campagne di vaccinazione.
"La priorità assoluta" - si legge nel rapporto - "è dedicare tutte le risorse necessarie all'implementazione dell'immunizzazione il più rapidamente possibile", anche se appare evidente la disparità tra Paesi ricchi (dove per cento abitanti sono almeno 60 quelli già vaccinati) e quelli poveri (solo dieci persone hanno avuto somministrato una dose).
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