Nucleare: il Giappone non sa come smaltire il terriccio contaminato di Fukushima

- di: Redazione
 
A distanza di dieci anni, il Giappone è ancora alle prese le complesse procedure per la bonifica e la decontaminazione del materiale del sito dell'impianto nucleare di Fukushima, dopo il disastro del 2011. Uno dei problemi non ancora risolti è quello delle grandi quantità di terriccio raccolto durante i lavori di decontaminazione e che ora si trova in centinaia di siti di piccola estensione, senza alcuna prospettiva di essere trasferito in tempi brevi in strutture di stoccaggio provvisorio prima della scadenza stabilita dal governo. Secondo la stampa nipponica, il terriccio si trova attualmente in 830 siti, nei territori di sei Comuni della prefettura di Fukushima.

Giappone: problemi per lo smaltimento del terreno contaminato presso Fukushima

La non certo ambita palma della città con il maggiore quantitativi di rifiuti è quella di Koriyama, che ha 582 siti contenenti circa 6.000 metri cubi di rifiuti. Segue Fukushima (2.000 metri cubi in 200 siti).
I tempi per il conferimento del terriccio nei siti deputati alla decontaminazione rischiano di dilatarsi, anche se il governo aveva previsto di completare l'operazione entro la fine di questo mese come previsto dalla legge.
Il volume di suolo contaminato e di altri materiali radioattivi in attesa di spedizione ammonta a 8.460 metri cubi, l'equivalente di 130 camion del peso di 10 tonnellate ciascuno.
Una delle ragioni principali del ritardo è che sono state costruite nuove case su un terreno in cui è stato sepolto il terriccio contaminato, mentre si trascinavano, in molte comunità, i negoziati sull'individuazione dei siti di stoccaggio.

Funzionari dei sei governi locali hanno affermato che i livelli di radiazioni negli 830 siti non rappresentano alcun rischio per la salute, poiché le letture erano inferiori a 0,23 microsievert all'ora, la soglia per la necessità di decontaminare. I lavori di decontaminazione nelle comunità colpite nella prefettura sono terminati entro marzo 2018.

I rifiuti di tali operazioni devono per legge essere spediti fuori prefettura per lo smaltimento definitivo entro il 2045. Fino ad allora, la struttura di stoccaggio provvisorio è tutto ciò che era disponibile. Negli ultimi 18 mesi il governo centrale e le autorità della prefettura di Fukushima sono state bloccate in trattative su cosa fare con il suolo contaminato che non può essere spostato a breve.

Il ministero dell'Ambiente ha invitato le amministrazioni locali a continuare a gestire il suolo contaminato e ritenuto difficile da spostare, in linea con una direttiva emanata a dicembre 2020 che ne ha affidato la responsabilità. La legge sulle misure speciali in materia di manipolazione dei materiali radioattivi prevede che i comuni, che hanno curato la bonifica, siano responsabili della gestione dei materiali contaminati.
Ma la direttiva del ministero ha provocato la rivolta dei governi locali, che operano con manodopera e fondi limitati.

Funzionari delle amministrazioni cittadine di Fukushima e Sukagawa hanno tenuto colloqui informali con il ministero lo scorso ottobre per richiedere al governo centrale di raccogliere, gestire e trasportare il suolo contaminato. "Non possiamo gestire questi siti per sempre poiché il numero dei nostri dipendenti sta diminuendo", ha affermato un funzionario locale impegnato nella trattativa.
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