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La primavera non inizia il 21 marzo, quando cade l'equinozio e perché

- di: AdnKronos
 
Dal 2007 la primavera arriva 'in anticipo'
È credenza diffusa che la primavera inizi il 21 marzo, ma la realtà è ben diversa. La data dell'equinozio di primavera può cambiare di anno in anno e, nello specifico, nel 2025 cadeva ieri, 20 marzo, esattamente alle 10.01.
Il termine 'equinozio'
La parola per definire l'evento astronomico che sancisce l'inizio della nuova stagione, equinozio, "viene dal latino aequa-nox, ovvero notte uguale e indica che in un dato giorno la durata del periodo diurno e di quello notturno sono uguali", ricorda l'Istituto nazionale di Astrofisica.

Cosa è successo ieri
Nella giornata di ieri, 20 marzo, ci sono state esattamente 12 ore di luce e 12 ore di buio perché durante l'equinozio i raggi del Sole sono perpendicolari all’equatore e quindi tra emisfero Nord ed Emisfero Sud non ci sono differenze tra le ore di luce solare e quelle di assenza di luce solare. Da questo momento per i sei mesi successivi il nostro diventa l’emisfero più illuminato.

Quando cade l'equinozio di primavera
Equinozi e solstizi cambiano ogni anno, in base al moto della Terra intorno al Sole. Nello specifico quello di marzo si posiziona tra il 20 e il 21 (raramente il 19). Insomma può capitare che la primavera inizi effettivamente il 21 marzo, ma in realtà è accaduto di rado negli ultimi anni e non accadrà per molto tempo in futuro. Dal 2000 a oggi l'equinozio è caduto il 21 marzo solo due volte, nel 2003 e nel 2007. E la prossima volta, ha spiegato Sandro Bardelli, astronomo dell’Osservatorio di astrofisica e scienza dello spazio dell’Inaf di Bologna, sarà nel 2102.
L’oscillazione di questa data come di quelle dell'equinozio d'autunno e dei due solstizi di estate e inverno è una conseguenza della natura frazionaria della durata dell’anno tropico. Se la durata di un anno fosse esattamente pari a un multiplo intero della durata di un giorno, le stagioni seguirebbero un ciclo perfetto e ogni anno comincerebbero sempre lo stesso giorno, ma dal momento che un anno solare dura 365,2422 giorni cioè quasi un quarto di giorno di troppo, ogni quattro anni le stagioni accumulano un ritardo di circa un giorno. Questa è la ragione per cui ogni quattro anni aggiungiamo un giorno al calendario, il 29 febbraio, ed è anche il motivo per cui le date di solstizi ed equinozi variano.

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