Le dimensioni dell'epidemia di Coronavirus negli Stati Uniti, al di là del singolare approccio verbale che il presidente Trump sta avendo a questo enorme problema, ha assunto toni drammatici, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche da quello sociale e da quello economico. Tutto questo mentre le stime aggiornate a poche ore fa fanno salire ad oltre cinque milioni i casi di infettati in tutto il mondo.
Secondo le stime ufficiali di oggi, negli Stati Uniti, dall'inizio dell'epidemia, sono morte 93 mila persone, a fronte di un milione e mezzo di contagi. Numeri che fanno dell'America il Paese che, in assoluto, sta maggiormente accusando gli effetti del Coronavirus.
Ma un altro elemento sembra avere scosso la percezione collettiva dell'ampiezza dell'epidemia. Dopo avere inanellato mesi e mesi di record positivi per l'occupazione, gli Stati Uniti si trovano ora davanti a numeri di senza lavoro inimmaginabili sino all'inizio dell'anno.
L'ultima stima dice che più di 25 milioni di americani sono disoccupati. Un fenomeno che riporta ai tempi della Grande depressione e che, quindi, fornisce un quadro drammatico di come difficile sarà la ripresa, nonostante l'ottimismo sparso a piene mani da Trump. Il presidente americano sembra infatti, dedicare la maggior parte del suo tempo a sperimentare su sé stesso terapie contro il virus (senza peraltro fornire gli studi scientifici che lo hanno convinto o il nome degli scienziati che lo seguono) ed alla guerra verbale scatenata contro Pechino e l'Organizzazione mondiale della Sanità, da lui accusata di avere colpevolmente coperto la reale portata dell'epidemia in Cina, impedendo quindi al resto del mondo di prepararsi per fronteggiarla con efficacia.
È di queste ore anche il bilancio del Coronavirus in Francia, dove si contano 28.132 decessi, con 1794 pazienti in gravi condizione ricoverati in terapia intensiva. Nel mondo, oggi, il numero di morti accertati è di 328.047 decessi. L'Europa, con due milioni di casi e quasi 170 mila decessi, è il continente più colpito.