Coronavirus, in Toscana tornano in auge le buchette del vino

 
Se c'è una cosa che il popolo italiano ha dimostrato di avere e di non perdere mai, nonostante il passaggio di anni, decenni, secoli e millenni, è la capacità di adattarsi anche davanti alle più grandi difficoltà.
Ed è indubbio che il nostro paese (come quasi l'interezza del pianeta) stia passando uno dei periodi più complicati della sua storia per via della pandemia da Coronavirtus scoppiata a febbraio e che ha colpito molto duramente la penisola, diventata di fatto l'epicentro dei contagi nel continente europeo.

Fra le tante modalità di ripartenza che gran parte degli italiani hanno dovuto mettere in atto dopo la fine del lockdown, va segnalata una sorta di "ritorno al passato" che si è visto in Toscana durante le ultime settimane.

Sono tornate in auge infatti le cosiddette "buchette del vino", minuscole porticine nei muri delle attività diffuse in 29 località della regione che furono create nel 1500 e diventarono uso comune un secolo dopo quando il territorio fu colpito dalla peste.

Le buchette in tutta la Toscana sono circa 150 e gran parte di essere nei secoli era stata murata. Ma un'associazione le ha individuate e ha portato al suo riutilizzo come perfetta modalità di vendita al dettaglio che permette il mantenimento della distanza di sicurezza per ridurre il rischio dei contagi da Coronavirus.

Niente plexiglass o consegna a domicilio quindi: vino, aperitivo, caffè, gelato ma anche libri e qualsiasi tipo di merce in vendita (e piccola abbastanza) passano dalle buchette che tornano a essere una necessità nel bel mezzo di una pandemia.

Queste feritoie furono contate 5 anni fa da un'associazione gestita da Diletta Corsini, Mary Christine Forrest e Matteo Faglia. Con l'accademico Francesco Rondinelli che al tempo raccontò l'efficacia del loro utilizzo della "Relazione del contagio", con cui spiegava i modi in cui ai tempi della peste i toscani prendevano i fiaschi attraverso le buchette e pagavano lasciando i soldi in un contenitore di metallo legato a un bastone. Con i titolari delle attività che per sicurezza disinfettavano l'incasso con l'aceto.
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