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Netanyahu verso l’occupazione totale di Gaza

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Netanyahu verso l’occupazione totale di Gaza
Benjamin Netanyahu è a un passo dal varare la decisione più radicale della sua carriera: l’occupazione totale della Striscia di Gaza. Una scelta che potrebbe arrivare già domani, dopo settimane di riunioni riservate e pressioni interne. “Gaza non deve più rappresentare una minaccia per Israele”, ha ripetuto il premier, convinto che solo un controllo diretto e permanente sul territorio possa garantire la sicurezza del Paese.

Netanyahu verso l’occupazione totale di Gaza

Il progetto però divide profondamente l’apparato militare. Nei vertici delle Forze di difesa israeliane serpeggia più di un dubbio: un’operazione di questa portata rischia di trasformarsi in un conflitto infinito, con costi altissimi in termini di vite e risorse. Netanyahu non arretra: “L’esercito si adeguerà”, ha detto secco, lasciando intendere che la linea politica è già tracciata e non ammette esitazioni.

L’allarme internazionale

La comunità internazionale segue con crescente preoccupazione. Le Nazioni Unite hanno messo in guardia da quello che definiscono “uno scenario catastrofico per la popolazione civile”. Oggi l’80% degli abitanti di Gaza sopravvive solo grazie agli aiuti umanitari, e un’occupazione militare totale rischierebbe di azzerare ogni margine di sostegno. Secondo indiscrezioni raccolte dalla stampa israeliana, Donald Trump vorrebbe che gli Stati Uniti controllassero in via esclusiva la distribuzione degli aiuti, rafforzando così la propria influenza nello scacchiere mediorientale.

L’incidente degli aiuti

La drammaticità della crisi è esplosa di nuovo all’alba, quando un camion carico di viveri è stato preso d’assalto dalla folla. Nel caos, il mezzo si è ribaltato, causando almeno venti morti e decine di feriti. Una scena disperata che mostra il livello estremo di emergenza vissuto dalla popolazione, stretta tra la scarsità di beni primari e il peso incessante dei bombardamenti.

Mosca si muove, ma resta prudente

Sul fronte diplomatico, l’arrivo a Mosca dell’imprenditore Howard Lorber Witkoff, figura vicina a Trump, ha alimentato speculazioni sul possibile ruolo del Cremlino. Per ora la Russia ha mantenuto toni cauti: “I Paesi sovrani hanno il diritto di scegliere le proprie strategie di sicurezza”, ha dichiarato un portavoce, evitando di sbilanciarsi apertamente.

Un bivio storico

Il futuro della regione si decide nelle prossime ore. Netanyahu punta a rafforzare il consenso interno promettendo sicurezza e stabilità, ma i rischi sono enormi: un’occupazione totale potrebbe incendiare l’intero Medio Oriente e aprire una stagione di violenza ancora più difficile da contenere. L’Onu e gran parte delle capitali occidentali mettono in guardia, ma la determinazione del premier israeliano appare incrollabile.

La domanda resta aperta: l’occupazione di Gaza sarà davvero la strada verso la sicurezza per Israele, o diventerà il detonatore di un conflitto senza fine?
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