Natale: India, le comunità cristiane sotto attacco degli estremisti indù

- di: Redazione
 
Le minoranze cristiane d'India sono state oggetto, negli ultimi mesi, di attacchi da parte di estremisti indù. Secondo alcune organizzazioni per la difesa dei diritti umani, nei primi dieci dell'anno sono stati più di 300 gli attacchi alle comunità cristiane e ai loro luoghi di culto.
L'ultima risale a poche ore prima delle celebrazioni religiose per il Natale nel Karnataka (nella parte meridionale dell'India), contro la chiesa di San Giuseppe, vecchia di centocinquantadue anni, nella parrocchia di Soosaipalya.

India: per Natale diversi attacchi di estremisti verso la comunità cristiana

Nottetempo la chiesa è stata attaccata e vandalizzata, con le state mutilate a sassate, da decine di estremisti induù che hanno agito totalmente indisturbate.
Tra gennaio e novembre, solo nel Karnataka, l'Unione popolare per le libertà civili (PUCL), un'organizzazione non governativa, ha registrato 39 attacchi contro ''obiettivi'' cristiani.

In un suo rapporto, intitolato "Criminalizzazione della pratica della fede" , il PUCL sottolinea che gli autori di tutti questi attacchi sono membri di organizzazioni estremiste indù, come il Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS), organizzazione paramilitare che rifà all'ideologia del Bharatiya Janata Party (BJP), il partito del Primo Ministro Narendra Modi.

A fare da sfondo alla recrudescenza delle violenze nel Karnataka contro i cristiani ci sono le accuse di conversioni forzate. Il BJP, al potere nello Stato, respinge questa ricostruzione, sostenendo che c'è armonia tra le varie componenti religiose della società, come dimostrato da un recente censimento di tutte le chiese e dei sacerdoti che vi officiano. Ma questo quadro cozza con le parole del capo dell'esecutivo statale, Basavaraj Bommai, che non ha esitato a parlare di una lenta ''invasione religiosa''. Una ricostruzione smentita dall'arcivescovo di Bangalore, capitale del Karnataka, Peter Machado che ha definito quello delle conversioni di massa ''un mito''.

Nel Karnataka i cristiani rappresentano meno del 2% della popolazione mentre a livello livello nazionale, sono appena il 2,3%, in un'India indù all'80%.
Nel giorno dell'assalto vandalico alla chiesa di San Giuseppe, a Soosaipalya, lo Stato del Karnataka ha approvato una controversa legge anti-conversione, che impone drastiche restrizioni alle conversioni e ai matrimoni interreligiosi: le pene previste possono arrivare fino a dieci anni di carcere.

"Le conversioni sono diventate un crimine, è un attacco alla libertà religiosa, ma anche al diritto alla privacy", è il commento dell'arcivescovo Machado. Peraltro, come temono le comunità cristiane, questa legge potrebbe galvanizzare le milizie indù locali e incoraggiare ulteriori violenze.
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