Da Marcel Duchamp al “favoloso Calvino”, gli appuntamenti del weekend

- di: Samantha De Martin
 

FOTO: Favoloso Calvino. Il mondo come opera d’arte. Carpaccio, de Chirico, Gnoli, Melotti e gli altri | Foto: © Alberto Novelli

L’immaginario di Italo Calvino passa attraverso una mostra che abbraccia 400 capolavori portando a Roma un racconto a 360 gradi intessuto di letteratura, cinema, arte, astronomia.

Fino al prossimo 4 febbraio il percorso Favoloso Calvino. Il mondo come opera

d’arte. Carpaccio, de Chirico, Gnoli, Melotti e gli altri, curata da Mario Barenghi, propone un percorso cronologico e tematico legato soprattutto alla compresenza nella produzione calviniana di filoni diversi.

Testi e materiali che documentano l’attività dei genitori di Calvino nei campi della botanica, della floricoltura e dell’agronomia dialogano con l’installazione di Emilio Isgrò sulla Formica argentina che funge da ponte tra un fenomeno reale e la sua futura trasfigurazione letteraria. La partecipazione alla Resistenza, la militanza politica, la scelta letteraria, nella seconda metà degli anni Quaranta, e poi l’oscillazione tra fiaba e realismo sono alcuni dei temi toccati dal percorso. Nell’arazzo millefiori di Pistoia, capolavoro dell’arte rinascimentale, lo sguardo si smarrisce, come i personaggi dei romanzi cavallereschi in cerca di avventure.

All’icasticità delle invenzioni calviniane – simboleggiata dall’armatura quattrocentesca

prestata dal Kunsthistorisches Museum di Vienna – fa riscontro il travaglio della scrittura, specie nelle opere d’impianto realistico, esemplificato in mostra da alcune pagine dell’autografo della Speculazione edilizia conservato al Centro manoscritti di Pavia.

L’arte è per Calvino un’inesauribile miniera di ispirazioni. La mostra abbraccia gli scritti dedicati a singoli artisti (Carlo Levi, Giorgio de Chirico, Domenico Gnoli, Luigi Serafini, Enrico Baj, Tullio Pericoli e tanti altri) oltre alle installazioni direttamente ispirate ai suoi libri, come gli acquerelli di Pedro Cano sulle Città invisibili, il «veridico ritratto del signor Palomar» di Daniel Maja, Calvino di Richard Serra.

Duchamp in mostra a Venezia

Fino al 18 marzo alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia 60 opere provenienti da prestigiose istituzioni museali nazionali e internazionali, oltre che da collezioni private compongono la prima personale che l’istituzione veneziana dedica alla poliedrica figura di Marcel Duchamp, storico amico e consigliere di Peggy Guggenheim. Il percorso Marcel Duchamp e la seduzione della copia, a cura Paul B. Franklin, prende avvio da un quesito: può una copia avere lo stesso valore di un originale? Creando e ricreando i suoi lavori, Duchamp ha sempre dimostrato come alcuni duplicati e i loro originali possano in verità offrire un analogo piacere estetico, ridefinendo ciò che costituisce un'opera d'arte e, per estensione, l'identità dell'artista.

Alle Gallerie Estensi di Modena

Fino al 14 gennaio le Gallerie Estensi di Modena presentano la prima grande mostra italiana dedicata al pittore olandese, seguace di Caravaggio, Hendrick ter Brugghen. Ter Brugghen. Dall’Olanda all’Italia sulle orme di Caravaggio ripercorre lo straordinario soggiorno dell’artista nel belpaese, una permanenza che ha segnato l’impronta della sua pittura. Nonostante fosse già noto che il pittore avesse risieduto a Roma e in Italia almeno per sei o sette anni, fra il 1607-1608 circa e il 1614, recenti studi hanno messo in luce l’importanza del periodo giovanile, cruciale per il suo percorso.

Curata da Federico Fischetti e Gianni Papi, l’esposizione presenterà i risultati delle più recenti ricerche su Ter Brugghen. Saranno riunite tutte le opere appartenenti alla fase italiana dell’artista che, assieme a Ribera e agli altri partecipanti alla “schola” di Michelangelo Merisi -Bartolomeo Manfredi, Cecco del Caravaggio e Spadarino –  è stato tra i protagonisti del primo movimento naturalistico scaturito dalla rivoluzione caravaggesca.

A Milano un viaggio nell’oro di Klimt

La nuova location del Next Museum, spazio multimediale, immersivo e tecnologico, inaugura a Milano con una produzione internazionale targata Next Exhibition.

La mostra immersiva Klimt The Gold Experience fino al 28 gennaio avvicinerà il pubblico ai linguaggi dell’artista rivoluzionario che ha fatto dell’oro la sua più apprezzata cifra stilistica.

Attraverso un percorso che abbraccia anche la vita del maggiore esponente della Secessione Viennese, i visitatori potranno entrare in contatto con un’area immersiva di oltre 300 metri quadri dove le pareti si dissolvono per sciogliersi in un mare d’oro.

Grazie alla tecnologia del videomapping e ad un sistema di proiettori ad alta definizione capolavori iconici come Il Bacio, L’Albero della Vita, Il Ritratto di Adele Bloch-Bauer accompagneranno il pubblico letteralmente dentro l’arte di Klimt, mentre la sezione di virtual reality consentirà di osservare il mondo con gli occhi dell’artista traendo ispirazione dai paesaggi a lui più familiari.

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