Moldavia, per gli europeisti una vittoria a metà nel referendum: a rischio rielezione di Maia Sandu

- di: Redazione
 
È valido il referendum che ha chiamato alle urne i cittadini moldavi e che, con un margine risicato, ha approvato le modifiche proposte e quindi l'impegno di aderire all'Unione europea.
Il risultato ufficiale parla di un "sì" espresso dal 50,46% dei votanti, quando lo scrutinio è pressoché ultimato. Ma l'esiguo vantaggio dei favorevoli al quesito referendario è stato, a detta degli analisti locali, quasi uno shock, poiché le previsioni davano un netto vantaggio del "sì".

Moldavia, per gli europeisti una vittoria a metà nel referendum: a rischio rielezione di Maia Sandu

Peraltro il voto sull'Ue in Moldavia (un Paese con 2,6 milioni di abitanti) era abbinato a quello delle elezioni presidenziali, nelle quali il presidente in carica, la filo-europea Maia Sandu, non ha centrato al primo turno la conferma e, quindi, a novembre, sarà costretta ad un ballottaggio.
Sandu, commentando l'esito del referendum, ha detto che le forze che vogliono l'ingresso del Paese nell'Ue hanno vinto la prima battaglia di una "guerra difficile", ma "ingiusta", accusando coloro che ha definito "nemici" del Paese - tra i quali gruppi criminali - di avere tentato di comprare voti.

Per Maia Sandu, peraltro, il risultato risicato a favore del sì è stato condizionato fortemente dall'ingerenza straniera, affermando che la Moldavia ha subito un "assalto senza precedenti alla democrazia", dicendo che il suo governo aveva "prove evidenti" che 300.000 voti erano stati comprati, cosa che ha definito "una frode di portata senza precedenti".
Anche se nelle sue dichiarazioni ufficiali non ha fatto riferimento esplicito alla Russia, è apparso abbastanza chiaro che parlava dei tentativi di Mosca di condizionare il voto popolare. Come peraltro confermato nelle ultime settimane dalle autorità di sicurezza moldave, che hanno scoperto un gigantesco schema di pagamenti provenienti dalla Russia per rastrellare voti contro la presidente uscente e, quindi, contro il referendum sull'UE.

Se il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha immediatamente replicato, chiedendo che Sandu presenti "prove" a sostegno delle sue affermazioni, il suo collega dell'UE Peter Stano ha dichiarato oggi che il voto si è svolto "sotto un'interferenza e un'intimidazione senza precedenti da parte della Russia e dei suoi delegati".

Per quello che hanno ricostruito alcune inchieste giornalistiche l'ipotesi di una interferenza nel voto è più che fondata. Come confermato da un reportage di ieri della BBC, che ha riferito di voti comprati presso un seggio elettorale per i residenti della regione separatista moldava della Transnistria, sostenuta economicamente, politicamente e militarmente dalla Russia.

Oltre al referendum sulla modifica della Costituzione, domenica i moldavi sono andati alle urne anche per le elezioni presidenziali del Paese. Anche l'esito delle elezioni presidenziali sta alimentano la polemica politica. Perché se Sandu è risultata vincitrice del primo turno elettorale con il 41% dei voti, il suo principale antagonista, Aleksandr Stoianoglo, sostenuto dal filorusso Partito socialista, con il 26% dei voti ha ottenuto un risultato notevolmente superiore alle aspettative. Il prossimo turno delle presidenziali si terrà il 3 novembre e sin da ora il voto si presenta difficile per Sandu, perché gli altri candidati eliminati, il populista Renato Usatii e l'ex governatrice della Gagauzia Irina Vlah, probabilmente si alleeranno con Stoianoglo.

Il voto sul referendum ha diviso il Paese, con molti dei giovani che hanno espresso a gran voce il loro sostegno al futuro della Moldavia come Stato membro dell'UE, sostenendo di volese scegliere un futuro europeo per il loro Paese, per il bene dell'economia e per maggiori opportunità.
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