Mercuri, Consulting Leader di Deloitte Italia: "Colmare il gap digitale delle Pmi italiane col Recovery Fund"

- di: Daniele Minuti
 

Le Piccole e Medie Imprese italiane devono necessariamente concentrarsi sullo sviluppo della digitalizzazione in modo da colmare la differenza in questo settore con gli altri Paesi, adesso o mai più. É questo il semplice ma deciso messaggio che Alessandro Mercuri, Consulting Leader di Deloitte Italia (in foto), ha voluto lanciare commentando i dati pubblicati da Istat su "Imprese e Ict 2020".


Il report dell'Istituto ha mostrato che nel nostro paese ci sono grandi passi da compiere per le imprese nel campo della digitalizzazione e delle tecnologie dell'informazione e comunicazione, cammino ancora più necessario viste le difficoltà causatew dall'emergenza sanitaria.

Dopo aver visionato l'analisi di Istat, Mercuri ha commentato: "Nell'anno della pandemia da Covid-19 tutti hanno capito quanto siano importanti la digitalizzazione e l'Ict: il modo in cui le imprese hanno risposto alle problematiche relative al Coronavirus è variato molto in funzione delle dimensioni aziendali. Quelle più piccole hanno affrontato difficoltà maggiori per via dei bassi investimenti sulla digitalizzazione negli anni passati. Adesso però abbiamo un'occasione imperdibile grazie al Recovery Fund, per permettere la transizione di tutto l'ecosistema imprenditoriale italiano verso una nuova fase dell'economia in cui l'Ict diventi parte integrante dei piani strategici e di business. La digitalizzazione sarà uno dei pilastri del programma Next Gen Eu e l'Italia deve usare le risorse messe a disposizione dall'Unione Europea per colmare il gap con i Paesi più competitivi in questo campo. Ora o mai più".

Il Consulting Leader di Deloitte Italia fa riferimento ai dati mostrati da Istat, secondo i quali c'è stato un forte aumento del numero di imprese che nel 2020 si è fornito di un sito web che dà informazioni sui propri servizi e prodotti (dal 34% del 2019 al 55%) e che ha scelto di utilizzare servizi cloud (dal 23% del 2018 al 59%). Oltre a questo, solamente l'8% delle Pmi ha dichiarato di avvalersi di almeno due dispositivi smart o sistemi interconnessi di analisi di big data, con il 4,5% che usa stampanti 3D nei processi di produzione. Ancora troppo bassi i numeri di crescita sull'Intelligenza Artificiale (solo il 23% delle imprese con almeno 10 addetti ha dichiarato di usare almeno uno strumento IA).

"La crisi sanitaria ha avviato un processo di cambiamento e digitalizzazione" - spiega Mercuri - "dando un'accelerazione che nessuno avrebbe potuto prevedere ma questo non basta. L'Istat mostra che l'82% delle imprese con almeno 10 addetti non adotta più di 6 delle 12 tecnologie considerate dall'indicatore Digital Intensity Index. Questa analisi mostra che le infrastrutture digitali debbano essere una priorità di investimento nel nostro paese. Se c'è un driver di crescita di cui abbiamo bisogno, è quello della digitalizzazione anche se tali infrastrutture andranno affiancate dalla competenza, raggiungibile solo con un preciso processo di alfabetizzazione digitale dei cittadini. Lo studio dell'Osservatorio della nostra Fondazione mostra come si debba investire nel campo delle competenze tecnico-scientifice, visto che in Italia meno del 30% degli iscritti all'Università studia discipline STEM (Scientifiche, Tecnologiche, Ingenieristiche e Matematiche) portando al paradosso di uno dei paesi col maggiore tasso di disoccupazione giovanile e in cui un'impresa su quattro non trova i profili professionali che cerca".


Il report completo dell'Istat: REPORT_ICT_NELLE_IMPRESE_2019_2020.pdf

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