(Foto: Ivan Espinosa, Ceo di Nissan).
In un colpo di scena che sa di déjà-vu, il fondo pensione di Mercedes-Benz ha deciso di dismettere la sua partecipazione nel capitale di Nissan, pari al 3,8 %. Il prezzo? Circa 47,83 miliardi di yen, ossia tra 323 e 325 milioni di dollari a seconda delle conversioni. Tutta la quota è stata ceduta a un prezzo per azione oscillante tra 337,5 e 341,3 yen, con uno sconto del 5-7 % rispetto alla chiusura precedente.
Risultato immediato? Una caduta libera dei titoli Nissan sul mercato di Tokyo: tra –6 % e –6,5 %, ovvero la peggior seduta dal luglio scorso.
Un matrimonio che scricchiola
L’alleanza tra Mercedes e Nissan risale al 2010, ai tempi di Carlos Ghosn e della crisi post-2008, con l’obiettivo di ottimizzare costi e sviluppi tra le due marche. Oggi, però, la dismissione da parte di Mercedes – definita una “pulizia di portafoglio” – segna la fine di un capitolo; la partecipazione era stata trasferita nel fondo pensione già nel 2016.
Nissan in affanno: rosso su rosso
Il quadro finanziario di Nissan non è roseo. Il trimestre aprile-giugno ha registrato una perdita di circa 535 milioni di dollari, mentre il flusso di cassa libero è negativo per 390 miliardi di yen. La guida del nuovo CEO Ivan Espinosa, in carica da aprile, è accompagnata da un piano di ristrutturazione aggressivo: taglio della capacità produttiva da 3,5 a 2,5 milioni di veicoli, riduzione degli impianti da 17 a 10 entro il 2027, contenimento di 500 miliardi di yen (circa 3,4 miliardi di dollari) tra costi, posti di lavoro e asset.
Eppure non basta: la capitalizzazione di mercato resta sotto i 10 miliardi di dollari, con le azioni in ribasso di circa –28 % da inizio anno.
Renault nell’ombra
La principale azionista, con oltre il 35 % del capitale, è Renault. La partnership con Nissan appare logora e si moltiplicano i dubbi su un possibile disimpegno in futuro.
Reazione del mercato e scenari futuri
Il verdetto borsistico è stato gelido: il mercato non crede pienamente nella ripartenza di Nissan. Il contesto resta incerto tra ascesa dei competitor cinesi, vendite in frenata negli Stati Uniti e in Cina e dazi ancora pesanti.
Commenti a caldo
- “La vendita è semplicemente una pulizia di portafoglio.” ha detto Mercedes.
- Un analista di CLSA ha osservato: “Prima che la situazione finanziaria di Nissan peggiorasse, c’era interesse a riacquistarne le azioni; ora il denaro scarseggia per interventi da altri azionisti.”
In sintesi, la mossa di Mercedes segna una frattura simbolica ma anche concreta: un segnale di sfiducia verso il rilancio dell’alleanza auto nippo-teutonica. Nissan affronta una fase cruciale: tra un piano di ristrutturazione duro come la pietra e il ridotto sostegno azionario, l’azienda è chiamata a dimostrare ora una tenuta e una visione strategica finora troppo fragili.