Da Shanghai a Mumbai: timidi rialzi, valute in tensione e materie prime sospese in attesa del discorso della Fed.
Aperture asiatiche sotto la lente
Shanghai esordisce con un rialzo dello 0,33%, a quota 3.783,62 punti.
Shenzhen apre in verde dello 0,28%, a 2.364,69 punti.
Hong Kong parte in rosso: l’Hang Seng cala dello 0,24%, a 25.105 punti.
Movimento generale dei mercati asiatici al via
L’MSCI Asia-Pacific (ex Giappone) avanza dello 0,2%, con la Kospi di Seul in evidenza grazie a un +1%, mentre il Nikkei 225 oscilla intorno alla parità con un +0,1%.
Dollaro e valute asiatiche
Il dollaro USA resta stabile, con l’indice DXY a 98,60. Tra le valute asiatiche, lo yen si mantiene stabile a 148,45 nei confronti del dollaro.
Materie prime e oro
Il Brent cede lievemente a circa 67,5 USD al barile; il WTI è vicino a 63,4 USD.
Gas naturale in lieve calo a 2,81 USD.
Oro pressoché stabile: intorno a 3.334 USD/oncia.
Il contesto
Tutto ruota attorno all’atteso discorso di Jerome Powell al simposio di Jackson Hole. Gli investitori cercano indizi su un possibile taglio dei tassi già a settembre, anche se le probabilità vengono riviste al ribasso, intorno al 75%. Il quadro è completato dal CPI giapponese in calo al 3,1%, leggermente sotto il precedente 3,3%, aumentando le speculazioni su possibili mosse della Bank of Japan.
Futures europei all’apertura
- Nifty 50 (India): controvalore 25.122,50 (+39,20)
- Sensex (India): 82.106,75 (+170,85)
- CSI 300 (Cina): 4.310,20 (+32,40)
- Hang Seng Future: 25.249 (+140,00)
- FTSE China A50: 14.588 (+78,00)
Le aperture asiatiche sono in generale positive o stabili, in un clima di moderata cautela, in attesa delle indicazioni della Fed. Le valute riflettono l’attesa: il dollaro forte mantiene pressione, lo yen stabile segnala equilibrio. Materie prime e oro restano piatti: mercato in stand-by. I futures indicano una predisposizione al rialzo, soprattutto in India e Cina.
Un sorriso cauto
In un contesto che oscillava tra la trepidazione e la calma riflessiva, le Borse asiatiche sono scattate in apertura con un sorriso cauto. Shanghai e Shenzhen hanno inaugurato la giornata in positivo, rispettivamente +0,33% e +0,28%, con gli occhi puntati su Washington — e, di riflesso, su Pechino. Contrariamente, Hong Kong ha preferito un esordio più timido, abbassandosi dello 0,24%.
Il resto dell’Asia ha seguito una coreografia diversificata: il Kospi sudcoreano mette il turbo con un +1%, l’MSCI Asia-Pacific avanza con grazia dello 0,2%, mentre il Nikkei fluttua, guadagnando circa lo 0,1%. Le valute, da parte loro, sembrano sospese: il dollaro stabile a 98,60, lo yen pressoché invariato a 148,45. Nessuna svolta nelle materie prime: il Brent a 67,5 USD e il WTI circa 63,4 USD, il gas naturale in lieve discesa a 2,81 USD. L’oro, faro della prudenza, rimane incollato a 3.334 USD/oncia.
Il centro dell’attenzione è senza dubbio Jerome Powell: al simposio di Jackson Hole, il presidente della Fed è atteso come un ministro dei tempi moderni. Il mercato scommette su un taglio dei tassi a settembre, ma con meno fiducia: ora solo al 75%. E mentre in Giappone si osservano segnali d’inflazione in lieve flessione — il CPI si attesta al 3,1% — la pressione resta alta: la Banca del Giappone potrebbe presto farsi sentire.
I futures europei, infine, segnalano un certo moderato ottimismo.