Giorgia Meloni alla Camera disegna l'Italia del futuro: arriva la fiducia alla Camera

- di: Redazione
 
È arrivata l'approvazione della mozione di fiducia al governo di Giorgia Meloni: 235 voti favorevoli, 154 contrari e 5 astenuti hanno sancito l'esito della votazione alla Camera, con quella al Senato prevista per domani. Dopo una lunga serata dedicata alle dichiarazioni, si è iniziato a votare alle 19:37.
Giorgia Meloni
, davanti alla Camera, alla quale ha chiesto la fiducia per il suo governo, ha affrontato la più grande sfida della sua già lunga carriera politica e lo ha fatto con un intervento ampio, puntuale, deciso, come forse non ci si aspettava, e non soltanto dalle opposizioni. Un intervento che ha inteso riallacciare i fili che il tempo e il disincanto hanno tagliato tra i politici e gli italiani, che Giorgia Meloni a chiamato a non sentirsi esclusi, ma a partecipare attivamente e fattivamente alla costruzione del Paese del futuro.

Giorgia Meloni ha parlato per la prima volta alla Camera da presidente del consiglio

Da prima donna presidente del Consiglio, Meloni ha rivolto un pensiero ad altre donne - menzionandole solo per nome, ma s'è capito benissimo a chi si riferisse - che hanno fatto storia dell'Italia in tutti i campi, anche quelli della nuova scienza (Samatha Cristoforetti), della cultura (Oriana Falaci) , dell'educazione (Maria Montessori).
Il primo punto politico che il presidente del Consiglio ha affrontato è stato che, per la prima volta da anni, l'Italia è governata da un esecutivo ''rappresentativo della maggioranza uscita dal voto''. Durissima, seppure ammantata di diplomatico distacco, la replica agli ''aiuti esterni'' di cui ha auspicato che le opposizioni comincino a fare a meno, dal momento che sanno come fare sentire le loro voce. Un riferimento inequivocabile alla ministra francese agli Affari europei, Laurence Boone, che, a risultati elettorali appena diventati ufficiali, aveva fatto capire che Parigi avrebbe ''vigilato'' sull'Italia. Una affermazione, ha detto Meloni, ''mancherebbe di rispetto proprio all’Italia e non a me''.

L’Europa, ha quindi aggiunto, è una ''casa comune e non un circolo elitario con soci di Serie A e Serie B'', dove tutti si devono sentire ''uniti'', ma nel rispetto della diversità.
Nettissima la conferma della posizione dell'Italia in politica internazionale, segnatamente sulle vicende ucraine e come esse abbiano determinato la crisi energetica. ''Cedere al ricatto di Putin - ha detto - aggraverebbe il problema (....). La libertà ha un costo, l’Italia continuerà ad essere partner del valoroso popolo ucraino che si oppone all’aggressione della Russia''. Questo perché non solo ''non possiamo accettare la guerra'', ma perché ''è il modo migliore di fare il nostro interesse nazionale''. Giorgia Meloni ha quindi ribadito come sia sua intenzione intervenire tempestivamente sul problema dell'aumento delle bollette energetiche, sostenendo che ''sarà necessario mantenere e rafforzare le misure a supporto di famiglie e imprese, anche sul versante del carburante''. Sarà, però, un ''impegno finanziario imponente, che drenerà gran parte delle risorse reperibili, e ci costringerà a rinviare altri provvedimenti che avremmo voluto avviare già nella prossima legge di bilancio''.

Parole che sono sembrate raffreddare l'entusiasmo sul ''Salvini pensiero'' che anche poche ore fa ha ribadito il suo ''programma di governo'', ricco di promesse (a cominciare dalla flat tax per finire al ponte sulla Stretto di Messina) che però avrebbero costi elevatissimi.
Nell'elenco delle cose che questo governo vuole fare Giorgia Meloni ha messo la riforma istituzionale in senso presidenziale, l'attuazione delle autonomie e il riconoscimento di uno status speciale Roma Capitale. Toccando i temi economici, Meloni ha sottolineato come ''perché tutti gli obiettivi di crescita possano essere raggiunti, serve una rivoluzione culturale nel rapporto tra Stato e sistema produttivo, che deve essere paritetico e di reciproca fiducia. Chi oggi ha la forza e la volontà di fare impresa in Italia va sostenuto e agevolato, non vessato e guardato con sospetto. Perché la ricchezza la creano le imprese con i loro lavoratori, non lo Stato tramite editto o decreto. E allora il nostro motto sarà 'non disturbare chi vuole fare".

Il fronte fiscale ha avuto largo spazio nell'intervento del presidente del Consiglio, che ha parlato di una tregua che aiuti famiglie e imprese nel regolarizzare la loro posizione. Meloni ha indicato nella progressiva revisione delle aliquote in vista di una tassa piatta più estesa per le partite iva (dagli attuali 65mila a 100mila euro di fatturato) e nella lotta all'evasione fiscale i due pilastri della sua politica su questo tema. Poi, citando Papa Francesco, ha anticipato quello che sarà per il governo un nodo da risolvere prima possibile, il reddito di cittadinanza che, ha detto, ''non è una soluzione, è una sconfitta''.

Poi la pandemia e i suoi effetti. ''Purtroppo" - ha detto Giorgia Meloni - "non possiamo escludere una nuova ondata di Covid o l'insorgere in futuro di una nuova pandemia. Ma possiamo imparare dal passato per farci trovare pronti". Sul Covid, ha aggiunto, ''l'Italia ha adottato le misure tra le più restrittive dell'Occidente ma ha registrato tra i peggiori dati. Voglio dire che in nessun caso replicheremo quel modello (...). Se si chiede responsabilità ai cittadini, i primi a dimostrarla devono essere coloro che la chiedono. Occorrerà fare chiarezza su quanto avvenuto durante la gestione della crisi pandemica. Lo si deve a chi ha perso la vita e a chi non si è risparmiato nelle corsie degli ospedali, mentre altri facevano affari milionari con la compravendita di mascherine e respiratori".

Nel suo intervento, Giorgia Meloni ha voluto precisare, anche rispondendo alle critiche che dalle opposizioni sono arrivate per alcune proposte e nomine politiche, che ''il centrodestra non limiterà mai i diritti civili o l'aborto e si vedrà chi davvero in campagna elettorale mentiva sulle nostre intenzioni''.
Infine una articolata risposta a chi vede, nel suo governo, un pericolo per l'agibilità democratica. ''L'orrore e i crimini, da chiunque vengano compiuti" - ha detto - "non meritano giustificazioni di sorta, e non si compensano con altri orrori e altri crimini. Nell'abisso non si pareggiano mai i conti, si precipita e basta. Libertà e democrazia sono gli elementi distintivi della civiltà europea contemporanea nei quali da sempre mi riconosco. E dunque, a dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici. Per nessun regime, fascismo compreso''. Toccando il tema della lotta alla mafia (Meloni ha ha ricordato come il suo avvicinamento alla politica cominciò quando aveva quindici anni e l'Italia piangeva il giudice Paolo Borsellino) il presidente del Consiglio ha detto che esso '' ci troverà in prima linea, da questo governo la criminalità avrà solo disprezzo e inflessibilità''.

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