Marocco: i soccorritori scavano a mani nude, lenta la macchina dei soccorsi

- di: Redazione
 
Vanno avanti, tra enormi difficoltà, le operazioni di soccorso in Marocco, dopo che, 48 ore fa, un devastante terremoto ha causato oltre duemila vittime.
I soccorsi, però, sembrano andare avanti a rilento e, come riferiscono molti testimoni, molta gente scava a mani nude nel tentativo di raggiungere chi è rimasto sotto le macerie. Molti villaggi di montagna vicini all'epicentro (nell'Alto Atlante, a sud di Marrakesh) sono distrutti e gli abitanti sono in disperata attesa di aiuti. Intanto, il governo marocchino ha dichiarato di aver accettato aiuti da quattro Paesi: Gran Bretagna, Spagna, Qatar ed Emirati Arabi Uniti.

Marocco: i soccorritori scavano a mani nude, lenta la macchina dei soccorsi

In alcuni villaggi la percentuale di vittime, rispetto al numero degli abitanti, è altissima. In quello di Tafeghaghte sono morti 90 dei 200 residenti, ma molti sono ancora i dispersi. Secondo il Servizio geologico degli Stati Uniti, l'epicentro del terremoto è stato nelle montagne dell'Alto Atlante, a 71 km a sud-ovest di Marrakesh.

L'area è nota per i piccoli villaggi agricoli, che sono stati devastati dal sisma. La zona più colpita è la provincia di al-Haouz, con le province di Ouarzazate, Azilal, Chichaoua e Taroudant che hanno subito gravi danni.
Alcune parti della medina storica di Marrakech, patrimonio dell'Unesco, e la sua rete di vicoli hanno subito danni significativi.
Si tratta del più grande terremoto che l'area abbia visto in oltre un secolo, ed è insolito che un terremoto così potente colpisca il Marocco.

Normalmente, l'attività tettonica legata alla collisione tra le placche che trasportano i continenti europeo e africano tende a verificarsi più a est nel Mediterraneo, intorno all'Italia, alla Grecia e verso la Turchia.
Le scosse di assestamento continueranno per giorni, forse settimane: il Centro Sismologico Europeo-Mediterraneo ne ha già registrate 20.
Un grosso problema è fare arrivare i macchinari da impegnare nelle operazioni di soccorso in regioni remote. Tanto che gli aiuti sono portati da organizzazioni caritatevoli. Una situazione che sta facendo montare la rabbia della gente per una macchina dei soccorsi che appare lenta e non organizzata.
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