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Manovra, 12 miliardi alla difesa e sgravi fiscali per il ceto medio

- di: Marta Giannoni
 
Manovra, 12 miliardi alla difesa e sgravi fiscali per il ceto medio

Giorgetti promette più fondi alla sanità, taglio Irpef e incentivi alle imprese. La manovra guarda al 2026 con crescita del Pil e un impegno inedito per la spesa militare.

(Foto: la premier Giorgia Meloni e il ministro a Economia e Finanze, Giovanni Giorgetti, in Parlamento).

Sarà una legge di bilancio improntata – parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – alla *“ferma e prudente responsabilità”*, capace di coniugare i vincoli europei con il sostegno a famiglie, lavoratori e imprese. Al Consiglio dei ministri di ieri sera è arrivato il via libera al Documento programmatico di finanza pubblica e al disegno di legge sull’energia nucleare, che accompagneranno la manovra in arrivo a ottobre.

Deficit e debito in discesa

I numeri di finanza pubblica descrivono un quadro di progressivo aggiustamento: il deficit dovrebbe calare dal 3% del 2025 al 2,8% nel 2026, al 2,6% nel 2027 e al 2,3% nel 2028. Anche il debito scenderà, fino al 134,8% nel 2028. Il ministero dell’Economia sottolinea che la manovra porterà una *ricomposizione del prelievo fiscale*, alleggerendo il carico sul lavoro, rifinanziando il fondo sanitario nazionale e sostenendo investimenti e natalità.

Dodici miliardi in più per la difesa

La vera novità è l’incremento delle spese militari. Prima ancora della chiusura della procedura d’infrazione europea per deficit eccessivo, il governo ha deciso di sfruttare la clausola di salvaguardia Ue per aumentare gli stanziamenti. Nel 2026 la spesa salirà dello 0,15% del Pil, per arrivare allo 0,5% nel 2028: significa un impegno strutturale da 12 miliardi, anche grazie al programma europeo *Safe*. La partenza è attesa per la primavera, con la fine formale della procedura.

Sgravi per il ceto medio

La riduzione dell’Irpef sui redditi compresi tra 28 e 50 mila euro, dal 35% al 33%, è la misura di maggiore impatto sociale. *“Nel 2024 e 2025 abbiamo aiutato i redditi più bassi, ora sosteniamo il ceto medio”*, ha spiegato il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo. Il beneficio fiscale potrà arrivare fino a 440 euro l’anno. Secondo il governo questa mossa darà slancio alla crescita, attesa in aumento dallo 0,5% del 2025 allo 0,9% nel 2028.

Cartelle esattoriali e imprese

Tra le misure in discussione spicca una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, sostenuta dalla Lega. Per coprire i costi si pensa a un contributo straordinario delle banche. Sul fronte imprese, si prevede la conferma della cosiddetta Ires premiale, con aliquota ridotta dal 24 al 20% per chi reinveste gli utili, e la semplificazione delle procedure. Inoltre, i redditi finanziari come quelli da fondi comuni verranno tassati al 26% come i redditi da capitale. Confindustria chiede la proroga degli incentivi per 8 miliardi nel prossimo triennio.

Sanità e welfare al centro

Giorgetti ha garantito che ci sarà un rifinanziamento del fondo sanitario, tema politicamente sensibile in vista della discussione parlamentare. Le risorse verranno reperite anche da una revisione della spesa pubblica e da nuove entrate, in linea con l’andamento dei fondi già stanziati. L’obiettivo dichiarato è sostenere famiglie e natalità, rafforzando i meccanismi di conciliazione vita-lavoro.

Un equilibrio fragile

La manovra poggia su equilibri complessi: da una parte la necessità di rassicurare Bruxelles e i mercati, dall’altra l’urgenza di rispondere a categorie sociali ed economiche in affanno. Se i conti pubblici sembrano sotto controllo, le sfide politiche si annunciano più complicate: i partiti di maggioranza hanno visioni differenti sulla destinazione delle risorse, e il confronto in Parlamento rischia di diventare acceso. Ma per il momento, il governo mostra compattezza, rivendicando la scelta di destinare al contempo fondi alla difesa e sgravi per il ceto medio.

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