Macron esibisce prove intime pubbliche

Per smentire la bufala che da mesi perseguita l’Eliseo, Emmanuel e Brigitte Macron hanno deciso di tirare fuori l’artiglieria pesante: non slogan, non smentite ufficiali, ma addirittura “prove scientifiche e fotografiche”. Secondo l’avvocato della coppia, saranno mostrate in tribunale foto di Brigitte incinta, testimonianze di esperti e altri elementi destinati a “certificare” la sua identità femminile.

Macron esibisce prove intime pubbliche

Il piano sembra pensato per zittire definitivamente i complottisti, ma rischia di trasformarsi in un clamoroso autogol. Perché chi si nutre di complotti non aspetta altro: ogni documento è falso, ogni foto è ritoccata, ogni esperto è venduto. Più il potere si affanna a smontare la teoria, più chi la diffonde si sente confermato. È la logica contorta del sospetto, che non si lascia mai fermare dai fatti.

Il vero nodo, però, è un altro. Trasformare la difesa della première dame in una questione di certificati e referti medici manda un messaggio discutibile: come se essere trans fosse un insulto da cancellare con il timbro di un laboratorio, un marchio da lavare con prove cliniche. Così, invece di ridicolizzare la bufala, si rischia di alimentare la stigmatizzazione delle persone trans, suggerendo che la loro identità sia un’accusa da respingere.

Il paradosso è servito: nel tentativo di “salvare l’onore”, la coppia presidenziale mette in scena un processo mediatico che sembra uscito da una tragicommedia. E mentre i complottisti gongolano, l’immagine pubblica dell’Eliseo scivola sempre più verso il grottesco.

Forse bastava molto meno. Lady Gaga, ai tempi di simili insinuazioni, liquidò la questione con un’alzata di spalle: “E allora?”. Una risposta disarmante, leggera, che spegne il fuoco senza gettarci sopra benzina. All’Eliseo, invece, si è scelta la via più teatrale, più costosa e più rischiosa: trasformare una bufala in un caso giudiziario che farà discutere ancora di più.