La nostra biblioteca - Lupo - Il mito del grande complotto - 1943: la leggenda nera dell'accordo mafia-Stati Uniti

- di: Diego Minuti
 
Nessuna evidenza storica, un documento, un appunto, una carta. Men che meno una testimonianza diretta.
Quella del determinante sostegno della mafia siciliana agli Alleati, passaggio fondamentale dell'esito della seconda Guerra mondiale, è solo una leggenda, che però, avendo in sé qualcosa di politicamente sfruttabile, è stata utilizzata e pubblicizzata dispetto di ogni evidenza.
Eppure su di essa tanto si è scritto e detto, basandosi essenzialmente su una considerazione relativa al peso della mafia nella Sicilia occidentale di quel tempo (che certo non era stata debellata dal fascismo, che pure se ne faceva vanto), senza cui lo sbarco degli alleati avrebbe incontrato ostacoli enormi, con un dispendio di forze e mezzi che potevano mettere in forse l'esito veloce dell'operazione Husky.
Una semplice ipotesi fatta assurgere a fondata teoria che lo storico Salvatore Lupo demolisce nel suo ''Il mito del grande complotto'' (Donzelli - pag.102 - 16,00 euro) , un'opera che per lo studioso siciliano è la prosecuzione di scritti e prese di posizione con quali, da anni, analizza l'evento e le ipotesi che su di essi sono circolate.

La nostra biblioteca - Lupo - Il mito del grande complotto

Come quella che a spianare la strada ai tank americani su Lucky Luciano che, dice qualcuno, fece valere il suo prestigio per convincere le famiglie mafiose a collaborare con l'intelligence statunitense. Una tesi, forse anche affascinante, ma che manca di quello che, per uno storico o uno studioso, è il minimo comune denominatore di una analisi: i fatti. Che, in questa vicenda, non ci sono, se non nelle ricostruzioni fatte ex post e spesso con una ben determinata coloritura ideologica.
Il primo a riferirne, nel 1962, fu Michele Pantaleone nel libro "Mafia e politica". Un libro cui Lupo dà atto di avere posto all'attenzione il tema dei rapporti tra la mafia e la classe politica, ma che fa sua una tesi - l'accordo tra mafia e intelligence Usa - che non ha riscontro nella enorme massa di documenti nei quali, se fosse fondata, doveva pure esserci traccia.
Lupo, comunque, non esclude che i servizi segreti americani avessero avuto contatti con Lucky Luciano, non per preparare lo sbarco in Sicilia, ma ben prima dell'entrata in guerra, quando, sapendo che i tentacoli della mafia si estendevano anche sul porto di New York, le autorità americane intendevano garantirsi una ''pax'' sindacale.

Se contatti ci furono, essi risalgono al dopo invasione, anche perché era nell'interesse degli americani non avere ulteriori problemi, oltre quelli squisitamente legati agli aspetti logistici dell'operazione.
Sul punto il giudizio di Salvatore Lupo è efficace, nella sua sintesi: ''il mito ha travestito da complotto quello che fu un assai composito rivolgimento storico''. Quindi niente alleanza con la mafia, da parte americana, se non quando, finita la guerra, gli Stati Uniti si confrontarono con il problema di restituire al Sicilia alla normalità sociale, che pure affrontò una ''emergenza'', con l'insorgere delle pulsioni separatiste.
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