Lollobrigida: "Stiamo dando concretezza alla sovranità alimentare: tutelare cultura e produzioni di qualità italiane"

- di: Redazione
 
Gli obiettivi di riportare l’agricoltura al centro del dibattito pubblico e attuare politiche alimentari che tutelino la nostra cultura e le nostre produzioni di qualità, contrastando con forza e determinazione il fenomeno dell’Italian Sounding, ossia il mercato del falso che sottrae alla nostra economia 120 miliardi di euro, il doppio dei prodotti agroalimentari esportati nel 2022. E poi le misure prese contro la piaga della siccità, la battaglia nell’Unione europea contro l’adozione del Nutriscore, il “sì” all’economia verde ma valutando l’impatto che ogni decisione può avere sulla vita dei cittadini. Intervista a Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste.

Intervista al Ministro Francesco Lollobrigida

On. Lollobrigida, il suo Ministero è chiamato ad occuparsi di tre specifici settori, ciascuno dei quali importantissimo per il Paese. Quindi, non solo quello fondamentale dell’Agricoltura, con le centinaia di migliaia di posti di lavoro che esso garantisce, ma anche la tutela del patrimonio boschivo (soprattutto oggi in cui i disastri idrogeologici sono una drammatica realtà) e la Sovranità alimentare. Ci consenta di soffermarci sulla Sovranità alimentare, chiedendole come intende condurre la dura battaglia per sostenere le eccellenze italiane, sotto attacco per la diffusione di prodotti che, fatti all’estero, copiano i nostri erodendo importanti porzioni del mercato internazionale.
Portare al centro il concetto di Sovranità alimentare significa difendere il diritto di scegliere politiche alimentari che tutelino la nostra cultura e le nostre produzioni di qualità. I prodotti italiani sono eccellenza nel mondo e oggi più che mai siamo chiamati a difendere questa ricchezza. Il Governo ha ben chiara l’importanza di contrastare con decisione il fenomeno dell’Italian Sounding, quel mercato del falso che sottrae alla nostra economia 120 miliardi di euro, il doppio di quanto abbiamo esportato nel 2022. Per questo abbiamo potenziato il personale dell’Ispettorato centrale qualità e repressione frodi e istituito il tavolo per la tutela agroalimentare con ICQRF, i Comandi dei Carabinieri per la Tutela Agroalimentare e per la Tutela Forestale e Parchi, la Guardia di Finanza, il Reparto Pesca, Agea e l’Agenzia delle Dogane. L’obiettivo del Tavolo è quello di assicurare controlli più efficaci e capillari a garanzia dei cittadini e dei produttori che tengono alto il nome del Made in Italy. Dall’altro lato, dobbiamo potenziare la nostra azione sui mercati esteri, sostenendo le imprese italiane che producono prodotti di qualità. Il Comitato per il Made in Italy nel mondo (CIMIM), un organo fortemente voluto dal Governo guidato da Giorgia Meloni, consentirà di elaborare, condividere e attuare strategie promozionali dei prodotti italiani. La recente candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale Unesco è un’altra scelta che va in questa direzione.

Anche quest’anno l’Italia si trova a doversi confrontare con la piaga della siccità. Un problema che, al di là delle misure di stretta contingenza, deve essere affrontato, a differenza del passato, con misure di medio-lungo periodo. Non vogliamo dire che in passato - e per ‘’passato’’ intendiamo i precedenti governi - il problema sia stato colpevolmente sottovalutato, ma questa lunghissima stagione siccitosa sembra pagare colpe antiche. Qual è il suo punto di vista e come un’azione realmente efficace può essere condotta di concerto con gli enti territoriali (dalle Regioni a quelle figure come i magistrati delle acque)?
Più che sottovalutato, direi che in passato si è proprio evitato di affrontare il problema della siccità. Ancora oggi si parla di ‘emergenza idrica’, questo è il vero equivoco. Qui si sta parlando di una situazione che è la stessa da anni. Non possiamo permetterci di avere un sistema di invasi che raccoglie appena l’11 % dell’acqua piovana e una rete idrica che registra perdite superiori al 40 %. Il Governo Meloni, con il decreto siccità, ha istituito una cabina di regia per accelerare la realizzazione di interventi mirati a risolvere questa grave criticità. Abbiamo previsto l’aumento dei volumi utili degli invasi, la possibilità di realizzare vasche di raccolta di acque meteoriche per uso agricolo entro un volume massimo stabilito, il riutilizzo delle acque reflue depurate per uso irriguo e semplificazioni burocratiche per la realizzazione degli impianti di desalinizzazione. Il decreto prevede, inoltre. la nomina di un Commissario straordinario nazionale per la scarsità idrica, che avrà il compito di realizzare, in via d’urgenza, gli interventi indicati dalla Cabina di regia.

La capacità di attrazione dell’Italia, come meta turistica, spesso si lega alla sua offerta gastronomica, con una cucina che è anche una celebrazione della nostra cultura. Ritiene che le politiche di programmazione degli operatori di questo settore siano proiettate al lungo periodo o, come pure dice qualcuno, si accontentano dell’oggi?
La cucina italiana è senza dubbio uno degli elementi trainanti per il settore turistico nazionale. Rappresenta un nuovo modo di viaggiare, che conquista un numero sempre crescente di appassionati, alla ricerca di sapori e di tradizioni autentiche. In questo contesto il cibo assume un ruolo nuovo, diventando il medium di un territorio, di una cultura e dei valori legati alla terra ed alle proprie radici. In questo modo si valorizza un determinato luogo, territorio, caratterizzato da profumi, sapori e colori unici nel suo genere. Ogni itinerario è diverso dall’altro, proprio per la diversità e la varietà che ci regala la nostra Italia. Ogni regione, ogni provincia, ogni piccolo borgo ha qualcosa da raccontare e lo fa attraverso i propri prodotti locali. Il cibo e il vino sono espressioni di un territorio, della gente che ci vive e delle sue tradizioni, oltre che elementi d’identificazione e di differenziazione rispetto alle altre culture. Valorizzare l’enogastronomia nelle aree montane e interne arricchisce l’offerta, la diversifica e la destagionalizza, rappresentando così una condizione imprescindibile per la crescita economica dei territori interni e contrastare lo spopolamento.

Farine di grilli, locuste e larve: fino a pochi anni fa chi, all’italiano “medio” (per definizione, buongustaio e tradizionalista in cucina), avesse proposto una pietanza con questa base, sarebbe stato guardato quasi con sdegno. Oggi anche da noi sarà possibile utilizzare queste farine. Il decreto che le autorizza porta in calce la sua firma. E lei ha detto che comunque occorrono “informazioni chiare sulle confezioni e su ogni aspetto della catena alimentare” Quindi, da quel che sembra, il suo è stato un “sì”, ma condizionato da totali garanzie. È così?
Nessuno deve mangiare insetti a sua insaputa. Informazione e trasparenza sono condizioni basilari per permettere alle persone di decidere quale cibo scegliere. Questo, però, non vale solo per le farine di insetti. Si pensi alle battaglie di questo Governo contro gli alert apposti sulle bottiglie di vino in Irlanda o al contrasto al Nutriscore. Le etichette devono servire ad informare e non a condizionare. Se i cittadini vogliono acquistare o assaggiare farina di insetti devono sapere da dove proviene o se ci sono rischi per eventuali allergie. Deve essere una scelta consapevole, in questa direzione vanno i quattro decreti interministeriali che ho firmato con i colleghi ministri Urso e Schillaci.

Per le deleghe che le sono state assegnate immaginiamo che abbia una agenda fitta di impegni. Ma qual è la sua scala di priorità?
Il mio obiettivo primario era quello di riportare l’agricoltura al centro del dibattito. Lavoro affinché il concetto di sovranità possa essere declinato nei fatti e, allo stesso tempo, affinché le nostre eccellenze possano essere sul serio tutelate, lavorando in Italia e in Europa.

Da sempre Fratelli d’Italia, il suo partito, guarda criticamente a Bruxelles e alle sue decisioni. Quanto le direttive comunitarie, nelle materie di competenza del Ministero, condizionano i suoi programmi e i traguardi che lei si è posto?
La politica deve sempre avere uno sguardo critico.
La nostra opposizione a qualche scelta dell’Ue nasce dalla convinzione che alcune decisioni non avrebbero garantito l’interesse nazionale.
Lo abbiamo fatto, ad esempio, evitando che carne e vino venissero messi al bando come alimenti dannosi per la salute; lo abbiamo fatto contrastando il Nutriscore; lo abbiamo fatto chiamando gli altri Stati membri ad una responsabilità condivisa sul fenomeno dell’immigrazione illegale. Altre sfide sono da vincere. Siamo favorevoli ad un’economia verde, ma ogni decisione deve essere presa considerando l’impatto che può avere sulla vita dei cittadini.

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