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Legacoop-Prometeia: dazi a rischio crescita, Pil limitato allo 0,5% nel 2025

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Legacoop-Prometeia: dazi a rischio crescita, Pil limitato allo 0,5% nel 2025

Lo studio realizzato da Legacoop in collaborazione con Prometeia mette in evidenza un rischio concreto per l’economia italiana: l’aumento dei dazi doganali tra Stati Uniti ed Europa potrebbe costare all’Italia tra lo 0,4 e lo 0,5% di Pil nei prossimi due anni.

Legacoop-Prometeia: dazi a rischio crescita, Pil limitato allo 0,5% nel 2025

In uno scenario già caratterizzato da volatilità geopolitica e da un rallentamento della domanda interna, l’impatto delle tensioni commerciali pesa sulle prospettive di crescita. Per il 2025, le stime indicano un incremento del prodotto interno lordo appena attorno allo 0,5%, un livello che segnala una fase di marcata debolezza.

Il richiamo del mondo cooperativo
Per Simone Gamberini, presidente di Legacoop (nella foto), la fotografia restituita dallo studio non lascia spazio a interpretazioni: “La crescita del Pil ferma allo 0,5% è un segnale preoccupante che evidenzia la necessità di una politica industriale e di misure economiche e commerciali più stabili e lungimiranti. Le nostre imprese, e in particolare il mondo cooperativo, hanno bisogno di certezze per pianificare investimenti e creare lavoro di qualità”. Il dirigente sottolinea come l’incertezza rappresenti un costo in sé, in quanto riduce la propensione delle imprese a programmare, ostacolando percorsi di sviluppo sostenibile. Da qui la proposta di un vero e proprio patto cooperativo tra istituzioni e forze economiche e sociali, in grado di rispondere alle sfide congiunturali con una strategia condivisa.

Esportazioni: tra anticipo degli ordini e correzione al ribasso
Il fronte estero evidenzia dinamiche altalenanti. Nel primo trimestre 2025 le esportazioni italiane di merci e servizi, in volume, hanno registrato un aumento del 2,1% rispetto al trimestre precedente. Un risultato positivo, ma legato in larga misura a un effetto di anticipo: molte imprese hanno accelerato gli ordini e le consegne per aggirare il rischio di futuri rincari legati ai dazi. La correzione non ha tardato ad arrivare: nel secondo trimestre, infatti, le esportazioni sono scese dell’1,7% rispetto ai primi tre mesi. Il quadro mostra dunque la fragilità del canale estero, che resta esposto sia alle mosse della politica commerciale internazionale sia alla volatilità della domanda globale.

Domanda interna debole e risparmio in aumento
Sul fronte dei consumi interni, il segnale è altrettanto prudente. Le famiglie italiane, nel primo trimestre 2025, hanno scelto di rafforzare la propensione al risparmio, che rimane circa due punti percentuali al di sopra dei livelli pre-pandemia. La spesa complessiva, nello stesso periodo, non ha mostrato variazioni significative rispetto al trimestre precedente, restando di fatto ferma. Tale atteggiamento riflette la combinazione tra incertezza economica e memoria del recente shock inflazionistico, che ha eroso il potere d’acquisto e spinto i nuclei familiari ad adottare comportamenti più cauti.

Il lascito dell’inflazione
Particolarmente evidente è il peso dell’inflazione accumulata negli ultimi anni. Rispetto al 2019, il costo dei servizi finanziari è cresciuto del 48%, quello dei beni alimentari del 26%, mentre i servizi legati all’abitazione risultano più cari del 15%. Si tratta di incrementi che colpiscono soprattutto le famiglie a reddito basso, per le quali i beni primari e i servizi legati alla casa rappresentano una quota rilevante del bilancio domestico. L’aumento dei prezzi ha dunque un impatto regressivo, riducendo la capacità di spesa delle fasce più deboli e accentuando le disuguaglianze sociali.

Implicazioni per la politica economica
Il quadro delineato da Legacoop e Prometeia evidenzia la necessità di politiche economiche più stabili, in grado di rafforzare la fiducia di imprese e famiglie. Sul piano industriale, il richiamo è a misure capaci di sostenere la competitività nel lungo periodo, attraverso investimenti mirati, innovazione e certezza regolatoria. Sul piano dei consumi, diventa invece fondamentale stimolare la domanda interna senza comprimere ulteriormente la capacità di risparmio delle famiglie. La sfida è complessa: con un Pil fermo allo 0,5%, l’Italia rischia di rimanere in una zona grigia di crescita troppo debole per ridurre significativamente il debito pubblico o migliorare l’occupazione.

Un contesto globale fragile
A complicare ulteriormente lo scenario ci sono i conflitti internazionali ancora aperti e le tensioni geopolitiche diffuse. Il protezionismo commerciale, rafforzato dalle nuove politiche tariffarie, si somma a un contesto energetico e finanziario instabile. Per un Paese come l’Italia, fortemente esposto all’export e dipendente dalle importazioni energetiche, questi fattori costituiscono variabili critiche. Da qui l’appello a un’azione coordinata a livello europeo, che accompagni le misure nazionali con una strategia comunitaria in grado di difendere competitività e coesione sociale.

Verso un nuovo patto per lo sviluppo
Lo studio sottolinea come la sola reazione congiunturale non sia sufficiente. Per Legacoop, serve una visione che unisca istituzioni, imprese e parti sociali in un patto per il lavoro e lo sviluppo. L’obiettivo non è solo tamponare gli effetti immediati dei dazi o delle tensioni globali, ma rafforzare in modo strutturale la capacità produttiva del Paese. Una sfida che richiede coraggio politico, chiarezza strategica e il coinvolgimento attivo di tutte le componenti del sistema economico.

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