Kissinger: "Su Putin e la Russia, l'Occidente non dimentichi la Storia"

- di: Redazione
 
È da sempre considerato una delle menti più acute dell'Occidente e, quando prende posizione su argomenti che altri pensano bene di evitare, il contributo che riesce a dare è importante, anche solo per il fatto che sulle sue parole ci si può trovare d'accordo o no, ma da loro si genera sempre un dibattito.
Henry Kissinger, che tra poco meno di un anno diverrà centenario, non ha remore nel dare la sua interpretazione alle vicende che vedono in queste settimane drammaticamente protagonista la Russia e, per essa, Vladimir Putin. Sul presidente russo l'ex segretario di Stato americano aveva un giudizio positivo, almeno dal punto di vista della speculazione politica, e ancora oggi, quando dall'Ucraina continuano a giungere notizie drammatiche, la valutazione non è di totale condanna.

Henry Kissinger commenta la crisi in Ucraina e le possibili sanzioni contro Putin e Russia

Perché inserisce le azioni di Putin in un contesto che l'Occidente ha forse sottovalutato, quando si è trattato di spostare ad est i confini della Nato. Ma il punto della sua analisi su cui Kissinger vorrebbe si ritrovasse l'élite politica oggi predominante nell'Occidente è che non si può cancellare politicamente Putin, anche se si riuscisse a sconfiggerlo militarmente.

Di lui, dice Kissinger, ho apprezzato il profilo di ''intelligente analista della situazione internazionale dal punto di vista russo, che - è su questo che batte l'ex segretario di Stato - rimarrà tale e che dovrà essere considerato quando la guerra finirà''. Attenzione, quindi, sembra volere ammonire Kissinger, a considerare Putin un nemico solo da annientare, al di là di quello che sta facendo in Ucraina, perché, a dispetto di ciò che alcuni leader vogliono fare di lui, egli è e ''resta'' la Russia. Soprattutto perché, dice ancora Kissinger, non si può certo ignorare che la Russia ''è stata parte della storia europea per cinquecento anni, è stata coinvolta in tutte le grandi crisi e in alcuni dei grandi trionfi della storia europea e pertanto dovrebbe essere la missione della diplomazia occidentale e di quella russa di tornare al corso storico per cui la Russia è parte del sistema europeo. La Russia deve svolgere un ruolo importante. La Russia vedrà se stessa come una estensione dell'Europa o come un'estensione dell'Asia ai margini dell’Europa''.

Certo, una analisi che forse sarà difficile da metabolizzare da parte di chi guarda agli effetti delle azioni di Putin, non considerando il suo punto di vista di partenza, che vede alla Russia come un Paese circondato da potenziali nemici, tutti riuniti sotto l'ombrello della Nato che, sino a pochi anni fa, era ben lontano dai suoi confini. In ogni caso, quel che Kissinger dice non può essere ignorato, e non solo per la sua statura di analista/protagonista della politica internazionale. Perché la guerra, andando avanti lentamente, ma non certo abbassando la sua ferocia, rende sempre più complessa una soluzione, magari sperando in una composizione del conflitto sulla base di reciproche concessioni.

Se questo si nega, in linea di principio, a Putin, sembra dire Kissinger, si cerca di annullare il peso della Russia, nella storia recente ed anche in quella futura. Da quella persona intelligente quale è, Henry Kissinger non si lancia nell'elaborazione di ricette o soluzioni, ma dà semplici consigli, come quando dice che ''stiamo arrivando ad un momento in cui bisogna affrontare la questione della fine della guerra in termini di obiettivi politici altrettanto che militari. Non si può - ammonisce - semplicemente continuare a combattere senza un obiettivo''.
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