Italia e sei Paesi chiedono di anticipare la revisione delle norme sulle emissioni per il settore automobilistico

- di: Barbara Bizzarri
 
L’Italia, insieme ad altri sei Paesi europei, ha richiesto un anticipo di un anno nella revisione delle normative europee sulle emissioni per il settore automobilistico, con particolare riferimento allo stop ai motori endotermici previsto per il 2035 e agli obiettivi intermedi per la produzione di auto elettriche già fissati al 2025.

Italia e sei Paesi chiedono di anticipare la revisione delle norme sulle emissioni

La richiesta è stata formalizzata in un "non-paper", documento informale promosso da Italia e Repubblica Ceca e sostenuto da Austria, Bulgaria, Romania, Slovacchia e Polonia.

Il contesto della richiesta

Il documento, che sarà discusso giovedì durante il Consiglio Competitività a Bruxelles con la partecipazione del ministro Adolfo Urso, sollecita una revisione anticipata dal 2026 al 2025. L’obiettivo è adattare le normative alle sfide industriali, tecnologiche ed economiche che stanno affrontando i Paesi e i produttori meno avanzati nella transizione verso la mobilità elettrica.
Secondo i promotori, gli stringenti obiettivi fissati per il 2025 rischiano di penalizzare gravemente i settori automotive di quei Paesi che stanno ancora affrontando difficoltà strutturali nella diffusione dei veicoli elettrici. La richiesta è quindi di avviare un processo di revisione più rapido che tenga conto delle diverse realtà industriali europee.

Una strategia di lungo termine e neutralità tecnologica

Il non-paper propone anche una strategia industriale di lungo periodo per il settore automotive, accompagnata da un piano di investimenti pluriennale che sostenga l’industria nella transizione verde. Tra le proposte spicca la richiesta di rivedere gli standard per i veicoli pesanti, attualmente previsti per il 2027, e l’abbandono del principio di neutralità tecnologica.
Quest’ultimo punto mira a consentire l’utilizzo di tecnologie alternative, come l’idrogeno e i motori a combustione alimentati da carburanti sostenibili (biocarburanti), al di fuori della sola elettrificazione. In questo modo si vorrebbe garantire una maggiore flessibilità tecnologica per raggiungere gli obiettivi climatici senza compromettere la competitività industriale di alcuni Paesi.

Rischi economici e competitivi

I sette Paesi sottolineano che gli obiettivi europei rischiano di accentuare il divario tra le economie più avanzate e quelle in difficoltà nel processo di transizione. Le sanzioni previste per il superamento delle soglie di produzione di veicoli non elettrici potrebbero colpire duramente le case automobilistiche meno attrezzate per una riconversione immediata.
Per questo, i firmatari del documento chiedono alla Commissione Europea di presentare al più presto una relazione che valuti l’impatto delle normative vigenti, sottolineando l’urgenza di un adeguamento delle tempistiche per evitare un eccessivo squilibrio competitivo.

Prossimi passi

Il dibattito al Consiglio Competitività sarà cruciale per capire se la richiesta troverà un consenso più ampio tra i Paesi membri. L’Italia, insieme agli altri promotori, punta a coinvolgere la Commissione Europea in un processo di revisione che permetta di bilanciare le esigenze ambientali con quelle industriali, tutelando allo stesso tempo il mercato unico e la competitività del settore automobilistico europeo.

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