Segnali positivi dai consumi: salgono le vendite al dettaglio a giugno

- di: Daniele Minuti
 
Sono dati positivi quelli raccolti dall'Istat sulle vendite al dettaglio nel nostro paese, salite dello 0,7% in valore e dello 0,6% in volume nel mese di giugno 2021: crescono quelle di beni alimentari e quelle di beni non alimentari (rispettivamente +1,1% e +0,3% per entrambi i valori).

Su base annuale si migliora del 7,7% in valore e dell'8,1% in volume con i beni non alimentari a trainare i numeri (+11,9% in entrambi i valori col livello che però resta sotto a quello del febbraio 2020 di 2,2 punti percentuali. Bene comunque gli alimentari (+2,5% in valore e +3% in volume) mentre su base tendenziale, il valore delle vendite a dettaglio sale in ogni canale distributivo, cioè grande distribuzione, imprese che operano su piccole superfici, vendite fuori negozio ed e-commerce (aumenti rispettivamente del 3,3%, del 10,9%, del 4,2% e del 23,7%).

Questi dati sono stati accolti con entusiasmo da Confesercenti: "Il ritorno in zona bianca dell’Italia e l’allentamento delle restrizioni hanno avuto un effetto positivo in particolare per le piccole superfici, che mettono a segno una crescita del +14,8% sull’anno delle vendite non alimentari. Un valore molto superiore al +3,8% registrato dalla grande distribuzione, che però aveva iniziato a riprendersi già ad aprile e con maggiore intensità.
L’aumento delle vendite coinvolge tutti i settori merceologici non alimentari, con una forte accelerazione soprattutto per vendite di Abbigliamento e Calzature (rispettivamente +24,5% e +19,2% rispetto allo scorso anno). Il recupero del commercio tradizionale non si registra invece nell’alimentare: i negozi hanno esaurito quel ruolo ‘di sostegno’ che avevano svolto durante la pandemia, e a giugno le vendite sono in rosso per il quinto mese consecutivo, anche se contenuto (-0,6%). Rallenta anche la ripresa del commercio fuori dai negozi, mentre riprende invece quella del commercio elettronico, con tassi di crescita attestati sui livelli precedenti alla crisi pandemica.
Un clima positivo e di ripresa dei consumi, dunque, ma la crescita è tutta da consolidare e pesano l’incertezza e le incognite legate all’andamento dei contagi, con lo spettro del ritorno alla rigidità di provvedimenti restrittivi che brucerebbe i segnali di fiducia da parte di consumatori ed imprese. Lo snodo sarà infatti il ritorno al tasso di risparmio delle famiglie sui livelli pre-crisi, questo tipo di aggiustamento non è scontato, molti dei cambiamenti nelle abitudini di consumo determinati dalla pandemia non sono infatti reversibili: la diffusione del lavoro da remoto, la ridotta mobilità legata ai timori di contagio, la crescita delle vendite on-line, sono fattori che influenzeranno i comportamenti delle famiglie"
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L'Ufficio Studi di Confcommercio commenta con lo stesso spirito: "La ripresa si consolida ed emerge il contributo fondamentale dei consumi, che potrebbe portare la crescita del 2021 attorno al 5,5% se non addirittura qualche decimo oltre, un traguardo ben al di sopra delle previsioni di consenso di alcuni mesi fa: dopo il bimestre gennaio-febbraio, in cui gli acquisti di beni in Italia procedevano a ritmi sensibilmente inferiori a quelli dell’area euro, da marzo, si registra un’accelerazione che su base tendenziale doppia i ritmi medi dell’Europa. Bene la crescita diffusa a tutti i canali di vendita, sebbene i piccoli negozi siano ancora molto lontani dai livelli pre-crisi, posizionandosi, nel primo semestre 2021, ancora al -6,1% rispetto alla prima parte del 2019 ma manca ancora una piena ripresa sul fronte dei servizi, il cui pieno recupero sarebbe messo in discussione da nuove restrizioni conseguenti a eventuali inattesi ostacoli sul fronte del contrasto alla pandemia".
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