Forum Ambrosetti, Madi Piano Mortari: "Numeri e risultati eccezionali"

 
Un’edizione del tutto particolare ed eccezionale, quella 2020 del Forum Ambrosetti (la 46esima), frutto di uno sforzo straordinario in tempi di pandemia ma che è stata ancora una volta un grande successo. Sulle innovazioni e i contenuti del Forum abbiamo intervistato Madi Piano Mortari, Project Leader del Forum  di Cernobbio e Associate Partner presso The European House-Ambrosetti.

La 46esima edizione del Forum Ambrosetti, che The European House - Ambrosetti organizza ogni anno a Villa d’Este, a Cernobbio, e che è diventato un evento al top a livello mondiale, è stata del tutto eccezionale in un anno incredibile, caratterizzato dalla pandemia da Covid-19. La scelta più facile sarebbe stata rinviare, invece con tenacia e coraggio vi siete immersi in un grande esperimento che incrocia innovazione tecnologica e digitale con la forza delle idee e del talento, introducendo importanti novità. Come è andata e quali le principali innovazioni introdotte?
"Prima di tutto occorre contestualizzare tutta la fase di preparazione del Forum Ambrosetti: venivamo, infatti, da tre mesi di lockdown totale, costretti a lavorare da remoto con videoconferenze ed incontri online. In questo contesto, con la sede del Forum chiusa e con il divieto di organizzare incontri e manifestazioni in presenza in tutto il Paese, abbiamo dovuto prendere una decisione al buio, scommettendo sul futuro, sul fatto che la struttura avrebbe riaperto e che la pandemia avrebbe rallentato il suo corso, permettendoci di organizzare un evento di questa portata. Abbiamo dovuto, quindi, preparare una manifestazione lavorando su ipotesi che ancora non erano reali: è indubbio che ci siamo serviti anche di una bella dose di coraggio. Durante il lockdown, come tutti, avevamo sperimentato videoconferenze di ogni tipo. Abbiamo quindi pensato di fare qualcosa di più e di diverso in occasione del nostro Forum di settembre. Abbiamo deciso, per i relatori in remoto (quasi tutti stranieri), di utilizzare la tecnologia a ologrammi, che rende più realistica e tridimensionale l’immagine di chi è collegato. L’altra grande novità sta nell’aver consentito anche a partecipanti in remoto di seguire in tempo reale i lavori del Forum. Potendo ospitare in presenza soltanto una parte degli ospiti che normalmente accogliamo, abbiamo deciso di abilitare la partecipazione remota sia a singoli individui, sia a gruppi di persone tramite la creazione di hub remoti, offrendo a tutti la possibilità di ascoltare gli interventi e intervenire in video e voce nel corso dei dibattiti. Una formula mista che ha permesso di far sentire parte integrante del Forum anche chi non era presente fisicamente".

Anche i numeri dicono che il Forum è stato ancora una volta un indubbio successo. Può fornirci quelli più significativi, che peraltro - è stato evidenziato presentando il programma - in vari casi rappresentano un nuovo record, come ad esempio il numero dei lavori di ricerca (ben 12) realizzati? 
"In questa quarantaseiesima edizione abbiamo ospitato un totale di 71 relatori (fra questi, 36 erano presenti fisicamente all’evento, 24 collegati in ologramma e 11 in tradizionali videoconferenze).
In sala erano presenti un centinaio di business leader in ascolto, mentre alcune centinaia erano collegati da remoto. Il programma ha visto la partecipazione di 7 governi: oltre a quello italiano, anche India, Francia, Germania, Regno Unito, Russia e Spagna. Abbiamo avuto 4 commissari europei, fra i quali il Vicepresidente della Commissione, il Direttore generale del MES, 9 membri del governo italiano (a partire dal Presidente del Consiglio), oltre che il collegamento con il Presidente della Repubblica. Infine, per la prima volta nella storia del nostro Forum, Papa Francesco ha voluto indirizzarci un messaggio. Nel corso dei dibattiti, abbiamo realizzato 9 sondaggi e presentato 12 lavori di ricerca. I numeri testimoniano che è stata una edizione di altissimo livello e qualitativamente eccezionale, resa straordinaria anche grazie all’utilizzo di tecnologie innovative e i tanti collegamenti che hanno funzionato nel complesso molto bene"
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Il titolo della tre giorni di quest’anno era “Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive”. La situazione che stiamo vivendo è davvero senza precedenti e questa occasione di altissimo livello per chiamare a raccolta gli alti dirigenti dei gruppi nazionali e multinazionali e farli incontrare, mettendoli a confronto con le opinioni dei grandi della Terra, è indubbiamente un evento privilegiato. Sintetizzando, quali linee di scenario sono emerse per il presente e per il futuro? Quale clima, quale ‘mood’ c’era tra i Gruppi economici e imprenditoriali e tra i responsabili delle politiche economiche?

"Volendo sintetizzare, lo scenario emerso dai tanti esperti presenti è di incertezza diffusa: questa crisi, infatti, è allo stesso tempo sanitaria, economica e sociale. È una crisi che ha colpito drammaticamente in pochi giorni il mondo intero, cogliendo tutti impreparati. Lo scenario generale incerto si accompagna però alla consapevolezza che i governi di tutto il mondo si sono mobilitati con misure eccezionali e inedite per aiutare le famiglie, le imprese e le comunità, a risollevarsi. Sono comunque emersi alcuni aspetti positivi, soprattutto dagli imprenditori: ogni anno, nel nostro Forum, sottoponiamo gli imprenditori a un rapido sondaggio, nel quale chiediamo cosa prevedono nell’immediato futuro per la loro attività in termini di fatturato, occupazione e investimenti. Gli imprenditori hanno, per loro natura, una visione più ottimistica rispetto a qualsiasi dato venga diffuso dagli economisti. Ebbene, anche in questa occasione, gli imprenditori presenti sono risultati la categoria con la visione del futuro meno cupa: prevedono sì minor fatturato per le loro aziende, ma al tempo stesso ritengono che le perdite saranno inferiori rispetto a quelle dei loro competitor. Inoltre, sembra che la previsione sugli investimenti non risentirà troppo di questa crisi. È risultata evidente la visione dell’imprenditore che crede nel futuro ed è pronto a lottare per la sua impresa. Inoltre, è molto diffusa la sensazione che da questa crisi possano ascere delle opportunità per ripensare radicalmente alcuni aspetti della società e del sistema economico trascurati da troppo tempo. Prevale la sensazione che questo sia il momento giusto per adottare delle riforme drastiche".

Nella sua prolusione il Managing Partner e Amministratore delegato di The European House - Ambrosetti, Valerio De Molli, ha affermato: “Impegniamoci perché questa crisi non venga ricordata come la fine di un’epoca di sviluppo, globalizzazione e dinamismo, ma come l’inizio di una stagione di riforme che rappresenti un futuro basato su una crescita inclusiva e sostenibile”. Il che significa anche far prevalere le spinte centripete su quelle centrifughe. Questo messaggio, guardando agli interventi della tre giorni, è stato realmente accolto o ci sono ombre e riserve, magari sotto traccia? Ed eventualmente quanto profonde?
"Lo spunto è stato recepito in pieno: fra i tanti messaggi emersi dai dibattiti ci sono il richiamo alla solidarietà, alla crescita inclusiva e il ripensare i modelli di crescita in un’ottica sostenibile. Si è parlato di economia circolare, di riconfigurare gli scenari energetici in chiave green e di come ridisegnare le nostre città secondo queste linee guida".

Parlando di smart working, ci sono diverse posizioni a riguardo. È emerso nei dibattiti questo aspetto? Gli imprenditori pensano che lo smart working sia una soluzione sulla quale investire e che debba continuare oppure no?
"Lo smart working è stato un fenomeno pervasivo in questi mesi, ed è stato inevitabile parlarne nel corso del Forum: sicuramente l’esperienza dello smart working ha modificato in molti casi il
rapporto fra i lavoratori e i loro responsabili. Ha obbligato a instaurareun rapporto di fiducia fra le parti e a misurare la performance lavorativa sui risultati e sugli obiettivi più che sul tempo trascorso alla scrivania. Tutti noi dobbiamo imparare da questa esperienza, senza dimenticare che - se da una parte ha indubbi vantaggi, sia per i lavoratori che per le imprese - dall’altro lato genera difficoltà oggettive, ad esempio per le famiglie con figli piccoli costretti a casa. È difficile, in alcuni casi, conciliare tutto. Nei mesi del lockdown lo smart working non aveva alternative
ma, pensato in maniera più organizzata, può avere dei vantaggi per tutti. Anche quest’anno The European House - Ambrosetti è stata nominata - nella categoria “best private think tanks” - primo think tank in Italia, tra i primi 10 in Europa, tra i primi 20 al mondo e nei primi 100 indipendenti su 8mila 248 a livello globale nell’edizione 2019 del “Global go to think tank index report” dell’Università della Pennsylvania. Che cosa significa questo per voi? Per noi questo è sicuramente motivo di vanto: siamo molto orgogliosi dei risultati raggiunti, che rappresentano il riconoscimento per il lavoro dei nostri oltre 200 professionisti che, nel corso dell’anno, realizzano analisi e studi strategici. Inoltre, ogni anno realizziamo più di 300 incontri, coinvolgendo 2mila esperti e 10mila business leader. È un riconoscimento che ogni anno ci viene rinnovato, ma che non è affatto scontato, la competizione è forte. Siamo il primo think tank in Italia e a livello internazionale continuiamo a confrontarci con degli assoluti colossi"
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I media nazionali e internazionali hanno dato spazi importante al Forum. La rassegna stampa è molto ricca. Soddisfatti per questa attenzione in un’edizione così particolare o vi attendevate maggiore o minore impatto mediatico?
"A causa delle misure anti-Covid abbiamo potuto ospitare un quarto dei giornalisti che solitamente partecipano, e questo è stato motivo di preoccupazione. In realtà, poi, abbiamo avuto ugualmente un ottimo ritorno, avendo potenziato i collegamenti in remoto, e questo ci ha dato grande soddisfazione. L’ampia risonanza mediatica del nostro evento è stata dettata anche dal fatto che siamo andati in controtendenza rispetto ad altre iniziative che sono state rinviate o addirittura cancellate: siamo stati, infatti, i primi ad organizzare un incontro in presenza e questo ci ha aiutato molto dal punto di vista mediatico. In conclusione, cosa a suo parer resta e resterà di questo Forum? Quali i semi più importanti gettati che si auspica germoglino? Questa edizione ha proposto un nuovo modello, che ci consente di allargare il raggio delle nostre iniziative e raggiungere personalità difficilmente disponibili di persona. Questo sicuramente ci sarà utile anche in futuro. Rimango fortemente convinta che il valore aggiunto di eventi come il nostro sia l’incontro in presenza delle persone, il potersi parlare, confrontare, scambiare opinioni anche fuori dagli schemi rigidi imposti dai singoli dibattiti. Ci auguriamo che questa situazione passi il prima possibile e che si possa tornare a incontrarci senza timore di contagi".
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