Fondo italiano d’investimento Sgr, Del Giudice: "PMI e investitori per una finanza sostenibile"
La leva che, attraverso la gestione di fondi mobiliari chiusi, punta a far confluire capitali ‘pazienti’ verso il sistema delle imprese italiane d’eccellenza per supportare l’innovazione e la competitività del sistema industriale del Paese. È il Fondo italiano d’investimento Sgr, realtà partecipata da CDP Equity. Facciamo il punto con Roberto Del Giudice, Direttore commerciale e Investor relations & Esg.
Il Fondo italiano d’investimento Sgr, realtà costituita nel 2010 su iniziativa del ministero dell’Economia e delle Finanze e partecipata per 68% da CDP Equity e per la parte rimanente da alcune delle principali istituzioni e banche italiane, è la realtà pensata per supportare la crescita delle piccole e medie imprese italiane, con particolare attenzione alla tecnologia e all’innovazione. Come funziona e come agisce? Ad oggi, quanti fondi di investimento gestisce, a chi sono riservati e qual è il totale di asset under management target?
"Il nostro obiettivo come Fondo Italiano d’Investimento SGR è la gestione di fondi mobiliari chiusi dedicati a far confluire capitali pazienti verso il sistema delle imprese italiane d’eccellenza. Vogliamo coniugare finalità di ritorno sul capitale investito, in linea con i benchmark internazionali, con quelle di sviluppo del sistema produttivo italiano, con un forte impegno verso la sostenibilità. FII SGR gestisce 10 fondi di investimento chiusi riservati ad investitori qualificati, per un totale di asset under management target pari a circa 3 miliardi di euro e opera sia attraverso investimenti diretti, sia investimenti indiretti (fondo di fondi - FOF). Tutti i nostri fondi hanno Cassa Depositi e Prestiti come promotore e anchor investor per attrarre nuove risorse finanziarie da soggetti terzi. Tra i nostri investitori, oltre a CDP, ci sono alcune fra le principali casse di previdenza, fondazioni bancarie, fondi pensione, assicurazioni attratte dal nostro approccio diligente, dalla nostra struttura pubblico-privata, da un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, dalla sempre maggiore aderenza ai criteri ESG e dal nostro supporto al tessuto imprenditoriale italiano e naturalmente dall’ottima squadra di FII".
Veniamo all’appetibilità per gli investitori. “Attraverso la sua attività - affermate - il Fondo punta a confermare il suo ruolo di punto di riferimento per tutti quegli investitori istituzionali che intendono destinare parte delle proprie risorse allo sviluppo del sistema industriale italiano”. A fronte di quali rendimenti?
"Sì, è esattamente il ruolo che ci prefiggiamo. Riteniamo che in Italia ci siano moltissime aziende di eccellenza e noi di FII abbiamo una view privilegiata sul territorio italiano ed un team capace, esperto e riconosciuto. Come detto coniughiamo obbiettivi di rendimento con un approccio paziente del capitale finalizzato alla creazione di valore durevole nel lungo termine. Vogliamo supportare e promuovere la crescita delle PMI d’eccellenza delle filiere strategiche per il Paese, in ottica di consolidamento delle industrie italiane. Nel fare ciò, apportiamo capitale, ma anche competenze, network e management, per farle crescere, rafforzarsi, divenire più tecnologiche e più resilienti.Vogliamo essere il punto di riferimento per gli investitori che condividono questa visione, dove anche gli obiettivi di sostenibilità sono essenziali".
Collegandoci alla domanda precedente, qual è oggi la situazione del private market italiano? Quali fattori, sino ad ora, hanno frenato la crescita dimensionale dei fondi di private equity e venture capital?
"Da quando siamo nati il nostro obiettivo è stato quello di contribuire allo sviluppo del mercato del private capital italiano, oggi quanto mai importante per fare da volano per la crescita e la ripartenza. Il private market italiano ha chiuso il 2019 con risultati ottimi, all’interno di una fase di crescita almeno decennale. La crisi del Covid-19 ha però portato a una contrazione degli investimenti di circa il 20% nei primi 6 mesi del 2020 rispetto al primo semestre del 2019. In questo contesto gli operatori si sono concentrati sulla gestione delle società in portafoglio, hanno gestito le problematiche di liquidità, hanno adeguato le strutture e alcuni sono riusciti a individuare nuove opportunità di business. Riteniamo che post emergenza sarà fondamentale iniettare importanti dosi di capitale di rischio da allocare nelle aziende meritevoli e desiderose di crescere. In Italia ne abbiamo molte e noi siamo pronti a cogliere queste opportunità".
Attualmente dove vedete le maggiori opportunità d’investimento?
"Da sempre, cerchiamo e investiamo nelle eccellenze italiane ad alto potenziale. Nel corso degli anni Fondo Italiano ha ampliato il suo network, diventando sempre più capillare sul territorio italiano. Siamo rapidi nell’individuare le opportunità, sostenerle nella crescita e nell’internazionalizzazione. La nostra missione è quella di sostenere la crescita delle aziende e dell’economia italiana. Il nuovo piano industriale di Fondo Italiano “Forward 2023” punta infatti interamente sulla crescita. Vogliamo affiancare e supportare lo sviluppo delle PMI eccellenti italiane in settori strategici per l’Italia, quali Agrifood, Industrial Innovation, Biotech, Cybersecuirity, Italian Design, Aerospace, TMT, etc. Bisogna, però, puntualizzare che il nostro impegno non sarà rivolto agli interventi di salvataggio di aziende in difficoltà, non operando nel segmento dei turnaround".
Con il Progetto Economia reale, lanciato insieme a Cdpe Assofondipensione, puntate a una fattiva collaborazione con i Fondi pensione domestici per facilitare l’afflusso di investimenti verso l’economia nazionale. I segnali che stanno arrivando su questa importante operazione sono positivi o prevalgono le difficoltà?
"Anche in questo caso, con “Progetto Economia Reale”, vogliamo coniugare il ritorno in termini economico-finanziari con lo sviluppo del sistema produttivo. Il Progetto è ideato come una piattaforma di fondi di fondi, gestiti da Fondo Italiano d’Investimento SGR, modulata, al momento, attraverso le due asset class del private equity e del private debt. L’obiettivo è quello di dare l’opportunità ai fondi pensione di investire in strumenti diversificati, garantendo una maggiore flessibilità e granularità di portafoglio. Gli investimenti saranno destinati a favorire lo sviluppo delle nostre PMI, generando un circolo virtuoso, con imprese più solide, più forza lavoro e quindi più risorse destinate alla previdenza complementare. Ai fondi pensione garantiamo la massima istituzionalità coniugata con approccio di mercato, prodotti disegnati per loro in termini di strategie di investimento, obiettivi ESG, partecipazione al processo decisionale e al monitoraggio, un solido track record e un approccio “collaborativo” anche al fine di garantire una reportistica tempestiva e trasparente. I due fondi di fondi, FOF Private Equity Italia e FOF PD Italia, possono già contare sul commitment sottoscritto da CDP per un ammontare complessivo di 550 milioni di euro. L’iniziativa ha già riscosso un interesse elevato da parte di alcuni fondi pensione e questo ci rende particolarmente orgogliosi. Con molti fondi stiamo interagendo anche a livello di Consiglio di Amministrazione e ci attendiamo le prime sottoscrizioni entro la fine dell’anno".
Il Fondo italiano d’investimento si impegna a promuovere la sostenibilità in ogni suo aspetto: ambientale sociale ed economico. Come declinate concretamente questo impegno?
"La sostenibilità rappresenta il minimo comune denominatore di tutta l’attività di Fondo Italiano d’Investimento. Abbiamo infatti adottato un solido approccio per integrare la sostenibilità nei processi operativi interni e in tutte le fasi del processo di investimento, come opportunità per la creazione di valore nel lungo periodo. Dal 2017, la SGR ha intrapreso il proprio percorso per rendere la sostenibilità un fattore strategico abbiamo definito politiche, procedure e strumenti per gestire in maniera efficace i rischi e le opportunità connessi ad aspetti ambientali, sociali e di governance, oltre che implementare procedure utili per valutare e gestire rischi ed opportunità nelle attività di investimento. Questo impegno ci ha portati all’adozione di una Policy di Finanza Responsabile, un documento che viene aggiornato annualmente e che di fatto formalizza l’impegno di Fondo Italiano ad integrare i temi ESG per la gestione delle attività operative e nei processi di investimento, definendo il proprio approccio di Corporate Social Responsibility interna e di Investimento Responsabile. A partire dal 2019, pubblichiamo i risultati raggiunti durante l’anno attraverso il Report di Sostenibilità, nella convinzione che essere responsabili si traduca anche in una comunicazione trasparente nei confronti degli stakeholder stessi. Inoltre, a seguito dell’adesione ai Principles for Responsible Investment delle Nazioni Unite (UN PRI), ci siamo assunti l’impegno di rendicontare annualmente gli sviluppi della strategia di Investimento Responsabile. A questo ultimo riguardo, siamo molto orgogliosi di aver ricevuto, proprio da UN PRI, lo scoring A+ per la strategia e la governance, che rappresenta il livello massimo".