Cyber Security - Parla il Ceo di Cisco Italy, Agostino Santoni: "Noi il motore di internet"
Le ragioni della leadership mondiale di Cisco, la sua missione, la sua visione, la sua continua innovazione perché internet, di cui Cisco è il ‘motore’, sia davvero alla portata di tutti e per tutti, un grande strumento di democrazia. E poi la sua presenza in Italia, diventata capitale Cisco della cyberscurity. Questo e altro nell’intervista ad Agostino Santoni, Ceo di Cisco Italy.
Ingegner Santoni, quali sono i punti di forza che hanno fatto e fanno di Cisco una realtà leader del mondo?
"Se dovessi riassumere in un tweet la riposta, direi che Cisco è da sempre il motore di internet. È questa, sin dalla nostra fondazione, nel 1984 a San Jose, nella Silicon Valley, la nostra passione. La storia di Cisco risiede nel suo logo, che richiama il profilo del Golden Gate di San Francisco, e anche nel suo nome, perché se toglie una parte del nome San Francisco rimane appunto ‘Cisco’. Nel logo e nel nome dell’Azienda c’è già, insomma, l’idea di essere il motore di internet. Nel corso degli anni, poi, abbiamo perseguito precise traiettorie tecnologiche".
Può spiegare quali sono state le direttrici tecnologiche che avete seguito per raggiungere i vostri obiettivi?
"La prima è stata quella di concepire internet stesso come grande strumento di democrazia e quindi, per un periodo della nostra storia, ci siamo impegnati per raggiungere il maggior numero possibile di persone. Poi ci siamo immaginati una nuova fase, che è quella che stiamo vivendo ormai da qualche anno, per rendere internet una piattaforma che non connetta solo le persone, ma anche le cose, i processi, i dati. Qualche tempo fa un analista ha affermato che i nuovi abitanti di internet saranno 500 miliardi. Questo perché gli abitanti di questa piattaforma non sono solo le persone, ma anche molto altro. È esattamente quello che stiamo rendendo sempre più reale, perché avevamo previsto che internet avrebbe connesso tutto.Il più grande Il più grande ostacolo su questa traiettoria tecnologica è il fatto che internet è diventata un terreno sotto costante attacco degli hackers. Il cyber crime, ormai vera e propria industria, costituisce uno dei maggiori rischi per la diffusione del digitale. Per questo, abbiamo fatto una serie di investimenti che ci hanno portato a diventare un leader mondiale nel segmento della sicurezza. La terza grande attività di business è legata al mondo della collaborazione tra persone, e tra persone e “cose” connesse alla rete. Un esempio concretissimo è Cisco Webex, una vera e propria piattaforma di collaborazione che abilita anche la telepresenza: consente infatti a coloro che sono in videoconferenza di vivere un’esperienza unica, molto simile a quella che avrebbero con un incontro in presenza. Quindi, per fare un quadro sintetico, i nostri assi sono tre: tecnologie che costituiscono l’infrastruttura di internet, tecnologie per la cyber security e tecnologie per la collaborazione tra le persone e tra le persone e le cose. Ci sono poi tante altre aree, ma queste sono le tre grandi direttrici di business su cui ci muoviamo: una combinazione di hardware, software e di servizi a supporto. Una caratteristica peculiare della nostra azienda è la sua capacità di innovare. Una percentuale importante dei nostri ricavi è reinvestita per fare innovazione interna, ovvero ricerca e sviluppo con i nostri 25mila ingegneri. E dall’altra parte abbiamo una storia importante di acquisizioni. Abbiamo superato abbondantemente le 200 acquisizioni e una delle più recenti è stata proprio, in pieno periodo di pandemia, l’acquisizione di un’azienda italiana, Fluidmesh Networks".
Cosa fa di Cisco il leader nella sicurezza? Ci ha colpito il recente annuncio sulla disponibilità a livello globale di Cisco SecureX, la piattaforma di sicurezza nativa cloud più ampia e integrata, inclusa in tutti i prodotti Cisco Security per semplificare e migliorare il modo in cui i clienti gestiscono la sicurezza.
"Innanzitutto, vorrei dire che l’Italia ospita un luogo speciale nell’ambito della security. A Milano il 24 gennaio di quest’anno abbiamo inaugurato un centro di co-innovazione sulla cyber security. Un posto davvero unico, perché l’abbiamo aperto all’interno del Museo della scienza e della tecnologia ‘Leonardo da Vinci’. Quindi, sempre a proposito di ponti, noi siamo il ponte tra il passato e il futuro in un posto meraviglioso e ci fa veramente piacere collaborare con il Museo. In Italia abbiamo delle competenze forti perché pensiamo che un Paese più sicuro dal punto di vista cibernetico sia un paese più competitivo. Faccio questo ragionamento perché abbiamo una visione precisa della cyber security. Oggi, di fatto, un po’ tutti pensano alla sicurezza come qualcosa che si mette a difesa di qualcos’altro. Quindi, per proteggere il mio pc, vi metto sopra qualcosa che sono appunto soluzioni di cyber security. In realtà noi di Cisco abbiamo il concetto che tutte le piattaforme tecnologiche debbano avere quattro caratteristiche fondamentali: debbono essere semplici, debbono essere aperte, debbono essere programmabili e intrinsecamente sicure. Abbiamo l’idea che le piattaforme tecnologiche debbano certo avere gli strumenti di sicurezza, ma tutto quello che noi facciamo deve essere intrinsecamente sicuro. Ad esempio, la piattaforma di video conferenza Cisco Webex è universalmente riconosciuta come la più sicura tra gli strumenti di videoconferenza ed è per questo che è utilizzata tantissimo nel mondo da tutti anche in realtà quali difesa e enti governativi. Tornando al tema della sicurezza, possiamo contare sulla più grande organizzazione di ‘ethical hackers’. Si chiama Talos e ci lavorano esperti che monitorano continuamente la Rete per scovare e prevenire possibili attacchi. Per riassumere: pensiamo che la sicurezza debba passare da un ragionamento per cui tutte le tecnologie debbano essere intrinsecamente sicure e questo è un punto fondamentale; abbiamo un grande numero di informazioni e un’organizzazione che si occupa esclusivamente di guardare il mondo di internet cercando di sconfiggere i ‘cattivi’".
L’emergenza sanitaria mondiale da Covid-19 sottolinea l’importanza fondamentale delle partnership tecnologiche di fiducia. I dati sono stati chiamati la valuta dell’era digitale e la pandemia ha rafforzato questa convinzione. In tale ambito, può illustraci l’importanza del programma Country digital acceleration (Cda) di Cisco, che sviluppa relazioni di fiducia in tutto il mondo?
"Siamo degli appassionati di questo tema. A me piace dire che la valuta più pregiata, non soltanto in questo momento, è la fiducia. E a proposito di fiducia il rapporto tra Cisco a livello mondiale con i Governi italiani ha una lunga storia, fatta di forte volontà di collaborazione. Una storia di fiducia e collaborazione che ha avuto dei momenti molto importanti, come quando abbiamo deciso di essere i protagonisti di Expo 2015, facendo un investimento di più di 40 milioni di euro per rendere Expo il più bell’esempio di smart city al mondo. Successivamente abbiamo creato questo programma che, come citava lei, fa parte del progetto che si chiama ‘country digital acceleration’, con acronimo Cda. Ma in Italia cda sta per consiglio di amministrazione e così gli abbiamo dato un nome italiano che a me piace molto: ‘digitaliani’. Con i vari Governi che si sono succeduti in Italia abbiamo continuato a lavorare a questo programma - che ad esempio ha favorito anche l’acquisizione di Fluidmesh - che si basa su tre aree che a nostro avviso sono straordinariamente importanti per la crescita del paese".
Quali sono queste tre aree?
"Skill, Security e Social Responsability. La prima si focalizza sugli skill, ovvero il nostro impegno per dare alle persone le competenze per poter operare con successo nel mondo digitale. In quest’ambito, da una parte c’è l’attività di responsabilità sociale delle Cisco Networking Academy, distribuite in tutta Italia: istituti tecnici superiori, università ma anche carceri e organizzazioni non profit che danno supporto ai senza fissa dimora. Ogni anno, in Italia, formiamo 55mila persone. Prima li chiamavamo studenti, perché il programma era nato pensando alle scuole, ma poi abbiamo capito che tutti noi dovevamo aumentare le nostre competenze digitali e quindi abbiamo iniziato un percorso più ampio. C’è quindi un grande capitolo di investimento, che è quello di aiutare tutti, ripeto tutti, ad essere consapevoli dell’opportunità del digitale. Questo perché il purpose di Cisco è ‘to power an inclusive future for all’ e, se c’è una cosa di cui abbiamo avuto conferma in questo momento di pandemia, è che tutti devono avere accesso a internet. Perciò il nostro impegno, sia dal punto di vista delle competenze, sia da quello di tutte le altre iniziative di responsabilità sociale, ha proprio questa ambizione: di riaffermare, ancora una volta, che internet è uno straordinario strumento di democrazia e che internet deve essere inclusivo e non deve essere divisivo. Quindi apprezziamo moltissimo, ad esempio, che in Italia si continui con l’accelerazione degli investimenti sulla banda ultra larga, perché non c’è più discussione se la banda larga serva o no. Per fortuna si è consolidata l’opinione che serva".
Quindi, il primo obiettivo è quello di dare a tutti gli strumenti per muoversi al meglio nel mondo digitale. Restano security e social responsability. Può spiegarne le finalità?
"Il secondo tema di investimento è quello sulla cyber security, quindi la seconda ‘s’ che è la security. Ho già detto dell’investimento che abbiamo fatto per realizzare il centro mondiale d’innovazione sulla cyber security proprio in Italia, in quel posto meraviglioso che ho citato. Il terzo tema di investimento, la terza ‘s’, è la grande attenzione sulla responsabilità sociale, quindi favorire attraverso investimenti una maggiore consapevolezza di quanto sia importante non lasciare indietro nessuno. Abbiamo realizzato e stiamo realizzando dei progetti molto significativi, portando le nostre Academy nel carcere di Bollate, sia nel maschile che nel femminile. Siamo nel carcere di Secondigliano, di Nisida e così via. Abbiamo fatto una bellissima partnership con la Comunità Sant’Egidio, che è diventata un’Academy anche per aiutare i senzatetto. Parlando dei senza fissa dimora, prima abbiamo sostenuto progetti con cui la Comunità ha dato a tanti una casa, uno spazio fisico e ora li stiamo portando a ragionare, lavorando insieme, sulle opportunità che può dare il digitale perché abbiamo l’ambizione, come già avvenuto per alcuni detenuti che sono usciti dal carcere e ai quali abbiamo offerto una seconda chance, che anche i senza fissa dimora possano ripartire con la loro vita. Per noi questi sono esempi concreti di come il nostro focus sia la tecnologia, ma non fine a se stessa: la tecnologia deve sempre essere associata a dei valori, a un purpose, a delle azioni concrete. È proprio questo il nostro più grande investimento in Italia, considerare in modo olistico tutti questi aspetti che, riassumendoli, sono i valori e la cultura di Cisco. L’ambizione mia e del mio team è proprio quella di essere rilevanti nel Paese per dimostrare ciò che è possibile fare e quindi di aiutare il nostro Governo, grazie a questa partnership, a immaginare il possibile con la tecnologia Cisco".