Founder member di Soho House Roma, community mondiale che supporta la creatività e l’arte a livello internazionale, nominata Italy Country Chair in Arts leadership and film, Valentina Ciarallo fa parte del G100, associazione di cento donne leader globali nell’ambito della creatività, selezionate per promuovere la cultura dell’arte, la parità di genere, la sostenibilità anche in un’ottica filantropica. L’abbiamo intervistata per fare il punto della situazione dell’arte, per comprendere le potenzialità che potrebbero nascere dell’unione tra arte e azienda e per farci svelare i segreti di una carriera di successo.
Quando l’arte produce economia: parla Valentina Ciarallo
Storica dell’arte da oltre venti anni nel settore del contemporaneo, curatrice di progetti sperimentali e sostenitrice della giovane arte, laureata in Lettere presso l’Università La Sapienza di Roma con indirizzo storico-artistico, docente di storia dell’arte contemporanea e ultime tendenze delle arti visive presso IED Roma... Come e quando nasce la sua passione per l’arte?
Fin da piccola ho nutrito una grande passione per l’arte e l’immaginario visivo con una curiosità costante per tutto ciò che mi circondava. Ho frequentato il Liceo Artistico Statale via di Ripetta a Roma, tra i miei professori anche Cesare Tacchi, uno dei maggiori interpreti italiani degli anni Sessanta. Ho anche praticato manualmente le arti e vinto qualche concorso scolastico. All’Università ho scelto lo studio della storia dell’arte, focalizzandomi sull’arte contemporanea. Sono romana di nascita e sempre vissuta a contatto con la storia millenaria della mia città e trovo stimolante far dialogare l’arte del passato con quella di oggi come anche estenderne i confini alla moda e al design. Mi impegno attivamente nel promuovere le nuove realtà artistiche, dando spazio loro in molte occasioni e continuo ancora oggi a fare “studio visit”, il modo migliore per conoscere gli artisti. La mia curiosità a 360 gradi è il motore che guida ogni mia attività.
Il suo ultimo progetto, realizzato con Julian Opie per Portrait Milano mette in luce i reciproci benefici scaturiti dalle collaborazioni tra artisti e aziende. Lei è stata tra le prime ad avere intuito le potenzialità che potrebbero nascere dell’unione tra arte e azienda. Come si intrecciano questi due mondi? Quali sono i reciproci benefici che questi due universi, in apparenza così diversi, possono apportare l’uno all’altro?
Ho sempre guardato con attenzione al grande potenziale che potesse avere il mondo artistico con quello imprenditoriale e ritengo che l’arte contemporanea possa essere un efficace modello di comunicazione aziendale in grado di raggiungere un pubblico sempre più vasto. Non mi limito al ruolo di “curatore” per i luoghi deputati all’arte, ma mi piace sviluppare progetti personalizzati per le aziende, analizzando il loro profilo e il potenziale ritorno d’immagine, creando valore aggiunto. Da molti anni mi distingue la capacità di utilizzare l’arte al di fuori dei canoni tradizionali maturando numerose esperienze legate alle imprese con l’ideazione di progetti ad hoc. L’arte può reinventare il linguaggio aziendale e diventare strumento di marketing, rafforzando brand reputation e awareness. Questo approccio crea una sinergia vantaggiosa per aziende e artisti, promuovendo una cultura aziendale più dinamica e inclusiva che si potrebbe tradurre in una “economia della bellezza”. Il fatto che l’artista sia stimolato a confrontarsi in contesti non strettamente legati al mondo dell’arte, come luoghi espositivi diversificati e un pubblico non sempre “addetto ai lavori” gli consente di immaginare e sviluppare idee per un’audience amplificata. I questo modo l’arte arriva in maniera trasversale offrendo maggiore visibilità all’artista che può sviluppare nuove competenze e opportunità di ricerca e crescita professionale.
Muovendosi con agilità e professionalità su terreni differenti, confrontandosi con realtà anche molto diverse, lei ha collaborato con Enel, Poste Italiane, Gruppo Ferrovie dello Stato, BNL Gruppo BNP Paribas, Ferragamo. Ci racconta qualcosa di quelle esperienze?
L’arte è anche economia, anzi l’arte produce economia, pertanto non solo va sostenuta, ma va intesa in un’ottica imprenditoriale. Per questo motivo affianco al mio ruolo di curatrice quello di fundraiser, coinvolgendo istituzioni e grandi aziende. Tra i progetti pioneristici che ho ideato spicca il “Pacco d’Artista” per Poste Italiane, premiato nel 2014 in ambito nazionale con il premio ‘Cultura + Impresa’. Un’iniziativa rivolta alla promozione dell’arte italiana e divulgata capillarmente attraverso la rete degli uffici postali dell’intero territorio nazionale, con la partecipazione diretta del pubblico sul web. Vedere distribuito l’iconico pacco giallo per le spedizioni, trasformato in opera d’arte e reso disponibile sia per l’uso che come oggetto da collezione ha contribuito a rendere l’arte contemporanea più accessibile a tutti. Anche “Il mio viaggio in treno tra arte, bellezza e sostenibilità” per il Gruppo Ferrovie dello Stato è stato vincitore nel 2021 del primo premio ‘Cultura + Impresa’ per la categoria ‘Produzioni Culturali d’Impresa’. Ho inoltre ideato per Enel un progetto di arte pubblica con l’artista Arthur Duff - Light Cycles – Arthur Duff - che ha illuminato con proiezioni laser i principali monumenti di alcune città-tappe di arrivo del 105esimo Giro d’Italia in occasione dei 60 anni del Gruppo celebrati all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Tutto ciò ha permesso al grande pubblico di godere dell’arte urbana. Per BNL Gruppo BNP Paribas ho curato la partecipazione al ‘Festival della Cultura Creativa’ promosso dall’ABI sul territorio nazionale e ho istituito un premio a sostegno della giovane arte promosso da un gruppo di comunicazione, attraverso una nuova modalità di condivisione e partecipazione collettiva. Tutt’oggi, per Lungarno Collection, compagnia alberghiera della famiglia Ferragamo, curo i progetti espositivi del Gallery Hotel Art di Firenze, a due passi da Ponte Vecchio. Arte e ospitalità è un binomio vincente. Una destinazione, quella del Gallery Hotel Art, che si propone di offrire agli ospiti e alla città un’accoglienza di charme, oltre a contenuti artistici.
Durante la pandemia ho ideato e lanciato “Carta bianca. Una nuova storia 49 artisti x 49 copertine”, nato in occasione del ‘White Issue’ (cover bianca di Vogue Italia aprile 2020). Un progetto di successo che ha contaminato il settore della moda coinvolgendo 49 artisti italiani che hanno rielaborato l’iconica copertina bianca attraverso un’operazione divulgativa che è riuscita a superare il sistema arte, essendo stato pubblicato su tutti i canali digitali di Vogue Italia con una diffusione globale.
Com’è nato l’ultimo progetto all’Hotel Portrait di Milano?
Nel 2022 è nato Portrait Milano, brand di punta della Lungarno Collection e destinazione d’eccellenza nel cuore della città meneghina. Il complesso dell’ex Seminario Arcivescovile del 1565, che lo accoglie, con la sua ampia corte interna, restituita ai cittadini da dicembre 2022, è diventato il nuovo palcoscenico della contemporaneità.
La nuova piazza mi ha ispirato a immaginare un progetto ad hoc che coinvolgesse l’artista internazionale Julian Opie con le sue iconiche figure stilizzate e colorate perfettamente integrate con lo spazio e l’architettura circostante in modo da creare connessione con le persone a passeggio.
Il progetto Walking in Milan, esposto dal 3 luglio al 27 agosto 2024, ha animato Piazza del Quadrilatero con queste otto nuove sculture monumentali delle serie walking figures collocate su grandi basamenti e ritratte di profilo mentre camminano. Una piazza-gioello che ha rivissuto la storia del luogo attraverso il linguaggio minimale dell’artista. Ispirandosi alla statuaria classica dove i grandi personaggi venivano posti sopra i piedistalli, Opie reinterpreta il concetto di scultura antica proponendo un nuovo canone di auto rappresentazione. I protagonisti di oggi sono i soggetti comuni, scelti dalla strada, colti nella loro spontaneità e nei loro gesti ordinari. “Ogni epoca, per trovare identità e forza ha inventato un’idea diversa di classico - scrive l’intellettuale e archeologo Salvatore Settis - così il classico riguarda sempre non solo il passato ma il presente e una visione del futuro”. C’è una bellezza in ogni figura che cammina, una bellezza dell’oggi che Opie riesce a catturare con il suo segno.
Durante i due mesi di esposizione oltre centomila persone hanno attraversato la corte “en plein air” del Portrait Milano vivendo un’esperienza artistica. Segno che l’arte contemporanea è capace di prosperare anche in spazi originali e inusuali avvicinandosi sempre più al pubblico e accorciando le distanze tra l’arte e la vita di tutti i giorni. Credo che l’iniziativa abbia confermato ampiamente l’impegno di Portrait Milano a essere un luogo inclusivo e aperto, offrendo spazi di incontro e arricchimento per la città”.
A cosa sta lavorando? Quali sono i prossimi progetti?
Il 18 ottobre partirà un nuovo progetto di arte contemporanea, LamArte, negli spazi comuni dell’Hilton Rome Eur La Lama, di proprietà della Icarus spa. Una modalità espositiva sempre più diffusa per veicolare l’arte contemporanea superando i luoghi tradizionali, in un quartiere come l’Eur, ricco di potenzialità e istituzioni culturali importanti come il Museo delle Civiltà. Sempre all’Eur, presso la Nuvola di Fuksas dal 21 al 24 novembre pv. andrà in scena la quarta edizione di ‘Roma Arte in Nuvola’, la fiera internazionale di arte moderna e contemporanea che si prospetta ricca di novità. È in arrivo anche la pubblicazione del volume dedicato al progetto ‘Carta bianca. Una nuova storia 49 artisti x 49 copertine’. In autunno sarò coinvolta in un’importante iniziativa che prevede una call artistica a che vede protagonisti il nuovo teatro Renato Borsoni a Brescia, il Comune di Brescia a l’azienda A2A. Non svelo troppo però… lasciamo qualche sorpresa per la prossima intervista.
In una società in costante evoluzione, popolata dai social, dove subiamo un bombardamento continuo di immagini e scatti, qual è il ruolo dell’arte?
Credo che l’arte debba essere divulgata e condivisa e che le piattaforme social, se utilizzate in modo consapevole, rappresentino uno strumento estremamente efficace. I social media, in particolare Instagram, hanno reso l’arte accessibile a tutti anche a chi è impossibilitato di visitare fisicamente musei e gallerie. L’ arte può diventare anche un veicolo importante per educare e sensibilizzare e con i nuovi mezzi raggiunge un’ audience più ampia e trasversale. Oggi gli artisti hanno l’opportunità di farsi conoscere, interagire direttamente con il pubblico e instaurare un dialogo diretto, grazie alla rapidità e immediatezza del web. Anche io utilizzo varie piattaforme social e ne sfrutto le potenzialità, soprattutto IG che uso come una sorta di bacheca personale dove posto le varie iniziative accompagnate da una narrazione e che utilizzo anche come mezzo per scoprire nuove realtà artistiche e per entrare in contatto diretto con il mondo creativo globale, rimanendo costantemente aggiornata (@valeciarallo). Credo che chi opera nel campo artistico debba essere al passo con l’evoluzione tecnologica e culturale del nostro tempo.