Alfonso (Simest): "In due anni servite 10.000 imprese per 4,4 miliardi di euro"

- di: Redazione
 
I cambiamenti del modello di economia globale accelerati dalla pandemia, con le filiere che si accorciano, il forte sostegno alle imprese italiane e alla loro internazionalizzazione nel 2020-2021, il Patto per l’Export che vede coinvolti la Farnesina, Sace, Simest e Ice. Intervista a Mauro Alfonso, Amministratore delegato di Simest, la Società del Gruppo Cassa depositi e prestiti (Cdp) che sostiene la crescita delle imprese italiane attraverso l’internazionalizzazione della loro attività.

Intervista all'Ad di Simest, Mauro Alfonso

Dottor Alfonso, il 2021, per fortuna, si sta configurando come un anno di forte ripresa. Quali sono le grandi problematiche ed i grandi trend in atto nei quali si inserisce anche l’Italia?
Nel mondo sono in atto importanti trend di evoluzione che prevedono un cambio di paradigma e di sviluppo a livello globale. La pandemia da Covid-19 ha senz’altro accelerato una serie di dinamiche che erano già in atto, in particolar modo se pensiamo ai concetti di sostenibilità e digitalizzazione. Abbiamo constatato come il precedente modello di economia globale, che si era sviluppato dagli anni ’80 in poi, abbia mostrato grandissime fragilità, soprattutto in termini di tenuta delle filiere di approvvigionamento che si sono di fatto disarticolate con la pandemia. Questo impone un totale ripensamento dei modelli di produzione che, nei prossimi decenni, si ricostituiranno sulla base regionale: le catene del valore, quindi si svilupperanno in prossimità dei mercati di sbocco. L’altro trend è la digitalizzazione: ricordiamo tutti l’esplosione dei consumi e dei beni e servizi da remoto avvenuta durante la pandemia, un processo che ha imposto alle aziende un ripensamento completo dei propri modelli di distribuzione. Questo vale sia per il modello B2C, quindi per gli acquisti effettuati tramite piattaforme di e-commerce per consumo privato, ma vale anche per il B2B, nelle relazioni tra aziende. Il cosiddetto modello di azienda 4.0 è un processo verso il quale tutte le aziende dovrebbero aspirare.

Il 2020 è stato un anno nel quale si sono presi provvedimenti importanti, che vi hanno anche messo sotto pressione in termini di un impegno senza precedenti. Il 2021 che tipo di anno è stato per Simest? Quali sono le principali evoluzioni degli strumenti a disposizione delle imprese italiane per l’internazionalizzazione?
Il 2021 per Simest è stato un anno straordinario quanto quello precedente, ma con un altro spirito. Nel 2020, infatti, siamo stati investiti da uno tsunami violento al quale abbiamo dovuto dar risposta in termini di emergenza, mentre il 2021 è stato l’anno della base della ripartenza. Questa differenza si può evincere anche dagli strumenti che sono stati richiesti dalle imprese: mentre lo scorso anno l’afflusso maggiore è stato per il finanziamento di patrimonializzazione, quest’anno le domande si distribuiscono su strumenti che permettono di spesare nuovi investimenti. In termini di volumi, il nostro impegno a supporto dell’imprenditoria italiana è stato enorme nel 2019 le aziende che si erano servite di Simest erano meno di mille per circa 290 milioni di euro di impegno finanzario, mentre complessivamente, tra il 2020 e il 2021, abbiamo supportato oltre 10mila aziende per un ammontare complessivo che si aggira a 4,4 miliardi di euro.

Lei ha più volte sottolineato l’importanza delle sinergie, non solo con il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, ma anche con tutta un’altra serie di realtà. Da questo punto di vista, come sta evolvendo la situazione in Simest e su quali tavoli state lavorando per il futuro?

Una lezione fondamentale che abbiamo imparato in questi due anni è che lavorare in squadra è particolarmente utile. Abbiamo sentito ribadire da più parti che c’è bisogno di far sistema, e fare sistema significa proprio fare qualcosa come stiamo facendo noi. Sotto la regia del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale è stato creato il Patto per l’export, nel quale ovviamente, oltre alla Farnesina, sono presenti Simest, Sace e Ice. Questa sinergia è quotidiana e negli ultimi due anni ci ha permesso di fornire un supporto importante all’economia delle aziende che internazionalizzano. I risultati finora raccolti ci dicono che le esportazioni italiane sono ritornate ai livelli pre-crisi: questo significa che l’impegno è stato ben speso e che le aziende hanno risposto in maniera utile. C’è ancora, ovviamente, altro importante lavoro da fare: abbiamo, infatti, il mandato di distribuire una parte dei fondi del Pnrr: 1,2 miliardi di euro per supportare la transizione digitale ed ecologica delle PMI italiane. Le risorse sono ancora ampiamente disponibili e richiedibili fino al 31 maggio del prossimo anno: il mio invito per le imprese è quello di approfittare di questa opportunità per investire in uno sviluppo non più solo auspicabile, ma determinante per essere competitivi.
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