Mazzarella (Banco BPM): "Distribuire le responsabilità necessario per un'integrazione dei valori ESG"

- di: Redazione
 

Liana Mazzarella, Responsabile Sostenibilità del Gruppo Banco BPM, non ha dubbi: una governance aziendale efficace può promuovere i  criteri ESG attraverso una razionale distribuzione delle responsabilità. Coinvolgendo tutti gli stakeholders si crea valore, nonostante l’urgenza e la complessità delle nuove globali richiedano cambiamento e innovazione nei modelli di crescita. Ecco cosa ci ha detto.

Mazzarella (Banco BPM): "Distribuire le responsabilità necessario per un'integrazione dei valori ESG"

Sebbene l’acronimo ESG (Environmental, Social and Governance) circoli con relativa frequenza, rimane un po’ di incertezza attorno a quali modelli di corporate governance siano capaci di promuovere in modo efficace l’integrazione degli aspetti sociali e ambientali nei processi decisionali aziendali. Dottoressa Mazzarella, come incoraggiare al meglio l’integrazione dei criteri ESG nel governo societario?

La sua domanda offre già lo spunto per la risposta, è ormai acclarato, infatti, che sia proprio una governance efficace a determinare l’integrazione delle tematiche ambientali e sociali nella gestione e nella strategia aziendale. La definizione di presidi, processi e norme è il motore che orienta l’attività, che disciplina l’agire delle diverse strutture e le indirizza verso i comuni obiettivi. 

Per un’integrazione ESG efficace è necessario che ogni realtà aziendale trovi il giusto mix di distribuzione delle responsabilità, che concili quindi l’esigenza di coordinamento, attraverso ad esempio una funzione centrale in grado di avere una vista trasversale, con l’efficacia esecutiva, tramite quindi le azioni realizzate dalle strutture specialistiche che hanno le competenze adeguate a realizzare gli obiettivi.  In Banco BPM abbiamo creato dei presidi sia a livello consiliare, Comitato Sostenibilità, sia a livello manageriale, Comitato ESG e funzione Sostenibilità, coadiuvati dalle strutture specialistiche, ad esempio Crediti per le politiche del credito ESG, Finanza per il funding e l’AuM ESG, ecc..

Quale può essere un modo efficace per rapportarsi con gli stakeholders su questi temi?

È fondamentale portare a bordo gli stakeholders, in quanto un percorso sostenibile non si realizza in modalità stand alone e il modo migliore è far percepire che vi è un interesse comune. Per una banca commerciale, ad esempio, è importante che le aziende clienti comprendano come i cambiamenti in atto possono generare un impatto sia sul loro business sia sul fronte dell’erogazione del credito. Il confronto diretto, seppur tradizionale, rimane sicuramente un modo efficace per concentrare l’attenzione degli stakeholder su tali tematiche. In tal senso, Banco BPM ha intrapreso un percorso volto a contribuire alla consapevolezza ESG dei propri clienti organizzando delle sessioni formative nelle quali le aziende hanno la possibilità di confrontarsi relativamente alle novità normative, alle tendenze del settore e alle opportunità legate a tali tematiche. Per le aziende si tratta di un’opportunità di aggiornamento e confronto, per la Banca di un momento di ascolto importante per testare l’adeguatezza delle proprie iniziative e dell’offerta commerciale. Un altro esempio riguarda la clientela retail relativamente all’educazione finanziaria: gli incontri che Banco BPM realizza sono un’opportunità per far evolvere la relazione con la comunità. Mettendo a disposizione le nostre competenze abbiamo contribuito a creare consapevolezza sulle scelte economiche delle famiglie, ma anche ad accorciare quelle asimmetrie informative che talvolta rendono difficile la relazione fra risparmiatori e istituti bancari.     

Quindi mettere al centro la Sostenibilità crea valore?

Il dialogo con gli stakeholder è parte essenziale del sistema di governance della sostenibilità. Identificare e integrare le esigenze dei singoli interlocutori con i quali l’azienda si rapporta non è solo un tema di trasparenza e garanzia, ma anche di competitività e riduzione del rischio e quindi di creazione di valore. L’urgenza e la complessità nell’affrontare le nuove e continue sfide globali richiedono cambiamenti e innovazioni nei modelli di crescita ed è proprio dal confronto che emergono le opportunità e le riflessioni, qualora necessario, sulle necessità di cambiamenti di rotta. 

Come coniugare al meglio Sostenibilità, Business e Fattore Umano?

L’obiettivo di un modello economico sostenibile è quello di tutelare il pianeta e al contempo consentire una prosperità diffusa considerando come fondamentali il lavoro dignitoso, la sconfitta della povertà e della fame, la tutela della salute e dell’educazione, la lotta alle diseguaglianze a partire da quelle di genere. È interessante evidenziare che proprio in questi anni la forte correlazione fra tematiche sociali, ambientali ed economiche è stata al centro di molti studi che hanno messo in luce come i principali driver della crescita economica siano la conoscenza, la qualità del capitale umano e l’innovazione tecnologica; ciò si discosta quindi dall’approccio tradizionale in cui i motori della crescita sono il capitale fisico, il lavoro e il consumo di risorse naturali. Anche nei 17 obiettivi dell’agenda 2030 dell’ONU, la persona è posta al centro dello sviluppo sostenibile del pianeta e penso che questo valga per tutti i tipi di organizzazioni e gruppi della società, perché è dal talento, dalla volontà e dall’impegno delle persone che nascono le idee e le azioni che danno forma al cambiamento.

Fra poco si rinnoverà il Parlamento Europeo. Sappiamo bene quanto i temi ambientali siano stati divisivi in questi ultimi tempi. Qual è il suo auspicio per i prossimi 5 anni?

La Comunità Europea è un tentativo unico nel panorama storico e mondiale, sicuramente imperfetto e perfettibile, ma che costituisce un solido quadro di riferimento per guidare e ispirare i processi di modernizzazione dei Paesi e per consentirci di affrontare in maniera più efficace le complesse sfide ambientali che ci vengono poste dalla scienza. Ormai la comunità scientifica è concorde nel considerare urgente un cambio di passo nello sviluppo economico e numerosi sono gli appelli per una riduzione delle emissioni e del consumo di risorse naturali. Mi auguro pertanto che si lavori per un’Europa sempre più unita e autorevole, dove prevalga l’interesse comune pensato come un’opportunità per tutti i Paesi, fissando obiettivi concreti e raggiungibili e scegliendo persone preparate e autorevoli che possano sostenere una politica comune con credibilità.

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