Eridania Italia, Bragaglia: "Abbiamo mantenuto lo spirito positivo del leader di settore"
- di: Redazione
Eridania, più di 120 anni di storia e leadership indiscussa in Italia nel settore dello zucchero, con altri segmenti della dolcificazione in cui ha scalato posizioni. Oggi controllata da un colosso del settore come il Gruppo Cooperativo Cristal Union, ha lanciato una nuova fase della sua attività innovativa. Ne parliamo con il Ceo, Daniele Bragaglia.
Eridania ha 122 anni di storia ed è una realtà che in Italia, già prima della pandemia, partiva da una posizione di leadership indiscussa nel settore zucchero che vedeva nel retail una quota di mercato del 33%, una conoscenza del marchio del 93% e una penetrazione dell’88%. Posizione che si è rafforzata durante il lockdown, quando la produzione è aumentata del 50 per cento, con oltre 30 milioni di chili venduti in tutto il Paese. Quali i punti di forza più importanti della Società? Quali i suoi caratteri chiave che la rendono vincente?
Eridania ha sempre avuto la capacità di mantenere quello spirito positivo e propositivo che deve avere il leader del proprio settore, assumendosi le relative responsabili-tà. In particolare, di non accontentarsi degli obiettivi raggiunti, ma di continuare a delineare chiaramente lo sviluppo della categoria e gli alti livelli di qualità prodotti e del servizio da fornire. Abbiamo lavorato sulla struttura interna, cercando di fare sentire tutti come partecipi di una squadra con mentalità vincente su obiettivi chiari e comuni, il tutto supportato da un team building continuo ed una corretta leadership.
Lei ha dichiarato che ‘l’emergenza Covid porterà una spirale di trasformazione. Per la fase tre, l’azienda ha creato uno specifico team per identificare le nuove priorità strategiche’. Quali sono queste priorità?
In un periodo di grandi cambiamenti e incertezze, per poter essere propositivi, dobbiamo far leva sulle migliori conoscenze e professionalità sia interne che esterne, con-sapevoli del fatto che le situazioni di crisi fanno emergere i più abili interpreti del cambiamento. Per questo abbiamo creato sia uno specifico team interno, sia facciamo parte di un team a livello europeo del nostro Gruppo. Abbiamo anche privilegiato molti confronti con l’esterno, tra cui clienti, fornitori e consulenti. Le priorità sono corre-late alla sostenibilità di filiera, al completamento della digitalizzazione in tutte le aree aziendali e un continuo impegno di R&D, in tutti i settori e canali in cui operiamo.
La nostra rete di circa 900 clienti, nei canali retail ed industria assieme alla capacità logistica di distribuire su tutto il territorio nazionale spedizioni che vanno da pochi colli a intere cisterne, sia una possibile leva di ulteriore sviluppo strategico.
Restando sul tema, negli ultimi 8-9 anni avete rinnovato completamente la categoria della dolcificazione. Per usare le sue parole: “Cambia la società, cambia anche lo zuc-chero”. Nel breve e nel medio periodo su quali prodotti punterete? Crede che il Covid possa aver modificato le tendenze del consumo di dolcificanti?
Sicuramente l’attività di sviluppo ed innovazione a 360° fatta da Eridania, è riconosciuta nel mercato. Per quanto riguarda l’innovazione di prodotto, seguiamo una nostra filosofia che possiamo sintetizzare in “importanza di conoscere, capacità di educare, libertà di mangiare”. Proprio in questo secondo semestre 2021 stiamo distribuendo la nuova linea per ricette e per confetture con almeno il -30% di zuccheri e ricca di fibre, di alto profilo qualitativo. Il periodo della pandemia ha spinto gli italiani a risco-prirsi con passione sempre più “Cuochi a Casa”, anche nella preparazione di dolci. Allo stesso tempo, è continuato a crescere l’attenzione verso la sfera healthy, anche con riferimento al corretto uso proprio dello zucchero. In risposta ai trend emergenti, Eridania ha dedicato la propria R&D allo studio di una nuova categoria di prodotti in grado di coniugare la riduzione degli zuccheri con il mantenimento delle caratteristiche strutturali e di gusto dello zucchero, trovando nelle fibre l’ingrediente ideale in grado di sostituirli, e modularne l’impatto glicemico.
Nel 2019, prima quindi della pandemia da Covid-19, avete varato un piano di sviluppo per crescere ancora sia nel canale retail (come detto quota di mercato del 33% ante Covid) che nell’industria (nel pre-Covid quota di mercato del 21%). Le coordinate di quel piano, salvo ovviamente gli aggiustamenti determinati dal mutare delle situazioni, restano fondamentalmente valide o no?
Come per altri, vivere il lungo periodo di pandemia, è stato come stare sulle montagne russe, con con grande volatilità nei diversi canali, anche se in un settore molto più fortunato di altri. Nel 2021, è ricominciato un riallineamento dei consumi al pre-covid, non ancora completato. Le nostre quote di mercato, guardandole aggiornata a quest’anno, sono rimaste inalterate. I piani di rafforzamento sia nel canale industria con l’aumento delle specialità, che nel canale retail con innovazione sia nello zucchero che nei sostitutivi dello zucchero, continuano a pieno ritmo.
Tornando alla pandemia, come avete vissuto l’emergenza, quali problemi ci sono stati nelle vostre filiere?
La risposta dei dipendenti Eridania è stata davvero eccezionale, sia come senso di appartenenza all’azienda, sia come responsabilità di lavoro per la filiera alimentare, essenziale nel momento del lockdown. Anche la nostra rete di fornitori ci ha assistito in modo egregio. Nel nostro stabilimento di Russi (RA) si è continuato a lavorare a ciclo continuo, negli uffici abbiamo utilizzato lo smart working, adottando procedure di sicurezza molto precise e profonde, ancora prima dei decreti legislativi. Ci siamo impegnati sullo smart working per traghettarlo in una modalità lavorativa esponenziale, che si realizza non solo con tecnologia e piattaforme ma soprattutto con proces-si, momenti di socializzazione, una reale diversa mentalità sia di chi gestisce che di chi opera. Come società abbiamo fatto diverse iniziative sociali con la Protezione Civile, la Caritas e la CRI.
Nel 2017 c’è stata la fine del regime delle quote dello zucchero e siamo a 15 anni dalla riforma comunitaria che ha radicalmente trasformato lo scenario in cui si muove l’industria saccarifera. Quali gli effetti di questi due momenti cruciali? Quale bilancio si può trarre?
Prima della riforma del 2006, il settore saccarifero per quasi 40 anni era rimasto uno dei settori agroindustriale più protetti. Parlando di una commodity la resa agricola è fondamentale, non solo da un punto di vista economico ma anche come sostenibilità. La barbabietola da zucchero, anche come sua origine e sviluppo è una coltura con-tinentale e non mediterranea. I nostri soci in Francia hanno una produzione media di 14-15 t/ha di zucchero bianco, in Italia la media è 7-8. In modo semplicistico, evi-denzio che è il motivo per cui le arance si producono nell’area mediterranea e non nell’area continentale dell’UE.
Caduta la protezione, la produzione si è concentrata nelle aree più vocate e sono stati chiusi oltre 120 zuccherifici in UE.
Da cinque anni Eridania è passata sotto il controllo del colosso cooperativo francese Cristal Union, un gigante con una base sociale di 9mila aziende agricole e una produ-zione di 2,4 milioni di tonnellate l’anno in 11 stabilimenti produttivi. Quale per Eridania il vantaggio di essere parte di Cristal Union? E quali invece i limiti, posto che ci siano?
Il rapporto con Cristal Union è nato nel 2011, quando hanno acquisito il 49% della società, passando poi al 100% nel 2016. Questo evidenzia un rapporto di lungo pe-riodo, a supporto della nostra crescita, ma anche con relativo apprezzamento della struttura nel suo complesso. Con questo importante investimento, oltre a quello fatto in SRB (raffineria di zucchero in Brindisi di cui detengono il 50%), i nostri soci evidenziano l’importanza strategica del mercato italiano, secondo solo a quello france-se. Gli aspetti positivi sono davvero molti: una filiera agricola-industriale la più efficiente in Europa; fare parte di un importante network del Gruppo sia in UE che a livello internazionale; una importante struttura patrimoniale e finanziaria; una mentalità cooperativa, che nasce dai campi, ma sempre orientata allo sviluppo futuro dell’intera filiera attraverso un percorso sostenibile. Va anche evidenziato il grande rispetto e la forte autonomia sempre dati in questi 10 anni alla società italiana, alla sua storia, ai suoi dipendenti fino al gruppo dirigente, di cui ha permesso uno sviluppo ed una crescita tutta italiana. Difficile, davvero, trovare limiti!
Cos’è per Eridania la Sostenibilità (a 360 gradi: economica, ambientale, sociale) e come la concretizzate nella realtà?
Il lungo lavoro fatto sulla sostenibilità ha dato risultati importanti: tutta l’energia utilizzata nel nostro stabilimento di Russi è rinnovabile; i 3/4 degli imballaggi sono in carta e cartoncino certificati FSC, a plastica rappresenta solo il 17% ed è per il 95% riciclabile; con il trasporto su treno abbiamo ridotto le emissioni del 40%; nel 2021 otterremo la certificazione EPD dell’intera filiera; i rapporti con i dipendenti vedono il confronto come perno principale, affiancato da fasi di formazione continua e svilup-po di accordi con politiche di welfare.
Nel 2022 andremo a completare uno sviluppo del piano poliennale relativo alla sostenibilità, valutando anche obiettivi di piena decarbonizza-zione e di società Benefit. A integrazione di questo, evidenziamo che i nostri soci pubblicano un consistente report CSR e fanno parte della piat-taforma di sostenibilità SAI.
“La società cambia, cambia anche lo zucchero”. Come vede Eridania tra 10 anni? Lei ha poi affermato in un’intervista che “guardando avanti vedo Eridania, oltre a mante-nere la leadership indiscussa nel settore, diventare leader in almeno altri due settori”. Quali?
Non posso fare altro che ribadire quanto detto nella precedente intervista e da voi riportato nella domanda, aggiungendo anche gli obiettivi di lungo periodo e alto livello relativi alla sostenibilità. Mi dispiace non poter rispondere in modo esplicito alla vostra domanda sui due settori, posso solo dire che uno dei due è vicino ad attività in parte già sviluppate da Eridania.