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Sicily by Car, Tommaso Dragotto: “Abbiamo portato la Sicilia in tutta Europa”

- di: Redazione
 
Sicily by Car, Tommaso Dragotto: “Abbiamo portato la Sicilia in tutta Europa”

Dalla Sicilia all’Europa, con uno sguardo sempre rivolto alla sua terra. In questa intervista, Tommaso Dragotto ripercorre i momenti chiave della crescita di Sicily by Car, fondata oltre sessant’anni fa a Palermo e oggi presente nei principali aeroporti europei. Parla della resilienza durante il Covid, della quotazione in Borsa e della strategia di espansione nel continente, ma anche di come il noleggio auto possa valorizzare il turismo regionale e promuovere un’immagine positiva dell’Italia nel mondo. Centrale il tema della mobilità sostenibile e il ruolo che le aziende devono assumere nel guidare il cambiamento. Crescita, responsabilità sociale, innovazione e identità territoriale sono i pilastri del suo racconto.

Sicily by Car, Tommaso Dragotto: “Abbiamo portato la Sicilia in tutta Europa”

Sicily by Car, da operatore inizialmente regionale – come suggerisce la stessa ragione sociale – si è via via affermato, in oltre 60 anni di attività, come un player nazionale e internazionale. Dottor Dragotto, quali sono stati i momenti cruciali di questo entusiasmante percorso di crescita?
Fare impresa in Sicilia è già un’impresa di per sé, ci sono difficoltà geografiche e strutturali che rendono il percorso di sviluppo più complesso e difficile, tuttavia quando si hanno idee chiare e molta forza di volontà si raggiunge sempre il traguardo previsto. Direi che le maggiori difficoltà le ho incontrate nel passaggio da realtà imprenditoriale regionale a realtà nazionale, una decisione che ho preso più con il cuore che con la mente, anche se sapevo che era arrivato il momento giusto per valicare i confini isolani.
L’apertura delle sedi operative a Roma e a Milano è stata un vero e proprio banco di prova sotto tanti aspetti e mi ha fatto comprendere le logiche del mondo car rental su vasta scala, soprattutto negli aeroporti.
Il secondo momento di difficoltà è arrivato nel 2020 con l’epidemia da Covid-19, quando il mondo intero si è fermato per circa due anni. Ho avuto molta incertezza sul futuro perché quello che stava accadendo prescindeva da qualsiasi pianificazione e volontà, ma non ho mai smesso di sperare in una soluzione scientifica e così è stato. Il 2023 è stato l’anno della piena ripresa, come un nuovo inizio ricco di enormi soddisfazioni, tra le quali la quotazione in Borsa.

Veniamo all’oggi: qual è la strategia del gruppo e quali sono i prossimi obiettivi?
Dal 2023, anno della nostra apertura al mercato, abbiamo puntato sull’Europa. Il prossimo traguardo è quello di arrivare, nei futuri tre anni, a una capillare presenza nelle mete a maggiore vocazione turistica. Siamo già presenti nella penisola iberica - in Portogallo a Lisbona e a Porto, e in Spagna a Barcellona e a Ibiza - e poi a Malta, in Albania, in Croazia, nel Montenegro, in Francia, in Austria e in Polonia.

Il legame con la Sicilia rimane fondamentale. In che modo un operatore di autonoleggio come voi può favorire la crescita del turismo regionale e valorizzarne il patrimonio culturale e paesaggistico?

Ho sempre voluto mantenere il nome aziendale - Sicily by Car - immutato. So bene che può generare una certa confusione per un’azienda internazionale, ma l’ho fatto proprio perché la mia terra, la Sicilia, è nel nome e nel logo della società. Già questo, di per sé, è uno straordinario spot per l’isola, che viene pubblicizzata in tutti gli aeroporti d’Europa durante tutto l’anno.
Ho inoltre istituito nel 2016 una Fondazione che ha scopi di natura sociale e di promozione artistica e culturale. Abbiamo realizzato moltissime iniziative tra cui la pubblicazione di libri d’arte, il restauro di opere pubbliche, mostre e, non ultimo, un docu-film dal titolo Terra Madre, interamente dedicato alla Sicilia.

Come sta cambiando la domanda da parte dei vostri clienti?
Cambia in base alle nuove esigenze di mobilità: l’auto di proprietà è sempre meno un must have e ci si affida sempre di più al noleggio in base alle necessità. La ZTL ha inoltre influito molto sulla richiesta di auto 100% elettriche ed anche i veicoli ibridi stanno prendendo sempre più campo.
I turisti, in modo particolare coloro che ritirano il mezzo appena atterrati, chiedono auto comode e capienti per viaggiare in sicurezza e comodità: l’auto elettrica viene richiesta di meno per il fatto che ancora non abbiamo una rete infrastrutturale di colonnine di ricarica capillare sull’intero territorio italiano.
Professionalità, servizio e cortesia restano sempre alla base del nostro successo: questo, direi, è il punto fermo su cui fa perno la nostra offerta.

Quali sono le principali sfide che il settore turistico italiano deve affrontare oggi e come si può aumentare l’attrattività verso la clientela estera?
Da una parte la sfida è quella di tenere testa a un’offerta poco qualificata che alletta la clientela con il low cost: parlo di insegne locali, poco strutturate e organizzate, che ‘rompono’ il mercato.
Dall’altra possiamo però fare affidamento su una crescente destagionalizzazione del mercato turistico, che certamente contribuisce ad aumentare i flussi e a migliorare le strategie di business in riferimento a specifici segmenti di mercato. Questo, negli ultimi anni, ci ha consentito di ragionare meglio e in termini più mirati sulla costituzione della flotta, sia da un punto di vista quantitativo che per tipologia di vetture: dalla city car fino ai SUV o al segmento luxury.

Quali regioni o destinazioni italiane hanno, secondo lei, il maggior potenziale di crescita turistica, e perché?
Ogni regione in Italia ha ancora un grande potenziale di crescita. Il nostro Paese è assolutamente ricco tanto di bellezze paesaggistiche quanto di offerta artistica e culturale. Abbiamo poi il turismo enogastronomico, il turismo religioso, e ancora innumerevoli località tra mare e montagna che rendono l’Italia davvero unica da questo punto di vista.
Malgrado la situazione geopolitica attuale, il comparto vacanze resta saldo sui suoi numeri e registra interessanti picchi di sviluppo. L’auto viene percepita come mezzo sicuro per gli spostamenti e, a volte, alternativo rispetto ai viaggi in aereo.

Vi siete quotati in Borsa nell’agosto del 2023: qual è il bilancio della quotazione dopo due anni?
La quotazione in Borsa è stata un atto dovuto alla storia e allo sviluppo della mia Compagnia, all’alba del suo sessantesimo anno di vita.
Un’esperienza che ci ha arricchito da un punto di vista strutturale e che ci ha dato il giusto boost per intraprendere la nostra espansione in tutta Europa.

Uno sguardo al 2025 e al 2026: quali fattori, anche internazionali, vi preoccupano maggiormente e in che modo pensate di affrontarli?
Credo che non si possano ignorare le minacce belligeranti del panorama internazionale.
Questa è una situazione certamente delicata che coinvolge tutti i settori dell’economia - il nostro incluso - sin da adesso: si pensi, ad esempio, al rincaro attuale dei prezzi del carburante, che ha un effetto ‘sponda’ anche sul noleggio delle vetture.
Un altro fattore da non sottovalutare è il cambiamento climatico, che certamente influisce, e influirà sempre più, sulle scelte turistiche dei nostri clienti. Siamo nel mezzo di una transizione che non è soltanto di natura meteorologica, ma sicuramente anche di abitudini e stili di vita.
Noi comunque ci stiamo impegnando a fare la nostra parte, supportando la mobilità sostenibile, aggiornando il parco auto con vetture sempre meno impattanti da questo punto di vista e impegnandoci in un cambio di passo culturale a favore del noleggio di mezzi 100% elettrici o, quantomeno, ibridi.

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