Guido Crosetto, a tu per tu con il Ministro della Difesa
- di: Redazione
Guido Crosetto ha ricevuto il Premio Italia Informa per aver dimostrato, anche come Ministro della Difesa, un approccio realistico ai problemi, confermando di essere buon diplomatico capace di tessere l’arte della mediazione, rispettoso sempre degli impegni assunti ma rivendicando flessibilità nella tattica per raggiungere l’obiettivo. Infine, per la concretezza con la quale cerca di riempire di contenuti quel Rinascimento italiano di cui si parla e su cui si spera, alieno a qualsiasi postura puramente declaratoria.
Guido Crosetto, a tu per tu con il Ministro della Difesa
Ministro, qual è la sua visione sui conflitti in Ucraina e in Medio Oriente e, in particolare, come contribuisce l’Italia in questa fase?
Sono conflitti accomunati dal fatto che dilaniano parti diverse nel mondo, rendendolo più insicuro perché hanno conseguenze globali, e toccano quindi anche l’Italia, la nostra sicurezza, la nostra stabilità, la nostra ricchezza, la nostra possibilità di commercio. Una vicenda è iniziata quasi due anni fa nel cuore dell’Europa e non accenna a finire: l’Ucraina non riesce a riprendere i territori occupati, per cui gli abitanti avranno un inverno durissimo. Sono bombardati ogni giorno, ogni giorno vengono sparati decine di migliaia di proiettili, ogni giorno muoiono non soltanto militari, ma soprattutto civili. Si tratta di un problema che spero si possa affrontare in termini diplomatici dalla primavera, dubito che l’inverno ci consentirà di farlo. La ferita che si aperta in Medio Oriente, invece, è in un’area di fortissima instabilità, dove Israele ha risposto all’attacco terroristico di Hamas. In entrambi i casi, l’Italia porta aiuti umanitari: abbiamo inviato una nave con un ospedale, stiamo progettando un ospedale da campo, aiutiamo a trasportare bambini negli ospedali. Stiamo cercando di spiegare ad Israele che c’è un limite con cui reagiscono gli Stati di diritto, ovvero, rispettare le Convenzioni internazionali che esistono anche in tempi di guerra, che può coinvolgere i militari ma deve lasciar fuori i civili: bambini, donne e uomini.
In questa fase militare dell’esercito israeliano a Gaza abbiamo visto grandi cambiamenti dovuti alla tecnologia. Come immagina la Difesa fra dieci anni, nel 2033?
Non solo nel 2033, ma anche negli anni successivi, una difesa che sarà combattuta più da macchine che da uomini, una difesa in cui gli aerei, i mezzi terrestri, i mezzi navali, i mezzi sottomarini saranno probabilmente comandati a distanza, in cui sarà necessaria, più che la capacità di stare su un mezzo, la velocità mentale. Saranno mezzi comandati da persone sempre più giovani. Quindi, una guerra combattuta principalmente con la tecnologia, anche perché le differenze di popolazioni che ci sono tra le nazioni faranno sì che i Paesi con più ricchezza, ma meno popolazione, punteranno tutto sulla tecnologia. Non avranno uomini ma mezzi, in una rincorsa sempre più forte verso la tecnologia. Mi auguro che il distanziamento degli uomini dalla guerra combattuta possa, in qualche modo, allontanare tout court l’umanità dalla guerra.
Cambiando argomento, come vede la situazione economica italiana e lo sviluppo del Paese nel breve e nel medio periodo? É fiducioso?
Facendo il Ministro, sono pagato per essere fiducioso: devo lavorare per essere fiducioso e per dare fiducia. Ciò detto, la situazione economica, in momenti come questi, non è frutto di scelte nazionali ma di quanto succede fuori dai confini. L’inflazione, l’aumento dei tassi di interesse e del costo delle materie prime hanno in qualche modo colpito una nazione come la nostra, che deve importare tutto. C’è una frenata dal punto di vista della produzione industriale che segue quella tedesca, anche se con meno brutalità. I tedeschi, di fatto, sono già in recessione mentre l’Italia ha registrato un impatto positivo, perché la Germania non ha il turismo, che in qualche modo fa parte delle nostre entrate, è un elemento che persino in crisi industriale può reggere il reddito e in qualche modo funge da ammortizzatore. Il futuro, su cui si nutre un cauto ottimismo, dipenderà molto anche dall’evoluzione delle guerre che sono in corso e da come l’inflazione frenerà nel prossimo anno. La campagna elettorale americana normalmente tende a far scendere l’inflazione e i tassi di interesse, con conseguenze pure sull’Europa.