Smeralda Holding, Ferraro: "La crisi non ha rallentato il nostro piano strategico"

- di: Redazione
 
Smeralda Holding, che detiene e gestisce gran parte dell’area della Costa Smeralda e che è titolare di un paradiso turistico famoso nel mondo fatto di hotel, una Marina, Pevero Golf Club, shops, ristoranti bar, appartamenti e molto altro, sta creando una nuova dimensione del turismo di alta gamma grazie a un piano di investimenti da 120 milioni di euro. Molte le novità. Ne parliamo con il Ceo Mario Ferraro, che è anche Vice Presidente di Confindustria Centro Nord Sardegna con delega al turismo.

Smeralda Holding, società controllata da Qatar Holding, proprietaria dei principali asset turistici a 5 stelle della Costa Smeralda, sta procedendo nel piano di investimenti quinquennale di 120 milioni di euro. Dottor Ferraro, quali sono i cardini di questo piano così rilevante?
Il fondo sovrano del Qatar ha acquisito la Costa Smeralda nel 2012. Da quel momento abbiamo intrapreso un percorso di riposizionamento strategico di questo quadrante, determinando un piano di investimenti che si prefigge l’obiettivo di riqualificare interamente tutti gli asset del nostro Gruppo. Lo scopo principale è di arricchire, differenziare e rinnovare l’offerta turistica della Costa Smeralda per essere più competitivi ed attrattivi e per acquisire una varietà di soluzioni sempre più articolata, rivolta ad un numero sempre maggiore di segmenti di mercato, compreso le nuove generazioni di consumatori, i cosiddetti Millennials e Generazione Z.

Restando sul tema, da 2017 avete varato una strategia di sviluppo e diversificazione dell’offerta turistica. Può tracciare i contorni di questa diversificazione? Come si concretizza nei vostri piani?
Nel nostro piano strategico abbiamo individuato una serie di pilastri che supportano il nostro obiettivo di rivolgerci ad un numero sempre più ampio di segmenti di mercato e che ci permettono di allungare la stagione ed avere una proposta turistica che non sia solo attiva nel periodo di alta stagione, ma anche nel periodo di spalla, di inizio e di fine stagione.
Uno di questi pilastri strategici è sicuramente rappresentato dal wellness: abbiamo, infatti, introdotto una serie di SPA nelle nostre strutture in partnership con brand internazionali della cosmetica, come ad esempio Shiseido a Cala di Volpe e Clarins all’Hotel Romazzino. Abbiamo, inoltre, investito nell’ampliamento dell’offerta dedicata alle attività sportive, introducendo nuovi sport come il padel, il calcetto e gli sport nautici. Abbiamo costruito 15 chilometri di marciapiedi e creato percorsi naturalistici attraverso la natura della Costa Smeralda, arricchendo di molto l’offerta rispetto a prima con l’obiettivo di rendere l’area sempre più sostenibile e fruibile anche a piedi.
Il secondo pilastro strategico riguarda l’offerta per famiglie e bambini: abbiamo creato, infatti, nuovi Kids Club in partnership, per esempio, con la Juventus Football Academy operativa ogni estate nei mesi di luglio ed agosto nell’Hotel Cala di Volpe.
Il terzo pilastro riguarda invece la ristorazione: abbiamo introdotto a Porto Cervo una serie di brand internazionali della ristorazione di lusso (come Matsuhisa Nobu, Novikov, Nikki Beach, BeefBar, Cala Beach e Quattropassi al Pescatore), affiancando in questo modo all’offerta di ristorazione tradizionale sarda ed italiana, una ristorazione internazionale per far fronte alla crescente domanda di una cucina diversificata.
Il quarto aspetto è rappresentato dalla riqualificazione degli alberghi: per far fronte a questa necessità abbiamo selezionato alcuni tra gli interior design più famosi al mondo con l’obiettivo di creare una diversità nelle proposte di design e chiedendo ad ognuno di loro di interpretare in chiave contemporanea lo stile architettonico sardo. Abbiamo scelto, ad esempio, per l’Hotel Cala di Volpe, un interior design francese in quanto Cala di Volpe fu realizzato negli anni ’60 da un famoso architetto francese. Unendo tutte queste componenti abbiamo creato un’offerta blindata, forte e ricca, più attrattiva rispetto al passato.

Come Smeralda Holding ha vissuto l’emergenza della pandemia da Covid-19?
Purtroppo il 2020 è stato un anno durissimo: il turismo si è completamente fermato ed abbiamo vissuto una ripartenza, molto sottotono, soltanto a partire dalla fine di luglio 2020. I nostri hotel sono rimasti aperti solo per 45 giorni, con una flessione vicina al 70% dell’intero fatturato.
Tuttavia non ci siamo fermati e non abbiamo rallentato il nostro piano strategico che, anzi, ha registrato un’accelerazione decisiva in alcuni investimenti per permetterci poi di presentare, già da quest’anno, una proposta più forte ed arricchita.
Nel corso dello scorso inverno è stata completata la ristrutturazione dell’Hotel Cala di Volpe che ha interessato le camere, le aree comuni, i ristoranti e abbiamo esteso l’offerta creando una SPA, un centro sportivo, due nuovi ristoranti e nuovi bar, oltre a tutta una serie di prodotti ed offerte per rendere Cala di Volpe ancor più attrattiva.
Un aspetto fondamentale registrato durante la pandemia da Covid-19 è la nascita di nuove aspettative da parte dei consumatori, soprattutto nella fascia estremamente alta. Oggi, infatti, la clientela d’élite è alla ricerca di posti che hanno una bassa densità turistica, luoghi più difficilmente accessibili, non affollati e con ampia natura e spazio all’aperto. Su questo fronte, la Costa Smeralda ha già un vantaggio competitivo rispetto ad altre destinazioni in quanto nei decenni, per fortuna, non è mai stato permesso uno sviluppo immobiliare intensivo intorno alle coste. La Sardegna, e in particolare la Costa Smeralda, è la destinazione più green di tutto il Mediterraneo. Se prima le persone preferivano dirigersi nei posti della movida e durante l’alta stagione, oggi è esattamente il contrario: le persone cercano riservatezza, privacy ed ampi spazi. Un altro trend consolidato è l’aumento della domanda per ville private e suite: anche da questo punto di vista noi di Smeralda Holding abbiamo una proposta molto estesa. Il Gruppo, infatti, ha una collezione di 25 ville bellissime, tutte con piscina privata, per le quali abbiamo registrato un incremento della domanda molto significativo.

Come sta andando la stagione? Quali i segnali che vi giungono dal mercato, quali i target della clientela?
L’estate 2021 è ancora, purtroppo, caratterizzata dalle restrizioni che persistono non solo in Italia, ma anche in molti altri paesi tipicamente chiave nel nostro mercato. Dovendo osservare una quarantena quando si arriva in Italia e viceversa, si escludono automaticamente tutta una serie di aree geografiche fondamentali per il turismo in Costa Smeralda: pensiamo, ad esempio, al mercato dell’Est Europa, al Medio Oriente e al mercato americano. Oltre a rappresentare, per dimensione, i segmenti più rilevanti della nostra area, sono anche i mercati più importanti per spesa media. Gli americani, per esempio, tradizionalmente organizzano la propria vacanza con 5-6 mesi di anticipo e, nell’incertezza di cosa potesse accadere durante l’estate, in primavera molti di loro hanno deciso di prenotare una vacanza in prossimità, preferendo Florida o Caraibi. Di conseguenza, quest’anno puntiamo prevalentemente sul mercato italiano e su quello dei paesi dell’Unione europea che sono nelle nostre immediate vicinanze: abbiamo registrato un incremento della clientela austriaca, tedesca, francese e, per la prima volta, volumi importanti anche da Belgio ed Olanda.

Quali saranno a suo avviso i caratteri del turismo del futuro, anche alla luce dei cambiamenti indotti dalla pandemia?
Nell’era pre-pandemica abbiamo osservato come le destinazioni più blasonate fossero sommerse da una quantità insostenibile ed eccessiva di flussi di turisti. Posti come Capri, Venezia, Firenze, Roma, Parigi e tante altre località nel mondo hanno subìto questo eccesso di turismo che impatta sulle vite dei cittadini e sulla qualità stessa dell’esperienza che il turista vive in un determinato luogo.
L’overtourism mette sotto pressione le infrastrutture di una destinazione con tutta una serie di ricadute negative sull’ambiente e sulla qualità della vita. Sotto questo aspetto si è passati, durante la pandemia, da un estremo all’altro, con la fase dell’undertourism. Alcuni trend emersi durante la pandemia dureranno nel tempo e contribuiranno ad una diversa distribuzione dei flussi turistici. Molte persone, infatti, non amano più stare in mezzo alla folla e questo si traduce in due nuove tendenze: la prima riguarda la ricerca di posti più remoti e meno turistici, alla riscoperta di nuove destinazioni e luoghi da visitare; la seconda tendenza è rappresentata da una diversa distribuzione temporale dei flussi turistici durante l’arco dell’anno. Tantissime persone, infatti, scelgono di non prenotare le proprie vacanze a luglio e ad agosto, optando per periodi più calmi. È questa la soluzione per l’overtourism nel lungo periodo: dobbiamo avere più destinazioni e dobbiamo distribuire geograficamente e temporalmente i flussi turistici.

Qual è la visione della Costa Smeralda proiettata nei prossimi dieci anni?
Il mio auspicio è che la Costa Smeralda rimarrà così come è ora anche nei prossimi 10 anni. Auspico anche che non ci siano cambiamenti legislativi e normativi che aprano a speculazioni immobiliari. È normale che occorrerà riqualificare e rimodellare l’offerta esistente: il prodotto deve evolversi in funzione alla domanda e al mercato, ma la Costa Smeralda rappresenta un’area meravigliosa che non ha bisogno di alcuna modifica.

Capitolo sostenibilità: il vostro impegno per il territorio sardo è stato sempre elevato. Ce ne può parlare?
La Costa Smeralda è sempre stata una destinazione sostenibile. Nasce, infatti, come prima destinazione sostenibile al mondo. Abbiamo un rapporto tra numero di turisti e spazio verde unico: il 97% della Costa Smeralda è natura incontaminata. Solo il 2,5% del territorio è stato sottoposto a sviluppo immobiliare; per fare dei rapidi confronti, Maiorca ha uno sviluppo del 20% e Mykonos del 30%. La Costa Smeralda è sostenibile per natura e per storia. Già da prima della pandemia abbiamo investito in infrastrutture utili a migliorare l’accessibilità della destinazione e ad aumentare la viabilità costruendo dei parcheggi fuori dai centri e siamo stati, inoltre, i primi a trasformare l’intera flotta aziendale del Gruppo Smeralda Holding, composta da 250 macchine, in vetture completamente elettriche. Inoltre, abbiamo attivato una serie di iniziative nei nostri alberghi per eliminare la plastica e, nella Marina di Porto Cervo, abbiamo intrapreso iniziative volte a ridurre l’inquinamento del mare: recentemente è stato installato un sistema che raccoglie le microplastiche della Marina con un sistema di raccolta galleggiante, un magnete che fa circolare un cestino che risucchia tutta la plastica presente. Tutte le iniziative sono state ideate per rendere la Costa Smeralda più vivibile non solo per i turisti, ma anche per chi vive qui tutto l’anno.

Il Governo Draghi ha introdotto il Ministero per il Turismo, cosa si attende?
Il turismo rappresenta uno dei più importanti contribuenti al Pil italiano. Ringrazio il Premier Mario Draghi per aver introdotto finalmente un Ministero dedicato al turismo: sicuramente questa politica aiuterà a determinare una migliore pianificazione del settore turistico, ma anche una maggior promozione dell’Italia come destinazione turistica. Sono molto ottimista e molto contento che finalmente abbiamo una struttura governativa nazionale che si occupa concretamente del turismo. La Sardegna è decisamente attiva nella promozione turistica del nostro Paese: negli ultimi tre anni, infatti, sono state promosse iniziative e realizzate campagne pubblicitarie stupende per promuovere il turismo in Sardegna, questa promozione, ha registrato anche un importante supporto da parte delle istituzioni locali e nazionali.
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