Inps presidio dell’inclusione: sostegno a oltre 3 milioni di lavoratori
- di: Bruno Coletta
“Negli ultimi anni, l’Inps ha consolidato il suo ruolo nel contrasto alle fragilità lavorative e all’emarginazione sociale, dimostrando un impegno significativo verso l’inclusione e il supporto delle persone più vulnerabili”. Lo ha affermato il presidente dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, Gabriele Fava (nella foto), precisando che, grazie a prestazioni mirate, l’Inps ha fornito sostegno a oltre tre milioni di lavoratori, garantendo interventi di integrazione al reddito per disoccupati e prestazioni di integrazione salariale per coloro che hanno subito sospensioni aziendali. L’attivazione per l’inclusione sociale passa poi per la tutela delle persone che versano in condizioni di fragilità e che, grazie a oltre 4 milioni di prestazioni assistenziali e di invalidità civile, ricevono un aiuto importante che nell’ottica del welfare generativo sarà sempre più personalizzato”.
Fava ha commentato i dati del XXIII Rapporto annuale Inps aMilano, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, nel convegno “Obiettivo inclusione”.
A presentare i dati del XXIII Rapporto annuale INPS sono stati i docenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Alessandro Rosina, Claudio Lucifora e Elena Marta.
“Politiche familiari, migratorie, di contrasto agli squilibri generazionali e di genere, devono essere integrate tra di loro, all’interno di una coerente visione sistemica, e considerate parte centrale delle politiche di sviluppo del Paese. Perché non consentono solo di rispondere alla crisi demografica e all'invecchiamento della popolazione, ma nel contempo riducono le diseguaglianze sociali e territoriali. La società della longevità è sostenibile solo valorizzando il contributo di tutti e il benessere in tutte le età della vita”, ha affermato Alessandro Rosina.
“Nei principali paesi sviluppati il ciclo di vita delle persone è accompagnato da una serie di servizi, da indennità, sussidi, che li segue dalla nascita alla morte. È il cosiddetto Welfare State che serve ad assicurare dagli eventi avversi, sia la malattia, la vecchiaia, la non autosufficienza, ma anche i bambini alla nascita, i più deboli, i più fragili tra gli individui e le famiglie. In Italia questo ruolo è svolto e assolto dall’Inps, che gestisce una serie di prestazioni previdenziali e socio-assistenziali per assicurare i rischi di individui e famiglie e ridurre le diseguaglianze”, ha sostenuto Claudio Lucifora, Docente di Economia politica all’Università Cattolica del Sacro Cuore.
“Dalle evidenze empiriche di ricerca emerge sia da parte dei giovani che degli imprenditori adulti una grande attenzione alla necessità di costruire un nuovo dialogo tra le generazioni a partire da quello tra imprenditori adulti e i giovani in una dinamica di scambio e arricchimento reciproco che possa valorizzare quanto viene portato dai giovani (in termini di competenze digitali per esempio) e non solamente nel rapporto asimmetrico di capo-sottoposto”, ha aggiunto Elena Marta, Docente di Psicologia sociale all’Università Cattolica del Sacro Cuore.