L’impennata dei casi influenzali sta portando a un aumento preoccupante delle polmoniti, con ospedali e pronto soccorso sotto forte pressione. I medici avvertono: “Siamo al massimo impatto epidemiologico”
Aumento dei contagi e sovraccarico del sistema sanitario
L’Italia sta affrontando un’ondata di sindromi simil-influenzali senza precedenti. Secondo gli ultimi dati della sorveglianza RespVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), solo nell’ultima settimana di gennaio 2025 si sono registrati circa 1.021.000 nuovi casi di influenza, portando il totale stagionale a circa 8.810.000 contagiati. Numeri che, secondo gli esperti, potrebbero continuare a crescere nelle prossime settimane.
A preoccupare è soprattutto l’impatto del virus sulle fasce più fragili. I pronto soccorso sono ormai al limite, con pazienti trattenuti per ore o addirittura giorni in attesa di un posto letto. Le ambulanze, bloccate nei parcheggi degli ospedali in attesa di poter lasciare i pazienti, stanno rallentando anche l’intervento su emergenze non legate all’influenza.
"La situazione nei grandi ospedali è estremamente critica. Il numero di pazienti in attesa di ricovero è in continua crescita", ha dichiarato Lorenzo Palleschi, presidente della Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio (SIGOT).
Le regioni più colpite e l’impennata tra i bambini
Il picco di casi si registra principalmente in Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo, Puglia e Sardegna, dove l’incidenza ha raggiunto livelli record.
In particolare, preoccupa la diffusione del virus tra i più piccoli: nei bambini sotto i cinque anni si è raggiunta una media di 43,6 casi ogni mille assistiti, una delle più alte degli ultimi anni.
"I pediatri di famiglia sono subissati di visite e richieste telefoniche. Ci troviamo a gestire un numero di casi davvero straordinario", ha spiegato Rinaldo Missaglia, segretario nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP),
Un mix di virus rende la stagione più aggressiva
Oltre ai classici virus influenzali, l’ondata di malattie respiratorie di quest’anno è aggravata dalla co-circolazione di più patogeni, tra cui:
• Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), responsabile di gravi infezioni nei bambini e negli anziani;
• SARS-CoV-2, che continua a circolare con nuove varianti meno aggressive ma comunque pericolose per i fragili;
• Rhinovirus, una delle cause principali del raffreddore comune, che può però evolvere in polmonite nei soggetti più deboli;
• Metapneumovirus, un agente patogeno spesso sottovalutato ma in grado di provocare infezioni respiratorie acute.
"La co-circolazione di questi diversi virus aumenta il rischio clinico e la possibilità di complicanze, soprattutto nei pazienti più vulnerabili", ha dichiarato Roberto Parrella, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT).
Il problema delle polmoniti e la gestione degli antibiotici
Tra le complicanze più frequenti dell’influenza di quest’anno si registrano le polmoniti virali e batteriche. Gli esperti sottolineano il rischio di prescrizioni inappropriate di antibiotici, che possono portare a fenomeni di resistenza batterica.
“Dobbiamo evitare di trattare indiscriminatamente con antibiotici ogni caso di infezione respiratoria, perché non sempre si tratta di sovrainfezioni batteriche”, ha sottolineato Alessandro Rossi, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), in una conferenza stampa del Ministero della Salute.
Secondo gli specialisti, la gestione ottimale dell’influenza prevede riposo, idratazione, antipiretici e l’uso mirato di antibiotici solo nei casi strettamente necessari, quando le complicanze batteriche sono accertate.
L’appello dei medici: aumentare le vaccinazioni
Un altro problema emerso in questa stagione è il basso tasso di vaccinazione antinfluenzale. Nonostante l’ampia disponibilità di vaccini aggiornati, la copertura rimane lontana dagli obiettivi prefissati dalle autorità sanitarie.
"Purtroppo la campagna vaccinale non ha raggiunto i livelli sperati. Molte persone, anche a rischio, hanno scelto di non vaccinarsi, contribuendo così alla diffusione del virus e alle complicanze che stiamo osservando", ha dichiarato Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano.
Attualmente, la copertura vaccinale tra gli over 65 è ferma al 52%, mentre nelle persone con patologie croniche si attesta al 40%, ben al di sotto dell’obiettivo del 75% raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
La situazione nei prossimi giorni: cosa aspettarsi
Gli esperti ritengono che il picco influenzale non sia ancora stato raggiunto e che nelle prossime settimane i casi possano continuare a crescere. Il Ministero della Salute ha invitato la popolazione a evitare ambienti affollati, indossare la mascherina in caso di sintomi e consultare il medico prima di recarsi al pronto soccorso, per non congestionare ulteriormente gli ospedali.
"Dobbiamo evitare il sovraccarico delle strutture sanitarie e proteggere le fasce più fragili della popolazione", ha sottolineato Orazio Schillaci, ministro della Salute, in una dichiarazione ufficiale.
In attesa di un calo dei contagi, la raccomandazione principale resta la stessa: vaccinarsi, seguire le misure di prevenzione e non sottovalutare i sintomi dell’influenza.