Industriali europei a Ue: "Non tagliare legami con imprese cinesi"

- di: Jean Aroche
 
Giusto pretendere che l'Europa vari delle misure - politiche, ma soprattutto economico-finanziarie - per frenare l'aggressività di Pechino e del suo straripante capitalismo di Stato, ma questa posizione non deve ricadere sulle aziende cinesi. È forte l'appello che è stato lanciato oggi da un potente gruppo di lobbisti che operano in Europa e che si sono rivolti a Bruxelles per evitare soprattutto che alcuni leader europei, tradizionalmente vicini a Washington ed alle sue politiche economiche e commerciali, ne seguano l'esempio limitando, quindi, i legami commerciali con la Cina.

L'appello è arrivato dalla Ert, la Tavola rotonda europea per l'industria, che, pur respingendo duramente il capitalismo di Stato di Pechino, chiede che le imprese cinesi non siano penalizzate pesantemente dalle politiche comunitarie che possano colpire i legami commerciali con la Cina.
La Tavola rotonda europea per l'industria (che raggruppa circa sessanta amministratori delegati e presidenti delle principali multinazionali con sede in Europa), ha invitato oggi i leader dell'UE a spingere per migliori condizioni commerciali con la Cina e a non voltare le spalle alle imprese cinesi, nonostante i crescenti timori di alcuni leader su Pechino.

Molti governi e funzionari dell'Unione europea, nel corso degli ultimi mesi, si sono schierati sulle stesse posizioni di Washington per opporsi alla aggressiva politica economica di Pechino sulla scena mondiale. In sostanza, quindi, la Tavola rotonda europea per l'industria teme che anche l'Europa possa adottare nei confronti della Cina, misure simili a quelle decise dagli Stati Uniti.
Spiega molto, in merito alle idee dell'Ert sul 'problema Cina', la posizione espressa da Jacob Wallenberg, membro della Tavola rotonda con specifica competenza sulle relazioni commerciali tra Cina e Occidente.

Wallenberg, che è presidente della holding svedese Investor Ab e vicepresidente del gigante delle telecomunicazioni Ericsson, ha chiesto che l'Europa non copi pedissequamente lo schema americano, sostenendo che la Cina "ha iniziato ad aprire i suoi settori bancario e assicurativo, insieme ad altri, sotto la pressione dell'UE e degli Stati Uniti, e tale pressione potrebbe migliorare la posizione commerciale dell'Occidente con Cina''.
Pur riconoscendo che non tutto è perfetto, Wallenberg ha detto che i miglioramenti sono "una conseguenza della continua spinta (nei confronti di Pechino, ndr) e penso che abbiamo motivo di continuare a spingere".
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