Il divieto di imbarco per le auto elettriche sulle navi, una tendenza che si sta diffondendo tra diverse compagnie marittime, ha sollevato un dibattito acceso. L'episodio più recente riguarda l'armatore Matson, che ha sospeso il trasporto di veicoli elettrici e ibridi in seguito a un incendio su una nave cargo, riaccendendo il dibattito tra sostenitori e avversari della mobilità elettrica. Tra l’altro, anche i principali traghetti greci impongono ai proprietari di veicoli elettrici e ibridi plug-in di imbarcarsi con una carica massima del 40%, per ridurre la quantità di energia coinvolta in un potenziale incendio. Una restrizione peraltro simile è in vigore per le auto a GPL, il cui serbatoio non deve superare il 50%.
Ma quali sono i motivi di queste decisioni e sono le auto elettriche davvero più pericolose?
I dati statistici suggeriscono il contrario: la probabilità d’incendio di un auto elettrica è dalle 5 alle 10 volte inferiore rispetto a quella di un’auto a combustione, come dimostrano i dati ufficiali di vari Paesi, quali Norvegia, Australia, Polonia.
Il punto cruciale non è la frequenza degli incendi, ma la loro gestione. A differenza di un'auto a benzina, un incendio di una batteria al litio è molto più difficile da estinguere.
Il principale responsabile è il "thermal runaway" o "fuga termica", un fenomeno a catena inarrestabile e pericoloso. Quando una cella della batteria subisce un danno, per esempio a causa di un cortocircuito, di un difetto di fabbricazione o di un impatto, la sua temperatura interna aumenta rapidamente. Questo calore può innescare una reazione esotermica, che a sua volta surriscalda le celle adiacenti. Si crea così un effetto a cascata, con un aumento incontrollato di temperatura e pressione all'interno del pacco batterie. La conseguenza è l'emissione di gas tossici e infiammabili, che possono portare a un incendio o addirittura a un'esplosione. La quantità di acqua necessaria a fermare la reazione a catena e raffreddare il nucleo della batteria, che può continuare a bruciare per ore o addirittura giorni, è enorme. Aggiungiamo a ciò i limiti logistici di una nave, dove lo spazio è limitato e le risorse per un intervento massiccio sono scarse, e si comprende la preoccupazione delle compagnie marittime.
Queste hanno pertanto richiesto regolamentazioni che affrontino in modo specifico i rischi di sicurezza legati alle batterie al litio, come protocolli di carico e stivaggio idonei, ad esempio stabilendo distanze minime tra le auto, sistemi di rilevamento incendi specifici e procedure di emergenza ottimizzate per questo tipo di rischi.
Un’altra soluzione potrà venire dall’evoluzione tecnologica delle batterie che procede rapidamente.
Già oggi le batterie LFP (litio ferro fosfato), utilizzate sui modelli entry level da molti costruttori quali Tesla e BYD, hanno una minore densità energetica (e quindi un peso maggiore) ma anche una maggiore stabilità termica e sono molto meno soggette a thermal runaway e incendi rispetto alle batterie tradizionali NMC.
Stanno arrivando sul mercato anche le batterie allo stato solido che eliminano l’elettrolita liquido e lo sostituiscono con solidi non infiammabili, riducendo drasticamente il rischio di combustione. MG ha lanciato in questi giorni in Cina una nuova vettura con batteria allo stato semi-solido, con solo il 5% di elettrolita liquido, migliorando sicurezza e prestazioni rispetto alle tradizionali batterie LFP.
Sono in fase di sviluppo le batterie al sodio che sostituiscono il litio con il sale, con chiari vantaggi economici e anche una maggiore sicurezza, grazie ad una composizione chimica del sodio intrinsecamente più stabile e meno reattiva; e così pure le batterie al grafene che presentano una maggiore stabilità termica, resistendo a temperature fino a 180°C.
Sebbene queste ultime tecnologie siano ancora in fase di sviluppo e non abbiano ancora raggiunto le prestazioni e i costi delle attuali batterie agli ioni di litio, la possibilità di una maggiore sicurezza potrebbe essere la chiave per risolvere le preoccupazioni del settore marittimo e garantire un futuro più sereno alla mobilità elettrica.