La struttura della Holding e il fatturato volato a 250 milioni di euro con oltre 220 cantieri in giro per l’Italia, l’impegno nel mondo della sport (il Gruppo dal novembre è proprietario del Grosseto Calcio ed è sponsor della Fiorentina), le previsioni al 2024 che vedono una crescita del 10-15 per cento rispetto al 2023, il progetto della cittadella dello sport a Grosseto, gli elementi – consolidata reputation e buona strutturazione – alle spalle del successo, il futuro del Gruppo, le tendenze positive dell’edilizia, la spinta del PNRR, che per l’Italia rappresenta una grande opportunità ma che può diventare anche un problema, la questione della difficoltà delle imprese a reperire personale. Intervista a Giovanni Lamioni, patron dell’omonima Holding
Holding Lamioni protagonista: super crescita nell'edilizia, diversificazione, managerializzazione
Presidente Lamioni, lei guida una holding importante che opera nel campo dell’edilizia e che è in forte espansione. Come è organizzata e quali sono i cardini della forte crescita che avete registrato?
La Holding Lamioni, di proprietà al 100% della mia famiglia, è a sua volta proprietaria delle aziende Atlante Costruzioni, Atlante Engineering, Edilfox e Centrocolor. Il Gruppo ha avuto, negli ultimi due anni, una escalation importante tanto che, per quest’anno, si ipotizza un fatturato intorno ai 250 milioni di euro. Da considerare che la maggior parte di questo fatturato deriva da Atlante costruzioni che, ad oggi, ha già raggiunto i 90 milioni di fatturato.
Con le aziende del Gruppo lavoriamo in maniera particolarmente attiva sul superbonus 110%: abbiamo oltre 220 cantieri in giro per l’Italia, la maggior parte dei quali in provincia di Grosseto. L’azienda Atlante, realtà principale del Gruppo, ha sede legale a Roma non solo perché la maggior parte dei cantieri sono nel Lazio, ma anche perché abbiamo un rapporto virtuoso con la Banca del Fucino - che ha sede proprio nella capitale - sulla cessione del credito. Le altre sedi dell’azienda sono a Milano e a Grossetto e stiamo aprendo anche una sede a Macerata. Il Gruppo possiede certificazioni SOA importanti e indispensabili per il settore: abbiamo l’OG1, l’OG2, OS2 e siamo in possesso di tutte le certificazioni che ci occorrono. Inoltre, siamo iscritti alla White List, iscrizione obbligatoria per lavorare nelle ‘aree del cratere’: stiamo entrando, infatti, in maniera molto significativa anche nelle aree terremotate laddove il finanziamento pubblico avrà durata molto più lunga rispetto a quanto stanziato per il 110%.
L’azienda Atlante engineering segue oltre 25 cantieri tra progettazione, direzione lavori e coordinamento sicurezza: l’intero Gruppo, oggi, può contare su circa 250 dipendenti e abbiamo circa 45 aziende che lavorano in subappalto per noi. I nostri dipendenti sono soprattutto concentrati su Grosseto e provincia, ma abbiamo squadre in tutta Italia con anni di esperienza. La strategia è replicare la nostra operatività nelle aree colpite dai terremoti esattamente come abbiamo fatto con il superbonus 110%, che ci ha tanto impegnato e ci continua a impegnare: si è trattato di un percorso ha permesso di perfezionare e ottimizzare i nostri processi.
La Holding Lamioni è anche molto presente nel mondo dello sport, in particolare del calcio, ed è trapelata anche la notizia di un prossimo aumento di capitale. Inoltre, quali sono gli obiettivi economici finanziari per i prossimi anni?
Confermo. A breve effettueremo un aumento di capitale di circa 15milioni di euro per irrobustire tutte le altre realtà del Gruppo: qualora proseguisse negli anni questa tendenza di crescita prevediamo nel 2024 un aumento del fatturato del 10%-15% rispetto al 2023. Parallelamente, lo scorso 24 novembre, abbiamo rilevato il Grosseto Calcio e siamo diventati proprietari del 100% delle quote del club: al momento, la squadra milita in Serie D e, già dal prossimo anno, vorremo riportarla tra i professionisti in Serie C. Inoltre, sempre per rimanere nel mondo del calcio, la Holding Lamioni è il primo sponsor ufficiale della Fiorentina, dopo Mediacom del Presidente Rocco Commisso. Con la Fiorentina abbiamo un contratto triennale e sono previste anche delle clausole di natura sportiva che legano ancor di più la squadra di Firenze con il Grosseto.
In una logica di diversificazione degli investimenti stiamo anche lavorando, e lo presenteremo a breve all’amministrazione comunale di Grosseto, al progetto di una cittadella dello sport da realizzare in città che prevederà la realizzazione di uno stadio da circa 7mila posti a sedere che avrà una duplice funzione: essere la casa del Grosseto Calcio, ma anche un’area dedicata ai concerti. Inoltre, prevediamo la costruzione di un palazzetto dello sport da 1.500 posti, 10 campi da padel coperti, 4 campi da tennis, 2 campi da calcio, un centro medico di circa 2mila 400 metri quadrati, una palestra di 600 mq, attività commerciali legate al mondo dello sport su un’area di circa 2mila mq, una clubhouse, 3 bar e 2 ristoranti. Il totale dell’investimento, interamente a carico del Gruppo, si aggira intorno ai 40milioni di euro. I tempi stimati sono massimo due anni per posare la prima pietra e, nel giro di quattro anni, vedere realizzato tutto l’impianto.
La cittadella dello sport che stiamo progettando verrà realizzata dallo studio tecnico dell’Ing. Angelo Lupo di Grosseto: si tratta di un progetto innovativo e lo sarà sia in termini sociali, con l’abbattimento delle barriere architettoniche, che in termini di efficientamento energetico in quanto ipotizziamo la realizzazione di una comunità energetica per tutta l’area interessata. Il nostro consulente per lo sviluppo commerciale sarà Deloitte, realtà con la quale il Gruppo già lavora nell’asseverazione dei crediti fiscali del bonus 110% e con la quale abbiamo un rapporto consolidato e di reciproca soddisfazione.
Cosa hanno le spalle le iniziative imprenditoriali e sociali che ha descritto? Quali sono gli elementi chiave che hanno permesso al Gruppo Lamioni di ottenere questi importanti risultati e di guardare al futuro con ottimismo?
Il mio Gruppo godeva già di una importante reputazione: l’azienda capofila, Atlante, ha 31 anni di vita ed è un’azienda strutturata e fortemente radicata sul territorio. Io personalmente ho ricoperto e ricopro cariche manageriali di primo livello: sono Presidente regionale della Confartigianato, ma sono stato anche, per sette anni, Presidente della Camera di Commercio di Grosseto, per due anni Vicepresidente nazionale delle Camere di Commercio, per altri due anni Vicepresidente Europeo dell’Associazione Piccole e Medie Imprese Artigiane Europee. La città di Grosseto, nel 2013, mi ha omaggiato del Grifone d’oro, massima onorificenza per chi porta il nome della città nel mondo. Siamo partiti, quindi, da una reputazione di Gruppo abbastanza importante che ci ha consentito di lavorare bene e godere di una credibilità forte sul territorio. Quando, poi, si è presentata l’opportunità dei bonus non ci abbiamo pensato due volte: eravamo una realtà solida, strutturata, avevamo un rapporto virtuoso con gli istituti di credito e siamo stati bravi, prima di tanti altri, nell’acquisire plafond per la cessione del credito, elemento che ha creato non pochi problemi sul 110%. I lavori da fare ce ne sono, il problema è che si fa una fatica ciclopica nel cedere i crediti fiscali. Anche noi incontriamo queste difficoltà ma, a fronte di ciò, ci siamo mossi per tempo e oggi abbiamo chi può acquistare tutto il credito fiscale che maturiamo mese per mese.
Per la ricostruzione delle zone terremotate ci vorranno aziende strutturate, in grado di pianificare spese e investimenti: noi lo eravamo già prima del bonus 110%, oggi possiamo contare su una struttura organizzativa in grado di affrontare qualsiasi tipo di investimento.
Cosa c’è nel futuro del Gruppo?
Il futuro della Holding Lamioni prevede il consolidamento nelle aree del cratere, il dar vita alla cittadella dello sport, favorire l’impegno di mia figlia al mio fianco, individuazione di un CEO e, in tutto ciò, l’ipotesi della quotazione in Borsa rappresenta il logico passaggio successivo. La volontà è di effettuare una serie di valutazioni sulla fattibilità e utilità dell’eventuale quotazione del Gruppo nella Borsa di Milano.
L’edilizia ha avuto anni di grandi difficoltà, legate alla Grande Recessione. Poi ha avuto un balzo. Come vede il futuro del settore edile, tra le gambe portanti dell’economia italiana?
Ci saranno spazi molto importanti nell’edilizia del futuro in quanto le normative europee imporranno sempre di più agli Stati membri, e quindi anche all’Italia, una riqualificazione e riclassificazione energetica degli immobili. L’obbligo comunitario prevede la costruzione di nuove case green, ossia abitazioni a basso impatto di emissioni. Riguardo il superbonus 110%, a mio parere il Governo ha commesso un errore nel porre il limite al 31 dicembre 2023: è vero che si tratta di una manovra particolarmente costosa per le casse dello stato, ma è altresì vero che genera un indotto altissimo per il settore edilizio che, voglio ricordarlo, è uno dei settori a maggior valore aggiunto che rappresenta un elemento molto più forte e significativo per il Pil di quanto non lo siano altri diversi settori come, per esempio, quello del turismo. L’edilizia rappresenta un settore primario per il nostro territorio e spero che vivrà di un nuovo input positivo grazie al PNRR, dal quale tutti ci auguriamo possano derivare tutta una serie di infrastrutture delle quali il nostro Paese ha disperatamente bisogno.
Le aziende, comprese quelle edili, lamentano una forte difficoltà a reperire il personale di cui hanno bisogno…
Gli stipendi nel settore edilizio sono più che dignitosi. Nonostante ciò, manca il personale in quanto viviamo in una società del benessere. I ragazzi e le loro famiglie, oggi, sperano in un posto di lavoro con la scrivania, davanti a un pc, e non di lavorare su un ponteggio. Per certi versi è anche comprensibile, ma si dovrebbe recuperare un minimo il senso e il valore della manualità. Un buon 20% delle nostre maestranze proviene dall’Est Europa: si tratta di persone che lavorano benissimo e sono integrate da anni nel nostro Paese.
Ha citato il PNRR. È ottimista o pessimista sul fatto che l’Italia riuscirà a cogliere a pieno questa opportunità, riuscendo a spendere tutti i fondi assegnati realizzando le opere previste nei tempi indicati?
Il PNRR è una grande prospettiva per l’Italia ma, allo stesso tempo, può diventare anche un grande problema perché siamo abituati a ragionare come se i soldi che ci vengono concessi dall’Unione europea non siano un prestito. Solo una parte, infatti, è a fondo perduto, ma la maggior parte dei fondi stanziati sono da restituire nel tempo. Se noi quegli investimenti li spendiamo bene, generiamo un indotto straordinario; se li spendiamo male, invece, generiamo debito. Ad ogni modo, a riguardo, rimango ottimista. Da imprenditore, sono fiducioso a prescindere. Occorre comunque chiarezza su alcuni aspetti del PNRR: ad esempio, non avrei utilizzato tutte quelle risorse per gli stadi. Lo Stato deve agevolare la costruzione e realizzazione di nuovi impianti e strutture sportive, ma questi devono essere realizzati dai privati e non con i soldi pubblici.