La strategia che ha permesso al Gruppo CAP, realtà industriale che gestisce il servizio idrico integrato sul territorio della Città metropolitana di Milano secondo il modello in house providing, di raggiungere risultati eccellenti anche nel triennio 2020-2022, caratterizzato da grandi difficoltà dalla pandemia da Covid-19 alla maxi inflazione e così via, alle tensioni geopolitiche e così via. I risultati del bilancio 2022 e le previsioni per il 2023, le partnership industriali e istituzioni nello sviluppo di progetti strategici, a iniziare da quelli in ambito Pnrr, il fortissimo impegno sulla sostenibilità come motore di sviluppo aziendale, una revisione dei criteri di selezione delle aziende partner nell’ambito degli appalti aziendali.
Gruppo CAP, intervista all’Amministratore Delegato Alessandro Russo
Dottor Russo, l’ultimo triennio è stato segnato dalla pandemia, dalla crescita dell’inflazione, dalla crisi energetica e dall’instabilità sui mercati a causa della situazione politica internazionale. Quale la strategia che ha permesso al Gruppo CAP di vincere le sfide poste da un triennio difficilissimo, arrivando a segnare nel 2022 risultanti eccellenti, di cui poi parleremo?
La nostra parte è stata quella di mantenere saldi i nostri principi che sono quelli di innovazione, della resilienza e della sensibilità e aver utilizzato questi principi per rispolverare le sfide che si sono poste davanti ai nostri occhi. Siamo quindi riusciti a portare avanti grandi investimenti, soprattutto in economia circolare, sviluppo e innovazione tecnologica e nei prossimi anni speriamo in una crescita non solo economica, ma anche della consapevolezza del nostro posto nel mondo; quindi un lavoro importante per tagliare le emissioni clima-alteranti, per contenere i costi dell’energia, per iniziare a lavorare per l’autoconsumo e dunque dare il nostro contributo a quello che è lo sviluppo sostenibile del nostro pianeta e dell’economia del nostro Paese.
Con oltre 432 milioni di euro di ricavi, 129 milioni di investimenti destinati allo sviluppo sostenibile del territorio e oltre 5,7 milioni di utili, il bilancio 2022 di CAP presenta risultati record. E nel triennio 2020-2022 il Gruppo ha raggiunto oltre 1.159 milioni di ricavi totali, 277 milioni di Ebidta, 51 milioni di utili e oltre 361 milioni di investimenti complessivi. Cos’è che la inorgoglisce di più di questi risultati e quale la guidance che indica al mercato per il 2023?
La cosa che mi inorgoglisce di più è aver portato a compimento la realizzazione del nostro Headquarters, perché nella nuova sede ci sono tutte le concezioni del nostro approccio business: c’è l’attenzione alle persone che lavorano, c’è la sostenibilità ambientale, c’è la razionalizzazione dei costi e dunque abbiamo costruito una sede che ci rappresenta davvero. E poi, in un Paese come l’Italia dove si fa fatica a realizzare le grandi opere, essere riusciti a farne una di così grandi dimensioni in poco tempo credo sia una grande soddisfazione, anche perché sappiamo bene la fatica che c’è dietro. La guidance per il 2023 è di ritornare alle nostre performance ante-crisi, quindi confidiamo di realizzare investimenti per oltre 120 milioni di euro e di presentare un’Ebitda intorno ai 100 milioni di euro, corrispondente a circa il 27-28% dei ricavi, e di realizzare un risultato netto intorno ai 20milioni.
Nel triennio 2020-2022 il Gruppo CAP si è imposto come soggetto capace di affiancare partner industriali e istituzioni nello sviluppo di progetti strategici, a iniziare da quelli in ambito PNRR. Ci può fare il punto di questi progetti e della loro valenza sia generale, sia rispetto al servizio idrico integrato che svolgete?
Sicuramente il PNRR è una grande sfida per il nostro Paese. Evidentemente le nostre competenze maturate in questi anni, il nostro know how, ci hanno permesso di costruire una posizione molto competitiva che ha portato poi a ottenere in termini assoluti un valore di contributi PNRR molto importante. In particolare, stiamo collaborando con Città metropolitana di Milano per realizzare un progetto che si chiama ‘Città spugna’, pensato già nel 2017, che vale circa 50 milioni di euro e che riguarda la realizzazione di circa novanta interventi con il compito di creare una città ‘spugna”, quindi resiliente rispetto agli allagamenti, utilizzando il suolo come elemento naturale di adattamento al cambiamento climatico. Altri 42 milioni di euro li abbiamo ottenuti per un piano di riduzione delle perdite idriche e, grazie a questo finanziamento, arriveremo nel 2025 a raggiungere gli standard europei nel settore delle perdite idriche. A questi 92 milioni di euro se ne aggiungono altri che abbiamo ottenuto per attività legate alla produzione di energia elettrica e riscaldamento, per un totale di circa 100 milioni.
Cos’è per Gruppo CAP la sostenibilità? Quali gli investimenti previsti per raggiungere gli ambiziosi obiettivi tracciati al 2033 del vostro Piano di Sostenibilità? Quali di questi investimenti ritiene prioritari?
Il Piano di sostenibilità è la nostra bussola, soprattutto nei momenti di difficoltà, ed è tarato su tre linee sintetizzabili con tre aggettivi che ci contraddistinguono: sensibili, innovatori e resilienti, per cui gran parte degli investimenti che stiamo mettendo in campo è legata a creare un rapporto nuovo in termini di sensibilità tra il cittadino e l’acqua, quindi minori consumi, aiuto anche nel sostenere le famiglie in difficoltà a pagare le bollette perché questo è un pezzo di sostenibilità. Quando parliamo di ‘resilienti’ intendiamo tutta la nostra capacità di adattamento al clima, quindi la trasformazione dei nostri impianti di depurazione in bio-raffinerie, produzione di bio-metano, produzione di energia da fonti rinnovabili; e quando parliamo di ‘innovatori’, in questo macro-cluster carichiamo tutti gli investimenti legati all’innovazione tecnologica, quindi l’utilizzo più spinto delle tecnologie, sia per monitorare la rete e migliorare la qualità dell’acqua, sia per realizzare sempre maggiori controlli, ma anche per mettere il più possibile in sicurezza le persone che lavorano per noi attraverso l’automazione e la robotica.
Questo è l’ultimo anno del Piano industriale 2019-2023, che peraltro è strettamente intrecciato con il Piano di Sostenibilità. Gli obiettivi indicati dal Piano sono stati raggiunti? E quali saranno le coordinate principali del nuovo Piano industriale?
Gli obiettivi in termini di investimenti programmati sono stati raggiunti nonostante le difficoltà, anzi abbiamo aumentato gli investimenti raggiungendo nel 2022 il valore record di 129 milioni di euro e, di fatto, dal 2014 al 2022 abbiamo investito 1,09 miliardi di euro, quindi cifre molto ambiziose. Siamo contenti di essere riusciti, specie in questi ultimi anni, di mettere a terra una serie di investimenti sul tema dell’attenzione verso il green, quindi dal mondo acqua al mondo rifiuti, diventando di fatto partner dell’economia circolare e dello sviluppo eco-compatibile sul nostro territorio; abbiamo iniziato a investire sul recupero di impianti industriali dismessi, su moderne tecniche di trattamento dei rifiuti e sulle prospettive di economia circolare che non guardano soltanto al ciclo idrico, ma anche alla filiera integrata di acqua e rifiuti.
Nell’arco dell’ultimo triennio avete avviato una revisione dei criteri di selezione delle aziende partner nell’ambito dei vostri appalti. In particolare, avete trasformato il sistema per la selezione e l’ingaggio dei possibili fornitori, il vendor rating, in uno strumento strategico per coinvolgere le imprese partner nella tutela della risorsa idrica e del territorio, nel contrasto al cambiamento climatico, nella riduzione degli sprechi. Ce ne può parlare?
Tutto è iniziato da una riflessione culturale sul fatto che non possiamo pensare di avere dei fornitori che lavorano per noi avulsi dalla nostra visione del mondo, dal nostro piano industriale. Abbiamo, quindi, provato a ragionare su come un’azienda pubblica come la nostra potesse non essere soltanto un mero appaltatore, ma diventare un soggetto abilitante del cambiamento anche attraverso una crescita di consapevolezza dell’indotto che lavora per noi. Con questo approccio ci siamo messi nell’ottica, anche attraverso dei protocolli di collaborazione, di creare elementi di premialità per i nostri fornitori più attenti ad alcune tematiche e, pertanto, abbiamo istituito un vendor rating che premia e che permette alle aziende più performanti dal punto di vista della qualità del servizio, ma anche dal punto di vista dell’attenzione alla sostenibilità, di avere più chance di essere utilizzate all’interno del nostro algoritmo che stiamo via via perfezionando, con l’idea appunto di creare nei nostri fornitori dei comportamenti virtuosi che non siano premiati solo attraverso una pacca sulla spalla, ma attraverso la possibilità di lavorare in maniera più frequente con noi e quindi di stringere sempre di più la partnership; lavoriamo su alcune macroaree che sono quelle della legalità, dell’inclusività, del gender procurement, dell’innovazione dell’ambiente ed è su questi macro obiettivi che affianchiamo i nostri fornitori riconoscendo delle premialità all’interno dell’appalto, per cui c’è l’opportunità per le aziende che compiono determinate scelte di avere poi l’estensione del contratto e altre agevolazioni che permettano loro di poter crescere non soltanto dal punto di vista economico, ma anche nella cultura d’impresa.
Come immagina sarà, o come vorrebbe che fosse, Gruppo CAP tra un decennio, nel 2033?
Se guardo ai dieci anni che ci hanno preceduto, sicuramente CAP è diventata una delle realtà più interessanti del nostro Paese, in termini economici e di attenzione alla sostenibilità e all’innovazione, che non sono temi contrapposti ma che si auto-alimentano. Credo, quindi, che se oggi siamo nelle condizioni di essere leader sui temi più avanzati è perché abbiamo affiancato a questa nostra visione anche delle performance economiche e penso che per i prossimi anni il nostro compito sia di non limitarci a mantenere una posizione di leadership, ma di esercitare questo vantaggio competitivo anche per creare più ricchezza per i nostri territori. La sinergia tra mondo idrico, dei rifiuti, dell’energia e dell’economia circolare è una traiettoria di certo molto interessante e dunque penso a CAP come un’azienda che nei prossimi dieci anni da leader del servizio idrico integrato possa diventare sempre più leader dell’economia circolare e della sostenibilità.