Global Web Index: solo il 14% dei cittadini di Europa e Nord America si lascia orientare dall’ecosostenibilità

- di: Barbara Leone
 
Nel 2023 un “esiguo” 43% degli europei e nordamericani preferisce i marchi ecosostenibili (-11% rispetto al 2020), “solo” per il 44% è importante aiutare l’ambiente (-10% rispetto al 2020) ed a dichiarare di “riciclare sempre” è appena il 45% (-9% rispetto al 2020). É quanto emerge dal Global Web Index del quale Ener2Crowd.com, la piattaforma ed app numero uno in Italia per gli investimenti green, si fa portavoce, mettendo in evidenza un fenomeno ancora poco conosciuto nel nostro Paese: l’Apocalypse Fatigue. Il sondaggio è stato realizzato su un campione rappresentativo dei cittadini europei e nordamericani, intervistando ben 65.522 internauti di età compresa tra i 16 ed i 64 anni. Stando al sondaggio oggi solo il 14% dei cittadini si lascia orientare dall’ecosostenibilità nella scelta di acquisto online di un bene, con un crollo del 23% rispetto al 2020.

Global Web Index: solo il 14% dei cittadini di Europa e Nord America si lascia orientare dall’ecosostenibilità

Ed appena il 29% è interessato ai fattori ambientali (il 17% in meno rispetto al 2020). Un 50% è tuttavia disposto a pagare di più per un prodotto ecosostenibile (-9% rispetto al 2020).  Nel complesso, per l’ambientalismo emerge un crollo di fiducia nel 2023, correlabile all’Apocalypse Fatigue, “quella sensazione di disagio per via dello scoraggiamento che noi tutti,ambientalisti compresi, proviamo di fronte alle notizie sul cambiamento climatico rese pubbliche dagli esperti attraverso i media”, spiega Giorgio Mottironi, CSO e co-fondatore della società benefit Ener2Crowd nonchè Chief Analyst del GreenVestingForum (nella foto), il forum della finanza alternativa verde, nonché Special Assistant to the Secretary-General for Environmental and Scientific Affairs dell’Organizzazione Mondiale per le Relazioni Internazionali (WOIR). Del resto, come sottolinea Niccolò Sovico, CEO e co-fondatore di Ener2Crowd.com, “continuare a parlare di cambiamento climatico porta con sé due gravi controindicazioni: la saturazione di brutte notizie e la distanza dell’orizzonte temporale, perché il climate change non ‘fa male’ ora, ma ‘farà malissimo’ tra pochi anni, tanto male che nessuno ci vuole pensare.

Eppure “proiettarsi nel futuro ci aiuterebbe a percepire il problema come reale ed ‘umano’ e ci farebbe capire che l’intervento è urgente e necessario”, concludono gli specialisti di Ener2Crowd, che per dare alle persone la possibilità di investire nel proprio stesso futuro hanno creato più grande movimento finanziario di matrice sociale a favore della transizione energetica. Tale opportunità, sulla piattaforma Ener2Crowd.com, è già stata scelta da oltre 10 mila persone in Italia, con oltre 5 mila conti digitali attivi che hanno contribuito a finanziare oltre 20 milioni d euro di progetti sostenibili.

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