Meloni premier? Sì, no, forse
- di: Redazione
Ci sarà pure un motivo se, nonostante il fatto che tutti gli altri partiti - nessuno escluso, sia pure con motivazioni e obiettivi diversi - le vanno addosso, lei riesce sempre a crescere, in termini di consenso, ma soprattutto elettorali. E però non si tratta di un mistero perché Giorgia Meloni, partendo da uno striminzito 4 per cento, oggi guida il partito più forte del Paese, accreditandosi come possibile premier dopo la consultazione politica del prossimo anno.
Può Giorgia Meloni essere una candidata seria alla Presidenza del Consiglio?
Una suggestione, una ipotesi, una iattura a seconda delle letture che i suoi avversari fanno, ma di certo, se questo cammino di avvicinamento alla poltrona di palazzo Chigi si completerà, il presidente di Fratelli d'Italia avrà fatto un capolavoro. Per il semplice motivo che su e contro di lei se ne sono dette di tutti i colori, nemmeno risparmiando cadute di stile, battute grevi e forse da oggi anche insinuazioni.
Se dovesse riuscire nel suo progetto, Giorgia Meloni realizzerebbe una impresa politica perché, bisogna anche dirlo, dopo avere preso la guida di un partito inizialmente fondato su vecchi (e quindi esperti) leoni della Destra ancorata a desueti modelli anche di comunicazione, ha scommesso sul fatto che solo stando all'opposizione avrebbe potuto raccogliere consensi, che forse nemmeno lei sperava nell'attuale quantità.
Giorgia Meloni, comunque, non sembra lasciarsi condizionare dall'entusiasmo dei numeri di oggi, consapevole (lei che è una veterana del Parlamento) che certe fortune politiche che si costruiscono negli anni possono sfumare in un tempo brevissimo. Basta il solito, immancabile - nelle nostre cronache politiche - inciampo e tutto va all'aria, con tanti saluti per l'impegno speso.
Un po' parafrasando Massimo d'Azeglio, Meloni, dopo avere raggiunto la vetta , deve rendere ora il partito meritevole di un primato comunque impegnativo da gestite, soprattutto perché dovrà pure rapportarsi ad alleati che non perdono l'occasione per combatterla. Un'operazione non facile perché la radice stessa di Fratelli d'Italia è legata anche ad uomini che da decenni rappresentano la Destra italiana e che, con la loro presenza, comunque rassicurante, potrebbe condizionare l'ulteriore crescita del partito, soprattutto in termini qualitativi e progettuali. Non stiamo parlando di un'opera di svecchiamento del partito, ma di ringiovanimento nella sua classe dirigente, che è cosa ben diversa.
Per dirla tutta, poi, il fatto che gli altri partiti del centrodestra l'abbiano lasciata da sola all'opposizione è stato un enorme, quanto non voluto regalo, che lei non ha dovuto nemmeno fare la fatica di scartare. Ma il difficile potrebbe manifestarsi ora.
Per questo le prossime mosse di Meloni, anche in campo internazionale, dovranno necessariamente considerare la sua agenda di politica italiana, dove alcuni temi - come quelli legati alle problematiche di genere, quale che ne sia l'occasione - possono aprire fronti che rischiano di ostacolarne il cammino.