Giappone: dopo 72 anni riemerge dall'oblio un romanzo breve di Yukio Mishima

- di: Diego Minuti
 
Un romanzo breve, scritto all'inizio della sua folgorante carriera di romanziere e che era destinato ad essere pubblicato da un giornale. Un breve lavoro dedicato alle contorte dinamiche dell'amore e dimenticato da tempo, ma che ha mantenuto una straordinaria vivezza, scritto da Yukio Mishima (1925-1970) quando era appena ventiquattrenne e cominciava ad affacciarsi sulla scena letteraria giapponese.

Quel romanzo breve è intitolato "Koibumi" (Lettera d'amore). Ora sarà pubblicato nuovamente, a distanza di 72 anni dalla sua prima edizione. Un lavoro significativo, ma di cui s'era persa ogni traccia e che era pressoché sconosciuto agli esperti e studiosi, tanto che non è presente in alcuna delle raccolte degli scritti di Mishima pubblicate negli anni.
A ridare vita a "Koibumi" sarà il mensile letterario Shinco, in vendita da domani.
Yukio Mishima è stato uno dei più grandi, ancorché controverso, romanzieri giapponesi, tanto da essere stato ripetutamente candidato al premio Nobel per la letteratura. Pose fine alla sua vita con un suicidio rituale davanti alle telecamere, aiutato da uno dei suoi discepoli che, dopo che lo scrittore si era aperto il ventre con un coltello, lo decapitò con una spada, seguendo un codice antico di secoli.

Per il suo suicidio, compiuto indossando una sorta di divisa militare, scelse il tetto di una struttura dell'esercito giapponese, a Tokyo, il 25 novembre del 1970.
Con lui fece seppuku (il suicidio rituale) anche uno dei suoi discepoli, Masakatsu Morita, che aveva 24 anni e frequentava una prestigiosa università della capitale, la Waseda. La morte di Morita ancora oggi, a oltre 50 anni di distanza, tormenta i suoi familiari, che non ne capiscono la motivazione, se non nell'enorme fascino che Mishima provocava nei giovani giapponesi imbevuti di patriottismo, di anticomunismo e di valori legati al passato imperiale del Paese. Il giovane Morita era uno dei capi della milizia privata, la "Tate no Kai" (la società dello Scudo), con una forte impronta di destra, che Mishima aveva costituito.

"Koibumi" si apre con un uomo che, mentre partecipa ad una cena, infilandosi una mano in tasca per prendere il fazzoletto, scopre un foglio di carta con un breve messaggio, non avendo idea di come possa essere finito lì.
Le poche parole del messaggio, di cui l'uomo ignora il mittente, capendo che è stato scritto da una donna, dicono solo: "Ti aspetterò domani alle 17 davanti al PX". I PX (o post exchange) erano i negozi di vendite al dettaglio aperti dagli americani durante l'occupazione del Giappone, dopo la sconfitta del Paese e la sua resa agli alleati.
Il romanzo rivela - secondo il professore Masao Sato, docente di letteratura giapponese moderna all'università di Osaka, lo studioso al quale si deve, nello scorso febbraio, la riscoperta del romanzo - che, sebbene muovesse ancora i primi passi nella scrittura, Mishima avesse già una grande abilità letteraria.

Mishima aveva 24 anni quando la storia fu pubblicata. Aveva continuato a pubblicare i suoi romanzi anche quando, dopo essersi laureato all'università di Tokyo, era entrato a far parte di quello che ora è il Ministero delle Finanze. Una permanenza di pochi mesi perché, nel settembre del 1948, lasciò il Ministero per diventare uno scrittore a tempo pieno. Nel luglio successivo, pubblicando il romanzo “Confessioni di una maschera”, fece il suo fragoroso ingresso nel mondo letterario giapponese.
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