Generalfinance: il "Pronto soccorso delle Imprese" aumenta le erogazioni del 50%, il Roe sale al 26%

- di: Redazione
 
Specializzata nelle imprese ‘distressed’, che hanno bisogno di cure, che magari sono in una situazione delicata, che hanno necessità di ristrutturare il debito ma che sono ancora sane dal punto di vista industriale. Tra i punti di forza le istruttorie veloci e la grande capacità di gestire i crediti e gli incassi. Guidance al mercato: per il 2024 obiettivo 3,5 miliardi di euro di turnover. Parla l’AD Massimo Gianolli.

Generalfinance: il "Pronto soccorso delle Imprese" aumenta le erogazioni del 50%, il Roe sale al 26%

Quali sono gli elementi peculiari, i punti di forza di Generalfinance?
Il principale punto di forza è rappresentato dalla natura imprenditoriale di Generalfinance. Ci rivolgiamo agli imprenditori. Non siamo una banca, siamo un intermediario finanziario specializzatoche parla la stessa lingua degli imprenditori e quindi credo sia un bel modo per tradurre ‘distressed’, una parola che sta ad indicare le imprese che hanno bisogno di cure, che magari sono in una situazione delicata, che hanno bisogno di ristrutturare il debito ma che sono ancora sane dal punto di vista industriale, dove ci sono ancora i presupposti per salvaguardare il lavoro e per salvaguardare il Made in Italy. La caratteristica fondamentale della nostra attività è di aver creato una “clinica”, il “pronto soccorso delle imprese”, di avere un team di 64 persone altamente specializzate che sono a disposizione degli imprenditori, degli advisors, di tutti coloro che si occupano dei vari strumenti che servono per sostenere e supportare la ristrutturazione del debito e quindi trovano in noi un interlocutore privilegiato, un interlocutore che ha una grandissima esperienza. I quaranta anni di storia sono sicuramente un altro elemento importante e, dall’anno scorso, far parte di questo club dello ‘STAR’ ci onora e ci ha dato maggiore visibilità, maggiore benzina. L’aumento di capitale è stato importantissimo e la credibilità dell’azienda è sicuramente ancor più forte. In sostanza ci sono tanti elementi che ci caratterizzano e che credo vengano letti positivamente sia dal mercato che da parte di tutte le imprese e di tutti gli stakeholders che ogni giorno si confrontano con noi.

I dati del bilancio 2022 di Generalfinance sono molto buoni: le erogazioni ammontano a quasi 1,7 miliardi di euro, con un incremento fortissimo sul 2021 (oltre il 50%), i ricavi fanno +29%, il cost income ratio scende dal 41% al 38%, il Roe adjusted al 26%. Soddisfatto?
Molto soddisfatto. È un bilancio in linea con le aspettative, in linea con quanto dichiarato al mercato. È un po’ anche questo un elemento del nostro dna: io sono il principale azionista di Generalfinance e quindi ci tengo a rispettare gli impegni all’interno dell’azienda, gli impegni coi miei clienti e, a maggior ragione oggi che siamo quotati, gli impegni col mercato. Il bilancio 2022 è stato estremamente positivo, certamente per i parametri che lei ha appena citato ma soprattutto per la capacità di gestire i crediti, la velocità di gestire gli incassi e soprattutto perché tutto ciò si riflette sul benessere delle imprese con cui collaboriamo perché la capacità di effettuare una collection rapidissima ed essere, anche da questo punto di vista, leader di mercato per performance, favorisce le aziende che vendono in Italia e all’estero. E poi ci sono altri importanti valori non espressi nel bilancio, ma che creano ricchezza al nostro interno, ricchezza anche al patrimonio umano del mio team, e ricchezza che viene trasferita alle imprese nostre clienti attraverso una grande efficienza, attraverso una velocità nella risposta che è un altro punto fondamentale: le istruttorie di un’impresa che fa credito devono durare il meno possibile; le imprese hanno bisogno di risposte e noi lavoriamo tutti i giorni per essere estremamente efficienti anche da questo punto di vista.

Guardiamo al prossimo triennio: avete approvato il Piano Industriale triennale 2022-2024, molto importante perché evidenzia le vostre strategie di crescita nel breve periodo e mostra la vostra lettura del futuro.
Il futuro lo leggiamo in maniera assolutamente positiva perché la nostra è un’attività anticiclica; prima le ho parlato della “clinica delle imprese” in un momento di tensione di liquidità, di problematiche sul sistema bancario internazionale, di tassi in forte crescita, inflazione in aumento, guerre, pandemia appena passata e quindi le imprese ovviamente risentono di tutti questi fattori in modo complesso. Ecco che, nel medio e lungo periodo, vedo una costante crescita di questo nostro settore specifico, vedo che le aziende avranno sempre più bisogno di questo tipo di supporto e quindi sono estremamente fiducioso nel dare, alle imprese e agli imprenditori, agli advisors e a tutti i soggetti che si occupano di cura delle imprese, il segnale che noi siamo pronti a crescere e a sostenere le imprese e vedo positivamente e raggiungibile l’obiettivo al 2024 di 3,5 miliardi di euro di turnover. L’obiettivo verrà raggiunto perché il mercato c’è, i clienti ci seguono e credo proprio che non tradiremo le aspettative.

L’aumento dei tassi di interesse, mai avvenuto così rapidamente (anche se va detto che i tassi reali sono ancora negativi, visti i livelli dell’inflazione), sta creando problemi alle imprese oppure la situazione è gestibile? Cosa pensa delle crisi che hanno colpito Silicon Valley Bank e Credit Suisse?
Sicuramente problemi ne crea ma ciò che vedo - ed è evidente nella nostra crescita e nel nostro turnover - è che le aziende italiane hanno potuto aumentare i prezzi, hanno fatto valere l’importanza della filiera, l’importanza della produzione. Dal tessile all’abbigliamento, alla moda, all’automotive, a tutto il mondo della meccanica anche le aziende più energivore, certamente più esposte ai maxi-rincari dell’energia, hanno saputo reggere. Parlo con gli imprenditori tutti i giorni, vedo le crescite del fatturato e vedo tanti ordini sia in Italia che dall’estero. Tornando all’analisi di quello che è accaduto alle banche da lei citate, credo che per chi è fragile basti uno stormir di fronde per far cadere la foglia: sono sicuramente soggetti che hanno sottovalutato o che hanno pensato di poter cogliere delle situazioni (soprattutto la banca americana) in modo errato. In Europa questo non sarebbe accaduto grazie al sistema dei controlli e delle verifiche della Bce. Le banche italiane ed europee sono solide e quindi non prevedo complicazioni. È possibile invece che possa esserci un’ulteriore difficoltà nel dare credito alle aziende non di primissimo standing, ma da parte nostra daremo un contributo significativo su questo fronte.

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