Dalla formazione agli standard: nasce il “Consiglio degli esperti” e si punta a un organismo globale sull’IA.
(Foto: Xi Jinping e Putin).
L’asse tecnologico tra Russia e Cina fa un salto di qualità. Alla 30ª riunione regolare tra i capi di governo i due Paesi hanno deciso di istituzionalizzare la cooperazione sull’intelligenza artificiale con un Consiglio di esperti incaricato di produrre proposte operative su governance etica, standard tecnici e applicazioni industriali. Obiettivo: costruire sistemi “sicuri e affidabili” e coordinare le strategie nei fori multilaterali.
Cosa cambia subito
Il nuovo meccanismo consultivo centralizza il lavoro del gruppo congiunto sull’IA e apre la strada a linee guida condivise per test, certificazioni e interoperabilità. Questo significa scambi più rapidi di dataset, modelli, talenti e risultati di ricerca, con una pipeline comune dalla ricerca all’adozione industriale. I primi banchi di prova riguardano industria, difesa, energia, telecomunicazioni e finanza.
La partita degli standard
Il terreno cruciale è quello degli standard globali. Mentre Stati Uniti ed Europa percorrono traiettorie diverse, Mosca e Pechino vogliono scrivere il vocabolario tecnico della nuova ondata di IA: metriche di sicurezza, benchmark di robustezza, trasparenza per gli usi ad alto rischio. Se definisci lo standard, orienti il mercato.
Verso un organismo mondiale sull’IA
La Cina spinge per un organismo globale di cooperazione sull’IA, una piattaforma stabile per regole e progetti condivisi. Nella visione di Pechino, l’IA dovrebbe diventare “bene pubblico per la comunità internazionale” (ha sostenuto Xi Jinping in sedi multilaterali recenti), con BRICS, SCO e ONU come teatri privilegiati.
Il nodo chip e sanzioni
Dietro la spinta politico-tecnica c’è un vincolo materiale: semiconduttori e hardware di calcolo. Le sanzioni hanno ristretto l’accesso di Mosca ai chip di fascia alta, mentre Pechino fronteggia controlli all’export. L’asse IA serve anche a diversificare le forniture, accelerare l’autonomia tecnologica e irrobustire la catena del calcolo (GPU, acceleratori, reti e data center).
Perché conta per l’Europa
Per l’Europa e l’Italia l’effetto è duplice: competizione sugli standard, con effetti sulle nostre imprese deep-tech, e una crescente geopolitica dei dati che impone investimenti in conformità, partnership scientifiche e infrastrutture di calcolo. I ritardi su HPC e talenti diventano un costo strategico.
Le prossime mosse
Nei prossimi mesi il Consiglio di esperti lavorerà su tre corsie: formazione (programmi congiunti e scambi di ricercatori), standardizzazione (linee guida comuni su sicurezza e test) e applicazioni (progetti pilota in manifattura, logistica, energia e sanità digitale). Sul fronte internazionale, il dossier sull’organismo mondiale cercherà consenso tra i Paesi del Sud globale e tra i partner BRICS.
Voci e segnali
Da Pechino si insiste su un’IA “inclusiva, aperta e non monopolistica”, mentre da Mosca si sottolinea la necessità di “coordinare le traiettorie di sviluppo” per consolidare sovranità tecnologica e infrastrutture condivise. Il messaggio è netto: meno frammentazione, più massa critica.