Francia: giovani, social-dipendenti, senza remore, ecco l'identikit dei casseur

- di: Redazione
 
FOTO: LaPresse

 
Molto giovani (persino poco più che bambini, anche di 12-13 anni) che si relazionano con il mondo esterno attraverso i social; privi di ogni remora morale; pronti a violare ogni tabù e a rendersi protagonisti di violenze, furti, saccheggi.
E' questa la radiografia che una sezione specializzata dal Ministero degli francese (la Direzione nazionale dell'intelligence territoriale) ha fatto dei protagonisti dei disordini che, da una settimana, stanno infiammando il Paese. Dall'analisi del documento, pubblicato sull'edizione online de Le Monde, salta subito agli occhi che gli analisti del Ministero sono convinti essenzialmente di ciò che, per loro, è una evidenza: quella di questi giorni non è una ''autonoma'', a sé stante, ma fa parte di una serie di crisi quasi ininterrotte che si perpetrano oramai da anni: dalla rivolta "gilet gialli" alle manifestazioni, durante la pandemia, contro i vaccini anti-Covid 19, alle rivolte contro la contestata riforma delle pensioni, a quella contro la realizzazione di bacini nella zona di Sainte-Soline.

Francia: giovani, social-dipendenti, senza remore, ecco l'identikit dei casseur

Per gli specialisti (che analizzano le forme di violenza e radicalismo urbani al di fuori della giurisdizione della Prefettura di Polizia di Parigi) quanto sta accadendo è avvenuto senza segnali premonitori, in un periodo molto calmo per quel che concerne l'ordine pubblico.
Tanto che ''dieci giorni prima della morte di Nahel, un giovane di origine guineana è morto in circostanze simili ad Angoulême senza causare alcun problema''.
Allora perché disordini e violenze? Da detonatore hanno agito essenzialmente due aspetti: il primo è che della morte del giovane c'è stata la testimonianza diretta di un video, che ha fatto subito il giro della rete; il secondo è che l'episodio è accaduto in una zona sensibile al disagio giovanile, come Nanterre.

Dall'esplodere della protesta a Nanterre a che essa dilagasse in tutto il Paese sono passate appena 24 ore.
Una fonte investigativa, citata da Le Monde, pone l'accento sul fatto che i social network siano diventati un potente strumento per la diffusione di immagini, soprattutto ritraendo scene di violenza che attivano fenomeni di imitazione ed emulazione. Poi, l'essenza stessa dei social consente una rete di contatti in diretta e, quindi, la possibilità di agire di concerto per compiere commettere saccheggi o per scambiarsi informazioni per evitare contatti con la polizia, magari segnalandone il posizionamento o gli spostamenti. Un aspetto che viene considerato con attenzione è quello relativo al fatto che i disordini si sono registrati non solo nei grandi centri urbani, ma anche in cittadine della provincia, che son o stati teatro di violenze senza precedenti, addirittura peggiori di quelli nelle città.
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