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Banche, First Cisl: utili record spinti da commissioni e componenti straordinarie

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Banche, First Cisl: utili record spinti da commissioni e componenti straordinarie
Le principali banche italiane archiviano il primo semestre dell’anno con utili record, alimentati da una combinazione di commissioni elevate e voci straordinarie. È quanto emerge dall’analisi di First Cisl, che invita a una lettura più attenta dei risultati, sottolineando al tempo stesso le potenziali implicazioni future per il sistema, per l’occupazione e per la clientela.

Banche, First Cisl: utili record spinti da commissioni e componenti straordinarie

“Gli stress test condotti da Abe e Bce hanno confermato la solidità delle cinque big bancarie italiane, evidenziandone la resilienza patrimoniale, la redditività e la buona liquidità”, osserva Riccardo Colombani, segretario generale nazionale di First Cisl. Tuttavia, secondo il sindacato, il dato più preoccupante resta la mancanza di dinamismo sul fronte del credito, che non cresce a livello aggregato.

“La debolezza della domanda si accompagna a condizioni di offerta ancora restrittive
– spiega Colombani – e anche se le banche sono coperte da garanzie pubbliche pari a quasi 300 miliardi di euro, solo Mps e Bper hanno aumentato in modo significativo i volumi dei prestiti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un segnale, questo, ancora troppo timido per poter parlare di reale rilancio del credito all’economia”.

Luci e ombre nei risultati semestrali

Il sindacato riconosce la forza dei risultati, ma invita a guardare oltre le cifre. “Colpisce l’enfasi posta sulle prospettive – prosegue Colombani – in un contesto in cui il risultato netto cresce anche in presenza di una flessione degli interessi netti, grazie soprattutto all’apporto di componenti straordinarie o non ricorrenti, spesso slegate dal rapporto diretto con la clientela”.

Un altro fattore rilevante è l’effetto delle politiche di remunerazione degli azionisti, che secondo First Cisl stanno incidendo in maniera significativa sull’andamento borsistico dei titoli bancari. “Il valore di mercato – spiega il segretario – è sostenuto da dividendi generosi, in alcuni casi semestrali, e da massicce operazioni di buyback che fanno salire i prezzi delle azioni, indipendentemente dai fondamentali”.

Occupazione e pressioni commerciali nel mirino

Lo scenario attuale apre però a una domanda centrale: cosa accadrà quando verranno meno gli elementi straordinari che hanno sostenuto la redditività? “C’è il rischio – avverte Colombani – che le banche cerchino di compensare attraverso un aumento delle pressioni commerciali sulle reti o addirittura attraverso una nuova riduzione dei livelli occupazionali. Due scelte che andrebbero in direzione opposta rispetto all’interesse generale”.

Secondo il segretario di First, i margini raggiunti dovrebbero invece essere redistribuiti in modo più equo. “Sarebbe auspicabile – sostiene – che una parte di questi profitti venisse destinata ad accordi di partecipazione agli utili per i lavoratori, all’aumento delle retribuzioni, e a investimenti in formazione permanente”.

Educazione finanziaria e innovazione come leve future

Nella visione del sindacato, il settore bancario dovrebbe inoltre assumere un ruolo più attivo nella diffusione della cultura finanziaria e digitale, attraverso programmi gratuiti dedicati alla clientela. “È il momento – conclude Colombani – di investire in nuove tecnologie, migliorare l’organizzazione del lavoro e rafforzare i modelli di servizio, non di spremere le risorse interne o gravare ulteriormente su famiglie e imprese con l’aumento delle commissioni”.
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