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Wall Street frena a fine anno, Asia riparte a ritmo alterno

- di: Matteo Borrelli
 
Wall Street frena a fine anno, Asia riparte a ritmo alterno
Volumi sottili, tecnologia sotto pressione e materie prime in fiammata: l’ultima curva del 2025 lascia agli investitori un messaggio chiaro—la festa di Capodanno non spegne i rischi (né le occasioni).

La chiusura di Wall Street (seduta di martedì) ha avuto il sapore tipico degli ultimi scambi dell’anno: pochi ordini “veri”, tanta micro-volatilità e un mercato che sembra camminare in punta di piedi. Risultato: indici leggermente in rosso, senza drammi ma con un segnale preciso—l’azionario vuole arrivare al traguardo del 2025 senza inciampare. A fine giornata lo S&P 500 ha ceduto 0,1% a 6.894,24, il Dow Jones ha lasciato 0,2% a 48.367,06 e il Nasdaq ha perso 0,2% a 23.419,08.  

Il copione è stato guidato dai “pesi massimi”: il listino ha continuato a guardare (e a subire) l’umore delle big tech, in particolare quelle legate alla corsa dell’intelligenza artificiale. Quando i colossi rallentano, l’indice intero si sente più pesante: non serve un crollo, basta una limatura. In questo clima, alcune storie societarie hanno fatto da contrappeso—come il rimbalzo di Meta (+1,1%).  

Il dettaglio che cambia l’atmosfera: la fiammata delle materie prime

Se l’azionario ha recitato in modalità “controllo del rischio”, il vero movimento si è visto altrove. La seduta ha acceso i riflettori sulle commodity, con un’accelerazione che ha spostato il baricentro della narrazione: oro in rialzo (+1,4% a 4.386,30 dollari l’oncia), argento in impennata (+10,9%) e rame su di tono (+4,4%), sostenuto dal tema infrastrutturale (energia, reti, data center).  

Sul petrolio, invece, toni più spenti: WTI a 57,88 dollari (-0,07) e Brent a 61,26 dollari (-0,07). In parallelo, il mercato obbligazionario ha mostrato un passo prudente, con il 10 anni USA attorno al 4,12% e il 2 anni circa 3,45%.  

Il “pilota automatico” della Fed non basta più

Il nodo resta macro: inflazione ancora scomoda, lavoro che rallenta e una banca centrale che—dopo i tagli di fine 2025—segnala maggiore cautela. Tradotto: il mercato continua a pesare ogni dato come se fosse un voto decisivo, e questo rende più facile vedere sedute “piatte” ma nervose, soprattutto quando i volumi scendono. In valuta, movimenti minimi: dollaro a circa 156,39 yen ed euro intorno a 1,1745 dollari.     

Asia all’apertura: misto, e con molte serrande abbassate

Quando a New York si spengono le luci, in Asia si accendono i monitor—ma in questa giornata la mappa delle contrattazioni è a chiazze, perché diversi listini sono chiusi per festività di fine anno. Tokyo e Seul risultano ferme, mentre dove si scambia davvero il tono è misto:

  • Hang Seng: -0,5% a 25.715,16
  • Shanghai Composite: +<0,1% a 3.966,39
  • Taiwan Taiex: +0,7% a 28.893,59
  • Australia S&P/ASX 200: -0,1% a 8.706,40 

Il messaggio dell’apertura asiatica è semplice: con parte dell’area in “modalità vacanza”, i movimenti diventano più sensibili agli ordini marginali e alle notizie settoriali. In pratica, la liquidità ridotta può amplificare sia piccoli ribassi sia piccoli rimbalzi—e rende più insidiosi i titoli ad alta capitalizzazione.

Cosa guardare nelle prossime ore

1) La tecnologia: se i big dell’AI restano sotto pressione, l’inerzia può continuare a “tirare giù” l’indice anche senza panic selling.
2) Commodity: oro e argento in accelerazione sono un termometro dell’umore (copertura, rischio, posizionamento).
3) Volumi e calendario: a fine anno i prezzi contano, ma conta anche come ci arrivano—con scambi pieni o con mercati “vuoti”.

Nota operativa: negli Stati Uniti oggi (31 dicembre) le Borse restano aperte con orario regolare, mentre il mercato obbligazionario chiude in anticipo; domani (1 gennaio) i mercati USA sono chiusi.       

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